Intervista a Federica Natale

Ciao lettori, per l’intervista del giorno è con noi FEDERICA NATALE.

 

BIOGRAFIA:

Federica Natale è nata a Galatina, il 18/12/1987. Vive a San Cesario di Lecce. Ama scrivere per passione, per ritrovare se stessa e non solo. Ama anche molto la lettura e sogna di far parte del mondo dell’editoria. Ha collaborato con alcune antologie, nel 2013 ha pubblicato il suo primo romanzo: “La rosa e il suo stelo” Lupo Editore. Si divide tra lo studio e il volontariato.


“TI SEI MAI CIMENTATA IN ALTRI GENERI?”

Sì, l’ho fatto ma raramente. Il filo conduttore in tutte le mie storie è l’amore, un sentimento che ci fa sognare, ci rende felici, anche se non è sempre facile fin dall’inizio. E’ un po’ come un fulmine a ciel sereno, dalla quiete si passa alla tempesta, dal sole a un forte acquazzone. Le difficoltà, la lotta per mantenerlo vivo e dopo tutte le peripezie, smette di piovere e spunta l’arcobaleno. In questo caso, è la vittoria del vero amore che vince su tutto. Nei miei scritti esprimo questo, nella vita è più complicato ma non smetto mai di crederci. I generi diversi che ho adottato, a volte, sono stati il giallo, l’horror, l’attualità e il fantasy e anche la poesia e il racconto breve. Il perché per provare un nuovo esperimento per vedere se sono brava a inventare e notare il livello di fantasia che posso raggiungere. Il risultato mi è piaciuto, ma ovviamente posso migliorare e per farlo devo percorrere una lunga strada. Ma, anche in questi generi, l’amore non manca mai. E’ come una parola d’ordine, un ingrediente necessario per la vita, per lo scrittore e soprattutto per il lettore. Sono entrambi come due allievi che non smettono mai di imparare.

 

“IL TUO AUTORE PREFERITO?”

Bella domanda! Leggo tantissimo e ogni libro mi ha dato tanto. Il bello è che non c’è un solo nome, ma diversi. E.L James, Daniela Volontè, Jay Crownover, Kirsty Mosley, Emily Bronte, Thomas Hardy, Carlo Cassola, Marcello Buttazzo e Alda Merini. Leggo sia classico che moderno. Ho citato questi nomi perché i loro romanzi  e le loro raccolte di poesie, mi hanno colpito molto, ho compreso e allargato nuovi punti di vista sulla vita, attraverso anni diversi mescolati nella clessidra del tempo.

 

“LA TUA SCRITTURA SI ISPIRA A QUALCHE SCRITTORE IN PARTICOLARE?”

No, perché non mi piace imitare o meglio copiare nessuno. Quando scrivo mi lascio andare alle emozioni, è qualcosa che nasce da dentro, dal profondo. Penso che questo sia proprio l’originalità dell’autore, scrivere quello che pensa, che sente. Forse potrebbe essere un dettaglio insignificante, come la nota di un paesaggio, un’azione come bere un bicchiere di vino, oppure un particolare fisico o la descrizione di un vestito. Ma il bello è creare da se, mettersi in gioco per dimostrare a se stessi che si è capaci, di metterci tutte le proprie forze a lanciare un messaggio al lettore. E se è così, è la vittoria di ogni autore. un po’ come nell’amicizia, sapersi raccontare, essere se stessi, semplice e lineare come un libro aperto. Un modo da se senza cercare di essere qualcun altro.

 

“QUANTO TEMPO DEDICHI ALLA SCRITTURA?”

Molto e il necessario, genericamente. Principalmente dipende da quello che scrivo. Ad esempio, una poesia a tema la perfezionerei tra la brutta e la copia, potrei impiegarci anche una giornata. Se è libera anche un’ora. Tutto cambia se scrivo un romanzo, dedicherei diverse ore della giornata a scrivere, il che potrebbero passare anche dei mesi. Il mio primo romanzo:” La rosa e il suo stelo”, ad esempio, ci ho impiegato undici mesi. E’ stato un libro che ho speso molti sacrifici e non solo per il tempo a dargli vita, ma anche a farlo uscire. Io sono come un autore all’antica, le cose migliori le scrivo di notte e tutt’oggi scrivo a penna sui quaderni e poi passo al computer. Se sono storie minori anche due mesi, al computer il tempo si riduce tra le due e tre settimane, ma il mio primo libro lo ricordo a notti interminabili fatte di caffè e l’idea di dormire non esisteva proprio. Un tempo durato infinito, più di quattro mesi. Insomma, ci tengo.

 

“COME ARRIVA L’ISPIRAZIONE?”

L’ispirazione semplicemente osservando. Non parlo della TV, sarebbe troppo semplice con tutto quello che propone e spesso imitato. Mi capita di andare al mare e con la sua schiuma caratterizzato dai dettagli del paesaggio, mi descrive dinanzi agli occhi uno scenario da stendere subito. I dettagli minori giungono anche osservando un locale, o il vestiario e il resto lo genera tutto il mio cervello.

 

“DA QUANTO TEMPO SCRIVI?”

