Recensione serie tv: BRIDGERTON

Meg torna con una nuova recensione serie tv: BRIDGERTON

Recensione serie tv: BRIDGERTON
immagine con il solo scopo illustrativo

BRIDGERTON

Serie Netflix anno 2020 – 8 episodi da 57 a 72’ circa

Trama

Ispirata ai romanzi di successo di Julia Quinn, gli otto affiatati fratelli della famiglia Bridgerton cercano l’amore e la felicità nell’ammaliante, sontuoso e competitivo ambiente dell’alta società londinese durante il decennio che va dal 1811 al 1820.

Recensione

Era da un po’ di tempo che una serie TV in costume non scuoteva il pubblico femminile in modo così viscerale, forse dall’epoca della mitica camicia bagnata del Darcy-Firth.

E così, molti di noi costretti ad un Natale lontano dagli affetti causa emergenza sanitaria, sono passati alla visione di questa ennesima novità della rete Netflix. 

Chi scrive, per dovere di cronaca, vi rivela che aveva letto tutta la serie (gli historical romance sono tra i miei generi preferiti e sono anche esigente), per cui ero mossa anche da forte curiosità.

Lasciatemi quindi dire che la serie è costruita abbastanza bene.

Dal punto di vista stilistico, i costumi e le ambientazioni sono pressoché perfetti: seppur girata per lo più a Bath (città dove ho vissuto per un breve periodo e che amo sempre rivedere), i colori quasi sgargianti dei costumi e la fotografia ben rappresentano quella pace apparente che si respirava nel Regno Unito alle soglie delle guerre napoleoniche.

Dal punto di vista dei dialoghi, abbastanza veloci e retti da una serie di coprotagonisti realisticamente bravi e coinvolgenti, una su tutte l’antipatica ed egoista matriarca della famiglia Featherington.

Dal punto di vista della trasposizione, poiché pur rispettando la storia, la versione televisiva ha saputo ben inserire la modernità “hot” e la velocità della vicenda, che l’autrice del libro rende invece molto diversa e più lenta.

E allora cosa non ha funzionato da scatenare così tante polemiche sui social? Non tanto il fatto di voler imporre a tutti i costi il “politically correct”, quanto inserirlo in modo così smaccato, e intendo dire sfruttando l’avvenenza del Duca da una parte e la bravura di Lady Danbury dall’altra.

D’altronde Shonda Rhimes non è nuova ad atteggiamenti del genere (vedi Grey’s Anatomy) e stavolta la sua longa manus è solo arrivata fino a Netflix. 

Certo qui non siamo ai livelli del “Guerra e Pace” con Alessio Boni, o una delle trasposizione della BBC dei romanzi austeniani, ma tutto sommato l’idea di fondo è chiara: rendere televisivamente piacevole e attraente un prodotto che resta comunque di nicchia.

Vi consiglio dunque di vederla se volete uno storico non impegnativo e che vi faccia passare alcune serate piacevoli, poiché di certo noi signore (e lasciateci questa consolazione!) ricorderemo l’avvenenza fisica dei protagonisti maschili per un po’.

Consigliato.

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