Recensione “Affresco” di Magda Szabò

Recensione “Affresco” di Magda Szabò edito da Edizioni Anfora, un libro che vede al suo interno la prefazione della Szabò stessa.
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Recensione "Affresco" di Magda Szabò

TRAMA

“Affresco” racconta la storia di una famiglia che si raduna per il funerale della moglie di un prete calvinista, per decenni curata in manicomio. Torna anche la figlia, Annuska. Nella sua figura non è difficile scoprire elementi autobiografici: Annuska spirito indipendente, sincero e intransigente, si tiene lontana dalle mostre e dalle occasioni di pubblicazioni istituzionali che offrirebbero la via facile al successo, pur di non scendere a compromessi con il potere. Annuska, fuggita di casa nove anni prima per realizzare il suo sogno d’infanzia, diventare una pittrice, fu rinnegata dal padre tirannico che educava i figli con la frusta in una mano e la Bibbia nell’altra. Mentre la notizia del ritorno della figliola prodiga sconvolge i membri della famiglia e la città, nelle tredici ore che trascorrono tra il suono mattutino e quello serale della campana, si mettono sulla bilancia le menzogne, l’egoismo, l’ipocrisia, il bigottismo dei vivi e dei morti e nessuno può evitare la caduta della propria maschera. Il primo romanzo di Magda Szabó, con una prefazione dell’autrice e l’introduzione di Gian Paolo Serino.

RECENSIONE

La Szabò in quest’opera ci serve su un piatto d’argento quanto possano essere meschine e ipocrite le persone che ci stanno attorno nel momento in cui non seguiamo più i loro ideali di “dritte vie”.

Un libro molto forte in cui troviamo Annuska, protagonista non protagonista della storia perchè appunto viene raccontata da tutti i personaggi secondari e ognuno di loro ha parole gravi nei suoi confronti.
Annuska è descritta come una vergogna e quando scappa ne sono tutti ben contenti, persino sua madre che dice che ormai è morta per lei.
Ma la nostra giovane protagonista voleva solo fare la pittrice in un’era in cui esprimersi non era un’opzione e questa forma d’arte pareva solamente una ribellione inammissibile.

La morte della madre, affetta da malattia mentale, fa tornare tutti sui pensieri della “povera” Annuska ma nessuno spende una parola di conforto per lei, anzi, riaffiorano astio e sdegno nei suoi confronti.

Ciò che potrebbe essere visto dall’esterno, ovvero una famiglia amorevole che piange la perdita della cara Edit (come si legge anche nel Necrologio) e che vuole solamente riunirsi con i propri cari per stringersi nel dolore, in realtà è tutta una grandissima farsa perché a piangerla davvero non c’è nessuno.

Una storia che ci insegna ad andare oltre le apparenze, che non è tutto rose e fiori nella vita, che non è sempre tutto come ci viene raccontato.
Se avessimo ascoltato la versione di tutti questi personaggi avremmo odiato Annuska con la stessa intensità quando non lo meritava affatto!

La bellezza di questo libro è che al suo interno vi è, appunto, la prefazione della stessa autrice.
La Szabò ci spiega come il suo libro sia stato chiuso in un cassetto per anni prima di poterlo pubblicare.
In quegli anni non si poteva avere certo una libertà letteraria così vasta da pubblicare un libro con tale schiettezza!

Insomma, “Affresco” ci ha dato un bell’insegnamento e anche una bella strigliata!
Ne consiglio assolutamente la lettura!

Arianna

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