Georges Seurat del Postimpressionismo

Ciao a tutti e ben trovati; da questo momento per alcune volte ho intenzione di intraprendere un viaggio, con voi all’interno del Postimpressionismo, perciò seguiranno diversi articoli dedicati a diversi autori Postimpressionisti, oggi parliamo di Georges Seurat.

Come prima cosa vorrei introdurvi, un po’ generalmente alla corrente artistica: il Postimpressionismo tende a superare i concetti dell’Impressionismo, conserva alcune caratteristiche e come unico fine ha lo scopo di scoprire a fondo l’utilizzo del colore. Una delle differenze con la corrente a cui si ispira è sicuramente la realizzazione dello studio del disegno nell’atelier di ogni singolo artista, invece, parecchie sono le caratteristiche comuni: ricordiamo ad esempio la ricerca della solidità dell’immagine, la sicurezza del contorno e la certezza, la libertà del colore. Proprio per la scoperta dell’utilizzo attento del colore una delle tecniche più utilizzate fu il puntinismo.


Cominciamo il nostro viaggio con uno dei maggiori artisti di questa corrente: Georges Seurat. Egli nacque il 2 dicembre 1859 a Parigi, figlio di un ex avvocato, successivamente occupato nel giardinaggio e appassionato di quadri a soggetto devozionale, gli stessi che collezionava. Dopo la nascita, tutta la famiglia del pittore, si trasferì vicino Parigi nella casa della famiglia materna.

Al suo ritorno nella città d’origine, Georges venne iscritto in un collegio; qui sviluppò un interesse per il disegno e per la pittura. Inizialmente la sua fu solo una passione, che venne coltivata solo grazie ad uno zio materno, ma successivamente si iscrisse alla scuola municipale di disegno. Fu questa l’occasione che lo portò a dedicarsi alla copia di disegni antichi, disegnando da calchi di gesso e dal vero. La cosa che in un primo momento stupì, non fu il suo talento, bensì la sua serietà e il suo impegno nel risolvere i problemi tecnici.

Fu dopo che, con un amico, si iscrisse all’Ecole des Beaux-Arts dove seguì il corso di un ammiratore del Rinascimento italiano. Fu durante questo periodo che l’artista apprese la tecnica del contrasto simultaneo del colore attraverso lo studio di alcuni affreschi di Piero della Francesca, di Delacroix e del Veronese.

Fu dopo una visita alla mostra degli Impressionisti e dopo aver ammirato diverse opere, diversi capolavori, di Pisarro, Degas e Monet, che rimase folgorato da questa nuova corrente artistica; percepì, allora, che l’accademia non forniva una preparazione sufficientemente adeguata. Una delle opere eseguite subito dopo l’abbandono dell’accademia fu “Testa di Ragazza”, esso appare allo stesso tempo un abbozzo e un disegno sicuro di se stesso a causa delle pennellate sicure.

Fu nell’Ottobre dello stesso anno che abbandonò la tecnica della linea per favorire quella del chiaroscuro con l’utilizzo della matita grossa, formata da polvere di carboncino, su foglio di carta granulosa.

Rientrato a Parigi affittò un atelier dove, per la realizzazione delle sue opere, continuò lo studio della luce e del colore. Risale in questo periodo la sua prima opera ispirata all’Impressionismo e la sua unica natura morta “I fiori in un vaso”: qui lo sfondo è realizzato attraverso dei brevi tocchi verticali e il soggetto attraverso delle pennellate incrociate a spatola.

La prima partecipazione di Seurat ad un Salon risale al 1883; a questo partecipò con un ritratto, in particolare quello di Amon Jean, e nella stessa primavera cominciò gli studi per la sua celebre opera “Bagnanti ad Asnieres”. Fu questo secondo dipinto, dopo essere stato proposto per un Salon, ad essere respinto e a costituire allo stesso tempo l’inizio della sua carriera con il gruppo degli artisti indipendenti, lo stesso che successivamente aprì un proprio Salon.

L’anno successivo l’artista pose mano alla tela “Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte”, una tela molto simile alla precedente, quella rifiutata al Salon.

 

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