Urban Exploration. Cos’è il fenomeno Urbex?
Vi è mai capitato di ascoltare questa parola e andare immediatamente a ricercarne il significato? Ecco, si, a me è successo e, in realtà, non molto tempo fa.
Ricercando una definizione online della parola “Urbex” si ottiene che essa è l’abbreviazione di “Urban Exploration”, anche noto come UE, letteralmente “Esplorazione Urbana”. Personalmente ho sempre trovato affascinanti le rovine o le strutture abbandonate e, solo lo scorso anno, ho scoperto di non essere l’unica ad avere questa passione particolare. È proprio in questo contesto che nasce il fenomeno Urbex: l’esplorazione di strutture abbandonate o poco visibili nelle città.
Gli Esploratori Urbani sono portati, molto spesso, a rischiare sia da un punto di vista fisico, per quanto riguarda le metodologie di accesso a determinati siti, sia da un punto di vista penale, anche se, in Italia, l’Urbex non è assolutamente un’attività vietata se eseguita con permessi adeguati, magari forniti dal comune della città, con un’attrezzatura consona e, soprattutto, se si mantiene un clima rispettoso nei confronti del sito esplorato (senza, dunque, saccheggiare o vandalizzare il posto in questione). Infatti, l’Urbex, prevede un’ “infiltrazione” in un sito, anche se così vengono meglio definite le esplorazioni in luoghi abitati o, più generalmente, in siti attivi.
L’Urban Exploration, con il passare degli anni, anche se la sua origine è abbastanza recente, risalirebbe circa a due secoli fa, ha costituito un valido metodo di segnalazione di siti abbandonati impedendone, dunque, un totale decadimento e, alle volte, rendendo anche possibile un nuovo acquisto e quindi restauro con successivo reinserimento nell’insieme dei siti urbani attivi.
L’origine dell’UE sarebbe da ricondurre direttamente ad un esploratore francese ritrovato all’interno delle Catacombe di Parigi morto, forse proprio durante una delle sue esplorazioni, in modo prematuro. Nonostante da quel momento in poi, le catacombe siano state indicate come luogo con divieto di accesso, restano un luogo di incontro e socializzazione per gli “Amanti delle Catacombe”, una particolare tipologia di esploratori urbani.
Una maggiore, e recente, diffusione del fenomeno è dovuta principalmente ai mezzi di comunicazione modeni: molti sono i canali su youtube che propongono esplorazioni urbane in modo costante, anche se nell’ultimo periodo, data la pandemia mondiale, tale attività è resa più difficile, e non mancano programmi televisivi, profili social o, addirittura, articoli di testate giornalistiche importanti che affrontano tale tema.
Vi starete chiedendo: ma cosa c’entrano le “Esplorazioni Urbane” con questo angolino dedicato all’arte?
Ecco a voi la risposta: oltre alle segnalazioni di siti risalenti anche ad epoche antichissime che questo fenomeno riesce a procurare e, dunque, a impedirne la dispersione, è proprio all’interno di queste rovine visitate che si riscoprono affreschi, sculture o oggetti di rarissima e antichissima manifattura, per non parlre, in primis, delle strutture meravigliose che gli esploratori riescono ad osservare.
Cosa ne pensate di questo fenomeno? Andreste mai a visitare un luogo abbandonato per fornirne una documentazione fotografica?
Mi chiamo Stella Mazzone e, nonostante la mia giovane età, sono attratta dallo studio della bellezza in tutte le sue forme. In particolare mi dedico all’analisi di opere artistiche e allo studio delle vite di artisti al fine di farle conoscere a chi, come me, ne è interessato. Il mio motto di vita è “La Bellezza Salverà il Mondo” ed è partendo da questo presupposto che porto avanti questa passione.
Potete trovare alcune mie ricerche sul profilo Instagram che gestisco @storiadellarte_.