Recensione film musical di vario tipo, MEG ce ne consiglia qualcuno
A TUTTO MUSICAL
Se volete passare una serata dove buona musica, canot e scenografie fantastiche si uniscono, vi propongo tre opzioni totalmente diverse e a modo loro diversamente accattivanti.
IL FANTASMA DELL’OPERA
Anno 2004 – di Joel Schumacher
Un vero e proprio classico senza tempo, con le straordinarie musiche di Andrew Lloyd Weber e che da sempre è lo spettacolo più esaurito di Broadway.
Questa versione degli anni duemila ci propone la storia dell’amore ossessivo e impossibile tra Christine ed Erik, l’uomo fantasma dal volto deturpato, interpretati da un’allora semisconosciuto Gerard Butler e da Emmy Rossum, praticamente da noi vista solo in questa pellicola.
L’amore non corrisposto del Fantasma allontanerà Christine anche dal canto, permeando tutta la storia di quel senso oscuro e gotico, tipico del romanzo da cui è tratto.
Per questa versione cinematografica tutti i brani furono doppiati e cantati nelle lingue originali e nella versione italiana, come sempre, il lavoro è eccellente: entrambi i cantanti hanno saputo dare l’espressività e i sentimenti necessari a trasmettere il tormento che pervade tutta la storia, ma rendendola al tempo stesso espressione di quell’amore incredibile verso la musica che unisce i due protagonisti.
A chorus line
Anno 1985 – di Richard Attemborough
Questo è un film un po’ tipicamente anni ’80, con gli scaldamuscoli e le tutine dell’aerobica, e un po’ duro sulla vita dei ballerini, quelli veri e non i fenomeni da spettacolo TV a cui oggi siamo abituati.
I sedici danzatori selezionati in modo durissimo e che raccontano le loro storie individuali sono interpretati da attori sconosciuti, ma che rendono perfettamente sullo schermo la gamma di emozioni che si prova ad una selezione da cui dipende il tuo futuro.
Un giovanissimo Michael Douglas ci appare come un burattinaio che tira i fili crudeli della vita di tutti, davvero irriconoscibile in questo ruolo insolito.
Un film consigliato se volete davvero capire cosa vuol dire vivere per la danza.
VICTOR/VICTORIA
Anno 1982 – di Blake Edwards
Questa divertente e colorata pellicola racconta di come, a volte, siamo disposti a tutto pur di realizzare i nostri sogni, anche a fingere ciò che non siamo.
Una eclettica Julie Andrews interpreta una cantante squattrinata nella Parigi degli anni ’30: rifiutata ai tanti provini perché poco scenica, adotterà lo stratagemma del travestitismo ma in maniera intelligente e che la porterà ad un successo strepitoso.
Oltre alle musiche, che qui esaltano le tonalità vocali uniche della Andrews, il film contiene alcune scene esilaranti, come quella dello scarafaggio, rendendo la pellicola molto leggera.
Il tema del travestitismo è affrontato con ironia e sensibilità, coinvolgendo anche gli altri protagonisti della pellicola, come tipico del regista, ruotando attorno alla domanda: per essere noi stessi, dobbiamo indossare una maschera?
Anche se girato negli anni ’80, il film ricorda molto le pellicole di inizio Novecento della MGM, con tanti colori e lustrini e canzoni ma con una storia di fondo che lo rende ancora oggi unico nel suo genere.
Sono Meg, appassionata cultrice di cinema e serie TV, ho sempre amato il cinema fin da piccola, quando con la mia mamma vedevo i classici film della Hollywood di una volta, che facevano sognare grandi storie con protagonisti forti e determinati.
Mi piacciono tutti i generi, anche quelli brutti perché ritengo che il cinema sia arte come la pittura e la scrittura: seguitemi qui sul sito, dove vi parlerò di un po’ di tutto, da film già visti a quelli nuovi, da quelli sempre proposti dai palinsesti TV a quelli di nuova uscita sulle reti via cavo, dai “filmbrutti” ai “bruttifilm”, dalle serie più viste alle meno note.