Mi è sempre piaciuto scrivere. Già alle elementari facevo temi lunghissimi, ma non fu quello il segnale. Ho iniziato a 14 anni per gioco. Scrivevo e mi tenevo tutto per me. Mi facevo domande del tipo, di come fanno gli scrittori a pubblicare. Ero troppo timida per uscire alla luce, proseguì fino a 16 anni e mi fermai nuovamente. Ripresi a 18, dopo il diploma, proprio con “La rosa e il suo stelo”, sempre per gioco, credendo che dovesse essere un racconto e invece… Ma dopo averlo scritto, ero ancora timida e lo conservai in un cassetto. Scrivevo in segreto, anno dopo anno. A 21 anni mi sono decisa a venir fuori con alcune poesie e con il libro… ho faticato, andando incontro a tante difficoltà e la vittoria si è realizzata a 25 anni con il mio unico frutto.

 

“COME HAI INIZIATO?”

E’ stato a scuola, attraverso i temi mi sono dedicata a scrivere con impegno. Nel corso del tempo ho allenato la fantasia, anche leggendo. Perché leggere aiuta a essere più professionali, arricchisci il lessico e tutto fa brodo. Ingredienti per continuare a coltivare la scrittura sono impegno e volontà.

 

“TI OCCUPI DI ALTRO NELLA VITA?”

Certamente, anche perché diverse esperienze possono essere ottimi spunti per scrivere. Oltre la scrittura, che per me è tutta la mia vita come una passione, un hobby e un lavoro, faccio volontariato. Ho collaborato con diverse associazioni del mio paese San Cesario di Lecce, tipo Sveglia Cittadina di carattere politico e culturale. Ci siamo interessati di eventi a livello sociale, sportivo e anche letterario organizzando diverse presentazioni di libri e un concorso letterario nazionale: “Risvegliare le parole”, riproposto ogni anno e infine, il progetto della Little free Library, la casetta con la lettura di scambio. Faccio parte della Protezione Civile “G.E.O” sempre del mio paese, Frequento un’associazione religiosa la Deputazione di San Vito Martire a Lequile, un paese vicino il mio e da poco sto frequentando un’associazione culturale, sempre a Lequile, un giornale sulle iniziative del paese, che spero ci sia spazio per la letteratura. Tra i vari impegni, cerco lavoro e ultimamente sto vendendo il mio libro, il primo, per delle copie scovate a sorpresa, studio Scienze della Comunicazione e scrivo quando capita :D.

 

“STAI GIA’ LAVORANDO SU QUALCHE ALTRO LIBRO?”

Come ripeto, scrivo spesso. Di nuovo per ora non c’è nulla, ma chissà. Ho tantissime storie scritte a penna custoditi nel cassetto e che sperano di vedere la luce. Spero che in futuro sia possibile, se la strada dell’editoria sia più semplice.

 

“COSA NE PENSI DEL MONDO DELL’EDITORIA?”

Secondo me, questa è la domanda centrale di tutta l’intervista. Il mondo dell’editoria è affascinante, dato che genera la letteratura, ma alquanto complesso. Ovviamente, si è evoluta con i mezzi tecnologici dal solo cartaceo si sono passati ai blog, al publishing. Mezzi che da un lato non mi trovo, sono ancora attratta dal fascino della carta e del suo profumo. Comunque, è un settore complesso che spero che duri e si rinnovi, che vengano fuori sempre autori emergenti. Per complesso, non intendo solo perché ho faticato a far uscire il mio libro e unico per ora. Ho provato a farne parte, chiedendo per varie case editrici e librerie del mio Sud, ma dalle voci che dicono, sono galvanizzate e al Nord se non sei qualcuno resti fermo nello stesso punto. Come autore, invece, molte volte rivolgendomi a case editrici non sono stata apprezzata o c’era una certa somma da versare. Come in questo caso, con un racconto su una collana e con il mio libro che ho dovuto fare sacrifici per vederlo nascere. Ho lavorato in un call center, fatto doposcuola, tirato avanti con le paghette della nonna e poi l’attesa che l’editore e tutto lo staff terminassero il lavoro. Non sono stata aiutata, mi sono fatta pubblicità e venduto le copie da sola, senza una presentazione, senza sapere le vendite online, senza incassare la percentuale. Ci ho rimesso, ricavandone solo una metà. Dopo diversi anni, scopri casualmente in una mail, che la casa editrice ha chiuso da un’altra e che ti propone un nuovo contratto per mantenerlo sul mercato e con stupore ti cedono le vecchie 40 copie restanti. Ma ovviamente, questo non deve scoraggiare. Ho partecipato a diversi concorsi senza mai vincere, e collaborato con antologie tramite Facebook, con poesie di fantasia e sulla violenza sulla donna, gratis per fortuna. Bisogna trovare editori che ti sponsorizzino e che ti sappiano lanciare a costo zero. I server come Amazon, Libreria universitaria e Ibs sono ottimi per informazioni e commercio. Ho acquistato innumerevoli volte. Ma si sa, una cosa bella a cui si sogna e si ambisce non è mai semplice. Bisogna mettersi in gioco e sapersela gustare. Perciò, a me e altri non arrendiamoci mai che nel tempo i risultati si vedranno.

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