Vincent Van Gogh

Eccoci giunti all’ultimo appuntamento con l’arte focus post – impressionismo. Oggi parliamo dell’artista, forse, più conosciuto di questa corrente artistica: Vincent Van Gogh.

Vincent Van Gogh fu autore di 900 dipinti senza contare i numerosi dipinti mai conclusi. Egli influenzò profondamente l’arte del XX secolo dopo aver sofferto, per diversi anni di disturbi mentali.

Cominciò a dipingere da bambino nonostante gli impedimenti del padre. All’età di 27 anni decise di voler diventare pittore e i suoi soggetti preferiti furono autoritratti, nature morte, campi con cipressi e girasoli.

A partire dal Settecento la famiglia di Van Gogh trasmise di padre in figlio il mestiere di orefice.

La scarsità del suo profitto scolastico convinse la famiglia a trovargli un’occupazione, divenne ben presto mercante di antiquariato; lavoro che lo impegnò notevolmente e lo ispirò ad approfondire le proprie ricerche culturali e artistiche.

Dopo una permanenza a Londra che lo portò ad affrontare la prima crisi depressiva a causa di una delusione amorosa. I suoi interessi furono rivolti completamente alle tematiche religiose. Non mancò però di coltivare la sua passione artistica.

Un successivo soggiorno a Londra lo vide occupato come supplente: fu questo il momento in cui diede libero sfogo alla sua vocazione religiosa.

Dopo un ritorno a casa per delle feste natalizie gli fu impedito dalla famiglia un ritorno in Inghilterra. Iniziò in questo momento a lavorare come commesso in una biblioteca: anche qui trascurò il vero e proprio lavoro per dedicarsi alla traduzione della Bibbia nel retrobottega.

 

Vincent Van Gogh tentò allora gli esami di ammissione alla facoltà di Teologia prendendo lezioni di Greco e Latino da uno zio. In questo periodo continuò la sua produzione artistica e la sua ricerca di letture lo portò a rifugiarsi nelle diverse biblioteche.

Rifiutato all’esame di ammissione entrò in una scuola di evangelizzazione dove ottenne anche un incarico semestrale; qui Van Gogh si prese cura dei malati e predicava la bibbia.

Qui Vincent viveva in situazioni povere, dormiva sulla paglia in una baracca e, data la situazione, non gli fu rinnovato il contratto. Egli non rinunciò, però, a quella che riteneva una missione.

La svolta definitiva nella sua vita avvenne quando egli riconobbe nella pittura un metodo migliore per diffondere il suo messaggio evangelico. Inoltre egli tentava di riscoprire nell’arte un modo per riscattare la sua insoddisfazione.

Il fratello, infatti, non condividendo il desiderio di dedicarsi alla predicazione, interruppe il loro scambio di lettere; fu allora che Vincent volle incontrarlo per comunicargli le sue incertezze sul futuro.

Van Gogh aveva coltivato sin da piccolo la sua vocazione pittorica ma non l’avevo mai approfondita. Per cominciare iniziò a copiare tutte le tavole del corso di disegno e dimostrò un interesse particolare per la pittura realista.

Completamente votato alle belle arti si recò a Bruxelles dove formalizzò con il disegno prospettico e anatomico e rilevò che le sue aspirazioni furono condivise dai genitori.

Innamorato di una donna qui conosciuta le chiede di sposarlo e al suo rifiuto si ustionò volontariamente la mano. Fu questo il periodo in cui risultò difficile all’artista relazionarsi con i suoi colleghi, anche i più stimati.

Successivamente si invaghì di Sien, una prostituta Trentenne, volle chiederle di sposarlo per “salvarla” dalla sua situazione: era madre di una bambina e ancora una volta incinta.

Durante la sua relazione contrasse la gonorrea e fu ricoverato. Dopo la sua uscita cercò di salvare la donna dalla prostituzione; tale situazione gli fece abbandonare i pennelli dati i problemi finanziari.

Vincent non voleva abbandonare le sue aspirazioni e mentre tornò a dipingere, Sien tornò a prostituirsi. L’uomo allora interruppe la loro relazione così facendo si permise una maggiore dedica all’arte.

Dopo diversi litigi con il padre, l’artista scelse ugualmente di trasferirsi: scelta che si rivelò vincente. Infatti, produsse una grande quantità di quadri grazie all’aiuto offertogli dai propri genitori. Essi, tra l’altro, gli allestirono un atelier rudimentale.

Qui tenne lezioni di pittura ad alcuni pittori e si iniziò a riconoscere il valore della propria arte.

Se il soggiorno fu fecondo dal punto di vista artistico, non lo fu dal punto di vista personale: la madre stava a letto con una gamba rotta, lui fui accusato di essere responsabile della gravidanza di una contadina e il padre, dopo un litigio che lo interessò in prima persona, morì improvvisamente. Fu questo il momento in cui si dedicò maggiormente all’arte per sfogare i propri tumulti.

Volle, allora, attirare a sé nuovi adepti tra cui Gauguin, che però non riteneva la cittadina interessante. Vincent, temendo un rifiuto da parte dell’amico, provò a convincerlo in tutti i modi e dopo l’offerta di Theo, che propose di pagargli il soggiorno ad Arles, Gauguin accettò.

Gauguin rimase deluso arrivato in Provenza: egli voleva trasferirsi ai tropici e non condivideva il disordine e il modo di amministrare il denaro messo in condivisione di Vincent.

Al contrario Van Gogh mostrava ammirazione per l’amico e tendeva a valutare la sua permanenza in Provenza con meno oggettività.

Dopo un episodio violento di Vincent nei confronti dell’Amico, gli scagliò un bicchiere di vino sul volto, subito dopo aver bevuto, si manifestarono diverse tensioni che portarono Gauguin a decidere di partire. Fu dopo una delle loro liti che Vincent si recise il libo dell’orecchio e successivamente fu ricoverato.

Dopo essere stato rilasciato e dopo aver ricevuto un successo dal punto di vista artistico decise di partire. In questo periodo i soggetti si alleggerirono e raggiunse il fratello a Parigi.

Una sera, dopo essere uscito a dipingere i suoi quadri nelle campagne che circondavano il paese, al ritorno su rifugiò nella sua camera. Fu trovato disteso nel letto sanguinante. Fu qui che confessò di essersi sparato un colpo di pistola in pieno stomaco.

Che animo affascinante quello di Van Gogh? Non è vero? Terminano qui i nostri appuntamenti con il post-impressionismo, quale miglior pittore di Van Gogh per terminarli? Io vi saluto, al prossimo appuntamento con l’arte!

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