Recensione: Un fidanzato su misura – Daniela Carboni

Un fidanzato su misura partecipa alla campagna crowsfunding di bookabook edizioni.

RECENSIONE A CURA DI ALESSIA PERUGINO

“Un fidanzato su misura” è un romanzo leggero, spiritoso e divertente: uno di quei libri da leggere quando si è tanto stressati da aver bisogno di “staccare la spina”. Ma, il fatto che sia tanto leggero, non implica che non abbia una sorta di morale al suo interno! Curiosi di sapere qual’è? Bene! Io sono qui proprio per dirvela! Da sempre, al mondo esistono due tipi di persone che io definisco così: quelli nati”con la camicia”, ovvero quelli che per tanti motivi sono fortunati e riescono sempre a raggiungere i propri obiettivi con semplicità, e quelli nati “senza camicia” cioè chi deve lottare per conquistare ogni piccolo traguardo, chi fa fatica ad ogni piccolo passo. Dorotea, la protagonista di questo libro, fa parte della seconda categoria:è, infatti, in continua competizione con sua cugina, Diana, che sembra riuscire ad arrivare prima di lei in ogni fase della sua vita, fin da quando erano bambine. Sono certa che anche a voi, spesso, è capitato di dover competere con le figure più disparate pur di avere un briciolo di attenzione dai vostri cari, a me è capitato spesso, e a volte sembra che non ci sia una via d’uscita, che semplicemente siamo destinati ad “arrivare secondi”. Invece no! La Carboni, tramite la figura di Dorotea, ci insegna che tutti possono arrivare dove desiderano, e che non ha importanza che ciò avvenga prima o dopo qualcun altro: la sola cosa importante è vivere la propria vita, sentirsi liberi di poterlo fare nel modo che preferiamo e imparare a cogliere le occasioni che ci si presentano davanti senza la paura di “sfigurare” confrontandoci con gli altri o di deludere le aspettative di qualcuno. Se avete bisogno di un bagno di positività, di sentirvi spronati ad affrontare le avventure della vita, dovete assolutamente leggere questo libro: leggero, divertente ma soprattutto la prova che, come si suol dire, “chi la dura, la vince”!

INTERVISTA AUTRICE:  DANIELA CARBONI

1)Intanto ti ringrazio per averci concesso questa intervista! La prima domanda che vorrei porti è questa: cosa ti ha spinta a decidere di scrivere questo libro?
E’ difficile spiegarlo… E’ stata l’idea improvvisa di un attimo, o la coglievo al volo e la mettevo per iscritto, oppure sarebbe svanita via. Ho scelto la prima opzione e non me ne pento.

2)Quanto c’è di te nella protagonista del libro?
Penso che in ogni protagonista di qualsiasi romanzo ci sia qualcosa della sua autrice. Si tratta di empatia e di immedesimazione: se l’autrice non riesce a calarsi nei panni dei personaggi di cui scritto, la storia mancherà automaticamente di qualcosa, perché non sarà realtà sentita fino in fondo, non sarà sincera.

3)Quando è nata la tua passione per la scrittura? 
C’è sempre stata in realtà. Da piccola scrivevo fiabe e poesie; a 12 anni è arrivata la “fase telenovelas” (ne ho iniziate due, mai portate a termine). Infine, dopo anni e anni di inattività, complice un’esperienza di lavoro finita male, ho deciso di dare retta alla mia mia amica di una vita e così eccomi qua.

4)Cosa vuoi che arrivi ai tuoi lettori leggendo le tue storie?
Nient’altro che le emozioni che ho provato io mettendole su carta. Nel caso specifico di questo libro, mi sono divertita talmente tanto a scriverlo, che spero di strappare più di qualche sorriso a chi mi leggerà.

5)C’è un autore o autrice a cui ti ispiri quando scrivi?
Più che ispirarmi durante la scrittura, eventuali autori/autrici mi ispirano “prima”. Sono i libri che sto leggendo sul momento a darmi l’idea su cui lavorare in futuro. Nel caso di “Un fidanzato su misura” l’idea mi è venuta quando avevo appena terminato di leggere Deborah Fasola.

6)Si dice che uno scrittore debba essere in primis un appassionato lettore: quanto è importante per te la lettura?
Ho letto e continuo a leggere di tutto: dai libri per bambini (Harry Potter per esempio, ma anche “Il giardino segreto” e “Piccole donne”), fantasy (ho apprezzato molto il ciclo di Darkover di Marion Zimmer Bradley), classici come  “Jane Eire” e tutta la collezione di Jane Austen e naturalmente, il Romance sia storico che  contemporaneo.

7)C’è un luogo particolare in cui scrivi?
Nell’intimità e nel silenzio della camera dei miei figli, sempre che loro me lo permettano ovviamente.

8)A un certo punto della storia, la protagonista del libro si trova a dover mentire per nascondere qualcosa di cui si vergogna alla famiglia. Ti è mai capitato?
A chi non è mai capitato? L’ho fatto prima e continuo a farlo adesso!Non si tratta sicuramente di notizie memorabili come fa Dorotea nel mio libro, ma di cose semplici e banali, della vita quotidiana. Se raccontassi in famiglia ogni piccolo particolare, i miei mi darebbero tutt’oggi il tormento. Diciamo che è una questione di sopravvivenza.

9)Ti sei mai trovata nella “competizione” con qualcuno che sembra arrivare sempre prima di te, proprio come capita alla protagonista del libro?
Proprio in competizione no… non ne ho mai avuto il bisogno. Però, fino da quando ero piccola, come accade in tutte le famiglie del resto, sono stata sempre paragonata a mio fratello più grande. Tanto io mi tenevo in disparte, tanto lui era al centro dell’attenzione; io ero schiva e riservata, lui esuberante e travolgente. Io avevo paura della mia ombra, lui si lanciava col paracadute. Per farla breve sono sempre stata conosciuta più per essere la sorella di… che non per me stessa. Chissà che non riesca a farlo attraverso questo libro.

10)Infine, vorrei chiederti: c’è qualcosa che consiglieresti a chi, come te, si accinge a scrivere un libro?
Consiglio soltanto di non perdere troppo tempo a scrivere di qualcosa che pensa poter piacere agli altri, ma di scrivere soltanto di quello che piace a sé stesso. Solo così si avranno i risultati (e le soddisfazioni) più grandi.

Grazie per il tuo tempo.

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