Recensione film “BAYWATCH” scritta da Meg.
Film Anno 2017 – di Seth Gordon
Trama
Sulle spiagge di Emerald Bay, in Florida, la sicurezza è assicurata da una squadra di aitanti bagnini capitanati dal tenente Mitch Buchannon, che non si limita però a tutelare i bagnanti e decide di indagare su un pericoloso giro di droga. Pur senza alcuna giurisdizione né ruolo legale, non si tirerà indietro nemmeno quando verranno a galla i primi cadaveri. Nel mentre Mitch deve gestire anche due difficili ingressi nel team: quello di Matt Brody, un campione olimpico caduto in disgrazia e che non sa davvero lavorare in gruppo, e quello dell’imbranato Ronnie, tutt’altro che aitante e nemmeno molto coraggioso, ma dotato di buon cuore oltre che di notevoli abilità informatiche.
Recensione
Ed eccoci a mio primo filmbrutto per voi lettori: sì, si scrive proprio così e si intendono quei film che concentrando una serie di elementi quali recitazione inesistente, battute ridicole, scene d’azione al limite del grottesco ed effetti speciali evidentemente di plastica, riescono però a strapparci un sorriso proprio per la loro assurdità.
Ecco, “Baywatch”, inspirato alla famosissima serie TV degli anni ’90, ne è un perfetto esempio.
Già dalle prime scene, dove una sorta di muro di acqua plastica sorge dal mare alle spalle del massiccio (e inevitabilmente adatto al ruolo di Mitch Buchannon) Dwayne Johnson, capiamo cosa sarà la pellicola.
Zack Efron cerca di tenere il passo del tenente Mitch-The Rock-Dwayne a livello mentale e fisico ,ma spesso le batture risultano quasi malinconiche, lontanissime da quell’ironia intelligente che caratterizzava la serie TV.
Lì dove nella serie, gli aitanti bagnini con i muscoli a tutto schermo, il seno straripante di Pamela Anderson, passavano in secondo piano rispetto all’empatia che i personaggi riuscivano comunque a trasmettere, in questo remake sono scontati i dialoghi, i passaggi e perfino la storia tra Brody e Summer, che non decolla.
Anche la cattiva di turno è più una fotomodella che un vero boss della droga; e la scena dell’esplosione con la sua morte è più simile ad una pellicola a basso costo degli anni ’80 che a un reboot hollywoodiano.
Non lascia nulla questo film se non che una serie di costumi succinti e muscoli sudati (seppur apprezzabili da noi signore), che perfino il cameo di Pamela Anderson, in tipico stile slow motion, non riesce a risollevare.
Insomma un filmbrutto di quelli veri, che non vi lascerà assolutamente nulla, neppure rimpiangere David Hasselhoff.
Consigliato per un approccio indolore ai filmbrutti.
Sono Meg, appassionata cultrice di cinema e serie TV, ho sempre amato il cinema fin da piccola, quando con la mia mamma vedevo i classici film della Hollywood di una volta, che facevano sognare grandi storie con protagonisti forti e determinati.
Mi piacciono tutti i generi, anche quelli brutti perché ritengo che il cinema sia arte come la pittura e la scrittura: seguitemi qui sul sito, dove vi parlerò di un po’ di tutto, da film già visti a quelli nuovi, da quelli sempre proposti dai palinsesti TV a quelli di nuova uscita sulle reti via cavo, dai “filmbrutti” ai “bruttifilm”, dalle serie più viste alle meno note.