Recensione “Nel nero degli abissi”

Recensione “Nel nero degli abissi. Un’indagine per i Cinque di Monteverde” di François Morlupi edito Salani Editore.

TRAMA

Il grande parco di villa Pamphili, a due passi dal Vaticano e da Monteverde, ha due volti molto diversi: di giorno è un giardino che accoglie bambini, anziani e sportivi; di notte si trasforma in un rifugio abusivo per senzatetto, drogati e prostitute. All’alba di una gelida mattina di gennaio, una di loro viene trovata senza vita, brutalmente uccisa con un’arma da taglio. Era italiana, aveva poco più di vent’anni, era una ragazza sola, si vendeva per pagarsi l’università. L’omicidio sconvolge il commissario Ansaldi e i suoi agenti, perché apre uno squarcio di disperazione nella tranquilla routine del loro quartiere. In più, arriva proprio nel momento peggiore, a due settimane da un importante vertice politico tra i principali capi di Stato europei, con gli occhi del mondo puntati sulla capitale. Che ci sia o no un legame tra i due eventi, per il commissario è appena iniziata una terribile corsa contro il tempo.

RECENSIONE

Se volete un thriller massiccio che vi coinvolga pienamente lasciandomi interdetti arrivati sul gran finale, allora “Nel nero degli abissi” è proprio quello che fa per voi.

Ho letto questa storia di 480 pagine nel giro di 3 giorni.
Mi ha coinvolto subito sin dalla prima pagina.
La scrittura dell’autore riesce a far immergere il lettore nelle vicende e nelle indagini.

Ma riavvolgiamo un attimo il nastro.
“Nel nero degli abissi” narra le vicende del commissario Ansaldi e della sua squadra la cui tranquilla giornata viene sconvolta dalla notizia di un omicidio. La vittima è una ragazza che faceva la prostituta nel parco di villa Pamphili. La brutalità del massacro che si trovano davanti sembra un delitto per vendetta e sembra inumana una tale furia.
La cosa ancor più sconvolgente arriva con il secondo e il terzo omicidio, il tutto con lo stesso modus operandi.
Gli assassini – i sospettati erano due ma non avevano la minima idea di chi potessero essere- giocano con la polizia inviando in centrale delle lettere.
Ansaldi e i suoi agenti riusciranno a risolvere il caso nel giro di poco tempo e a sbrogliare la matassa?
Certamente la sua costante ansia non gli sarà d’aiuto.

Ho notato una caratterizzazione pazzesca dei personaggi, ognuno di essi ha le proprie sfumature che li rendono reali agli occhi del lettore.
Altro aspetto che ho apprezzato particolarmente sono i capitoli con il punto di vista dell’assassino, capitoli da cui traspare un’inquietudine man mano che si prosegue la lettura.

Sembrava di leggere un film, si esatto non è un errore di battitura. Sembrava davvero che mentre leggevo le scene venivano proiettate su uno schermo da tanto che il libro mi ha coinvolta.

Il finale mi ha lasciata letteralmente interdetta, non mi aspettavo un tale risvolto e questa è stata la ciliegina sulla torta che mi ha convinto pienamente, spingendomi a valutare il libro in modo più che positivo.

Arianna

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