Eccoci con una nuova recensione serie tv: COBRA KAI scelta e recensita da MEG.
Serie Netflix 2020 – 20 episodi da 35’ circa
Vi confesso che quando ho visto la locandina su Netflix e il titolo pensavo di aver letto male: la mia memoria è subito andata a Daniel LaRusso e Johnny Lawrence e alla loro sfida bianco e nero sul tatami.
E così ho scoperto che questo è un sequel già dal 2018, destinato a spettatori più giovani. In realtà nella stragrande maggioranza degli episodi vengono riportate parti dei primi due film della saga, per cui riusciamo a vedere queste due serie anche senza aver visto i film. L’elemento centrale non è più Daniel e la sua voglia di riscatto attraverso il karate, ma Johnny e la sua vita fallimentare.
Proviamo più da subito simpatia per lui perché, quel torneo di ben 34 anni prima, lo ha davvero segnato. E’ rimasto nel passato in tutti i sensi, si veste perfino come negli anni ’80 e non ha un cellulare: per tutte e due le serie lo vediamo sempre in bilico tra il tornare a essere un karateca scorretto e un maestro senza valori e la persona che invece potrebbe essere. Dall’altra parte gli sceneggiatori hanno reso Daniel-san quasi un paradosso: è un venditore di auto che usa le mosse di karate per “spaccare” i prezzi nei messaggi pubblicitari. Quella vita di successo che ha all’apparenza, nasconde la sua incapacità di avere un dialogo con i figli.
Se da un lato, noi nostalgici degli anni ’80 ci aspettiamo di trovare qualcosa dei film, dall’altro la serie risulta un tentativo riuscito a metà di colpire le nuove generazioni. Gli adolescenti sono rappresentati solo come dei bulli, perennemente on-line e per i quali il karate del Cobra Kai rappresenta solo un modo in più per mettersi in vista: non c’è nulla in loro né della voglia di riscatto di Daniel ma neppure quella ricerca continua della debolezza altrui tipica di Johnny.
Daniel e Johnny sono cresciuti e per questo pieni di debolezze e imperfezioni, e riescono a tenere l’attenzione dello spettatore in modo abbastanza coinvolgente. Da segnalare che i due protagonisti sono realisticamente imperfetti con le loro rughe e la loro vita, anche se da spettatori stavolta non possiamo non tifare per Johnny e la sua vota così solitaria.
Come per i film, qui la riflessione è sempre su quanto l’attaccare per primi e poi ragionare sia uno stile di vita valido: dopo tanti anni e tante guerre condotte dagli USA è un messaggio più attuale che mai.
Conclusione:
- Se volete fare un viaggio in una saga anni ‘80
- Se vi piacciono le arti marziali e volete vedere qualcosa che soddisfi una serata in coppia.
Sono Meg, appassionata cultrice di cinema e serie TV, ho sempre amato il cinema fin da piccola, quando con la mia mamma vedevo i classici film della Hollywood di una volta, che facevano sognare grandi storie con protagonisti forti e determinati.
Mi piacciono tutti i generi, anche quelli brutti perché ritengo che il cinema sia arte come la pittura e la scrittura: seguitemi qui sul sito, dove vi parlerò di un po’ di tutto, da film già visti a quelli nuovi, da quelli sempre proposti dai palinsesti TV a quelli di nuova uscita sulle reti via cavo, dai “filmbrutti” ai “bruttifilm”, dalle serie più viste alle meno note.