Recensione: La figlia sconosciuta – Sara Recordati


Sara Recordati

LA FIGLIA SCONOSCIUTA

Prezzo: €  16,00 
Ebook: €  5,99
Pagine: 352
Genere:  Narrativa Contemporanea Editore: BookaBook
Data di pubblicazione:  15 Novembre






Sinossi

Francesca ha trentacinque anni, un lavoro in una casa di moda a Milano e una famiglia che ama, apparentemente perfetta: il marito Luca, che è la sua roccia, e due adorabili bambini. Però il suo aspetto dolce e ingenuo, con profondi occhi azzurri e ricci biondi, non rispecchia la sua vera essenza: Francesca è infatti oppressa da un passato tormentato carico di silenzi e dall’assenza costante del padre, un celebre pittore egoista e prevaricatore, in grado ancora oggi di spostare l’ago della sua fragile stabilità. Una promozione al lavoro sembra farle respirare aria fresca, e ancora di più l’arrivo di Matteo: con lui Francesca si sente libera di lasciarsi andare e di esprimere un’altra se stessa, più oscura e sensuale. Ma il passato non si cancella e la figura del padre continua a essere presente, sempre più ingombrante e opprimente.


RECENSIONE

Sara Recordati ci fa attraversare un mondo di emozioni struggenti.
Questa storia narra di Francesca e Chicca, due persone all’interno di un solo corpo.
Francesca è la parte turbolenta, sexy, trasgressiva, fuori dagli schemi.
Chicca è la parte fragile, insicura, piena di dolore che continua a reprimere, piena di un vuoto incolmabile.
Una donna cresciuta con un passato difficile, genitori apatici, anaffettivi, assenti.
Un padre che la violenta psicologicamente ma da cui lei non riesce a staccarsi, è suo padre e lo ama, si infligge le colpe di come la tratta, pensa che ogni cosa che lui le vomita addosso sia per causa di un suo sbaglio.
L’errore però era semplicemente essergli figlia.
La nostra Francesca ha un lavoro stabile, il lavoro dei suoi sogni in una casa di moda a Milano, ha una famiglia, due bellissimi bambini ed un marito che le da la forza con il suo amore.

Pesavo tre chili e mezzo, avevo appena emesso il mio primo vagito e già ricevevo la prima lezione di vita: meglio non vedere. Meglio non sapere che le persone più importanti della mia vita mi sfuggivano.

Una lezione di vita che, amaramente, continuava a dover imparare negli anni, crescendo diventava sempre peggiore la situazione. I continui malumori del padre potevano trafiggerla attraverso una semplice telefonata.
Questo fatto della mancanza paterna porta Francesca nella lussuria del tradimento con un uomo che molto spesso la ignora come ha sempre fatto il padre.

Volevo gridare il mio malessere ai quattro venti. Non ce la faccio, non sono in grado, aiutatemi perchè annego, mi manca l’aria, l’angoscia mi inchioda, mi sento sola e distaccata da tutto come la ragazza nel quadro di Manet, sono disperata.

Un libro dalle mille sfumatura.
L’autrice ci fa fare un viaggio emozionale assieme alla povera protagonista, riesce a farcela amare e “odiare” per certi versi.
Un senso di dolore ci pervade durante la lettura ponendoci degli interrogativi sulla vita.
Perchè un genitore deve trattare i propri figli come fossero estranei? Gettare loro addosso tutta quella rabbia ed indifferenza?
Il libro è scritto in prima persona, la lettura è molto scorrevole e prende il lettore in modo accattivante portandolo alle ultime pagine.
Ed è proprio alla fine che, finalmente, tiriamo anche noi un gran sospiro di sollievo con Chicca.
Perché?
Lo scoprirete durante la lettura 😉

Voto 5/5

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