Recensione: Il vento e il suo campione

Recensione: Il vento e il suo campione di Giuseppe Vallerini.

Recensione: Il vento e il suo campione

TRAMA

Un anziano signore si ritira in una abbazia. Il suo nome è William Walsh. Trascorre le sue giornate passeggiando alle prime luci dell’alba, sbrigando quelle poche commissioni che l’età e la forza rimasta gli permettono e soprattutto scrive. Nel silenzio della sera riversa su carta la storia che ha vissuto lasciando che anche le persone che più gli sono state care in vita prendano voce tramite i suoi ricordi. Le prime notizie di sé, che William riporta nel diario polifonico, sono che sua madre è morta da due anni e che il padre è stato accoltellato tanto tempo prima nei pressi del porto di Liverpool. La sua vita scorre monotona tra la biblioteca dove lavora e la casa di cura dell’Abbazia dove spinge la carrozzina a Eddie Smith, un uomo cinquantasettenne con il quale stringerà una forte amicizia. Lo sorreggono in questo suo percorso asfittico la fede e le sedute psicoanalitiche. Una notte, dopo una rimpatriata fra vecchi compagni di liceo, per un attimo prova l’impulso di buttarsi da un ponte e farla finita, quando incontra un senzatetto che gli dona un ciondolo magico. In un lampo, William diventa il calciatore più forte di tutti i tempi. Una sorta di George Best: donne, alcool e macchine veloci. Come calciatore sarà ancora più forte. C’è solo un problema, William non è George e scoprirà presto cosa gli manca davvero: l’unica donna di cui era innamorato dalle superiori e l’amicizia di un paraplegico. Insomma, la storia di William Walsh è la storia su quel che rimane, una volta (dopo) aver avuto tutto.

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RECENSIONE

“Il vento e il suo campione: la favola di William Walsh ovvero come si diventa ciò che si è” è il romanzo di esordio di Giuseppe Vallerini e come esordio è stata una splendida sorpresa.

Già dalla trama ci possiamo rendere conto che queste 174 pagine racchiudono una storia molto più profonda di quel che potrebbe sembrare.

La narrazione si interseca tra prima e terza persona, questo non disturba il lettore perché i personaggi si raccontano da soli e il narratore va solamente ad aggiungere quel pizzico di sale in più che ci dona completezza.

William è uno come tanti, durante la lettura ci potremmo ritrovare nella sua vita normale, nei problemi della quotidianità e in quella voglia assurda di raggiungere a tutti i costi il successo in qualcosa pur di non sentirsi una totale nullità.
Si renderà però conto che nella vita non si può avere tutto e che spesso dovremmo semplicemente capire che ognuno di noi ha già tutto ciò di cui ha bisogno senza dover per forza strafare.

Una storia emozionante in quanto troviamo la disabilità di un fedele amico del nostro protagonista e la vivremo in prima persona proprio dagli occhi e dalla voce del personaggio: Eddie.
Eddie che fin da bambino amava calciare sull’erba il suo pallone ma che poi ha sentito solamente il sapore dell’erba cattiva e di un sogno frantumato.

Nessun personaggio però è il vero e proprio protagonista. 
Il bello di questo libro è che ognuno di loro ha una presenza necessaria e si racconta in maniera eccellente nel contesto.
Ognuno di loro ha il proprio carattere che li caratterizza ed è speciale appunto per questo motivo.

E poi l’amore, sentimento costante della vita di tutti noi, sentimento in grado di cambiarci.

Io credo che questo libro possa portare ad un grande insegnamento di vita.
Bisogna leggerlo davvero con il cuore aperto e con la mente che si pone tante domande a cui dovremmo rispondere sinceramente.
Ne sono stata entusiasta e invito tutti voi a prendervi due giorni  per perdervi in questa storia e farla un po’ vostra.

Arianna

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