Curiosità sul libro “Echi di pensieri”

Curiosità sul libro “Echi di pensieri” di Diana Tamantini.

DESCRIZIONE

In un’epoca in cui l’immagine è al centro di ogni tentativo di comunicazione, Diana Tamantini, attraverso pennellate di parole, crea atmosfere degne di un film di Tim Burton e attimi che sembrano illustrati da Benjamin Lacombe. “Echi di pensieri” è una raccolta di quasi cinquanta poesie che catapultano il lettore nell’io più profondo dell’autrice, lo fanno navigare in balia delle onde nel mare dei sogni in una giornata di burrasca, lo rendono partecipe delle fragilità dell’uomo, dei timori che soprattutto ultimamente hanno provato tutti, delle paure della scrittrice. Perché se è vero come disse Moravia che «lo scrittore narra gli altri, il poeta narra se stesso».

PARLACI DEL FILO CONDUTTORE DELLA STORIA E DEL COLLEGAMENTO (o scollegamento) DELLE POESIE.

Come argomenti non c’è un filo comune. Possiamo dire che invece c’è se consideriamo che sono tutti pensieri poi trasformati in parola scritta. “Echi” di quello che mi passa per la testa appunto.

HO SCRITTO QUESTO LIBRO PERCHÉ…

Per provare, per scommessa con me stessa, per essere ascoltata. O almeno con questa speranza in un periodo storico in cui appare sempre più difficile comunicare, almeno per me.

CURIOSITÀ

  • Scrivi di getto?

Assolutamente. Appena mi viene in mente qualcosa la appunto così come viene al momento, senza riflettere troppo sulle parole.

  • Preferisci scrivere con musica o in silenzio?

Qualche volta ascoltando la musica, molto più spesso in silenzio.

  • C’è un luogo in cui scrivi che ti ispira particolarmente?

Ho l’abitudine di mettermi a scrivere per lavoro sul tavolo in salotto o sulla scrivania in camera mia. Ma non sono gli unici, scrivo anche dove capita e sul primo foglietto che trovo in borsa, se mi viene in mente qualcosa. Sempre ad ispirazione.

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