Intervista all’autore Andrea Carloni

Intervista all’autore Andrea Carloni in merito al suo libro “Lissy è stata qui”.


TRAMA

Uno scrittore dovrebbe amare la lettura così profondamente da essere l’uomo più infelice del mondo. Scrivere infatti richiede tempo, tutto tempo rubato alla lettura. Vale davvero la pena il sacrificio? Una ragazza canadese, vissuta presumibilmente intorno alla metà del ’900, sogna di diventare scrittrice. Le sue vicissitudini, dalla gioventù trascorsa in un paesino di provincia dell’Ontario fino all’età adulta nella città di Toronto, sono scandite dall’evoluzione di una profonda e complessa amicizia con la bella compagna di classe, Lissy, personaggio tormentato che nel tempo renderà sempre più instabili le apparenti certezze dell’amica scrittrice, fino alla pubblicazione del suo primo romanzo. 

 

Intervista all’autore Andrea Carloni

Ciao e benvenuto su onlybookslover.it.

  • Parlaci del tuo libro “Lissy è stata qui” in breve!

Il libro parla di una ragazza canadese che sogna di diventare scrittrice. Dalla gioventù trascorsa in un paesino di provincia dell’Ontario fino all’età adulta nella città di Toronto, le sue vicissitudini sono scandite dall’evoluzione di una profonda e complessa amicizia con la bella compagna di classe, Lissy, personaggio tormentato che nel tempo renderà sempre più instabili le apparenti certezze dell’amica scrittrice, fino alla pubblicazione del suo primo romanzo.

  • Come è arrivata l’idea?

Da un racconto che scrissi pochi anni prima. Mi sono accorto col tempo che i personaggi e gli eventi trattati chiedevano maggior respiro e quindi ho deciso di farne il mio primo romanzo.

  • C’è un evento nel libro che è stato particolarmente difficile scrivere? 

Non è stato particolarmente semplice né particolarmente difficile; durante il primo lockdown per via della pandemia Covid, ho avuto modo di raccogliere tempo e concentrazione per dedicarmi a buttar giù quel che avevo in mente e poi rielaborarlo dove necessario.

  • Cosa ci dobbiamo aspettare da questa storia? Cosa volevi trasmettere?

Anche se il romanzo è breve, potrebbero essere molteplici le tematiche. Ma fra queste mi piacerebbe evidenziare quella inerente il rapporto fra lo scrittore e la sue vicissitudini: il processo che lo porta ad occuparsi della vita, nella quotidianità e sulla pagina.

  • Questo è il tuo primo libro?

Avevo già pubblicato nel 2019 fa una raccolta di racconti premiati in alcuni concorsi letterari. Si intitola “Chi mai in qualche dove”, con &MyBook / Caravaggio Editore

  • Quanto c’è di te in questa storia?

Quanto basta, con parsimonia. Certamente io non sono una donna e non vivo in Canada, al contrario delle protagoniste del romanzo, ma non si può dire che non ci sia qualcosa di me nella storia, così come al contempo non si può dire che la storia si concentri su di me sotto mentite spoglie. Credo che anche in uno spunto autobiografico ci si possa concedere il lusso di immaginare.

  • Che tecnica usi quando scrivi un libro? Sei solito effettuare delle ricerche?

In questo libro si possono ritrovare varie tecniche o stili che, chiaramente, sono anche retaggio delle mie letture, oltre che risultato  una sperimentazione. Ma l’ultima parte del libro è sicuramente quella che ha richiesto una ricerca e studio maggiori.

  • Stai parlando a un lettore che ancora non ti conosce, perché dovrebbe leggerti? 

Penso che un lettore debba darsi la possibilità di affrontare un autore non conosciuto: il rischio può portare delle sorprese che non necessariamente la strada sicura riserverà sempre. Io resto quindi a disposizione di questo sconosciuto lettore; chissà che anche io possa in qualche modo conoscere lui.

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