Recensione di “La notte delle malombre”

Oggi recensione di “La notte delle malombre” libro uscito ieri con Mondadori e scritto dall’autore Manlio Castagna.
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Recensione di "La notte delle malombre"

TRAMA

Nella gelida notte del 3 marzo 1944, il treno che da Napoli sarebbe dovuto arrivare a Potenza viene trovato fermo in una galleria all’altezza di Balvano. Dentro e intorno, centinaia di cadaveri. Certo, una strage non è inconsueta in tempo di guerra, ma questi morti sono senza ferite. Per dipanare il mistero del treno merci 8017 bisogna tornare indietro nel tempo, salire sgomitando su quel lungo convoglio e guardare in faccia i suoi passeggeri clandestini. Come Rocco il mariuolo, che nella bolgia cerca bottino. O Brando, costretto a farsi carico della famiglia troppo presto. Quando il suo sguardo, puro e determinato, incrocia quello di Nora, la figlia del dottore, le loro anime si legano indissolubilmente. C’è qualcosa però che tormenta la ragazza: ha visto il pericolo incombente sotto forma di malombre, presenze oscure che secondo le credenze popolari annunciano la morte. Ma chi le crederà?

RECENSIONE

Quando bisogna recensire un libro che ci riporta indietro negli anni più bui e tetri della storia è sempre difficile.
Emotivamente possiamo dire che è un viaggio distruttivo perché ritornano a galla eventi bui e storie di vite spezzate.
Allora perché li leggiamo?
Perché non bisogna dimenticare mai, perché bisogna dare spazio e voce anche alle anime perdute in quell’epoca, specialmente se sono storie poco raccontate come questa del treno mai giunto a destinazione.

Gli stivali del diavolo non fanno rumore, dice un vecchio proverbio. E invece la guerra fa un fragore assordante. Il silenzio è solo una pausa fragile tra l’esplosione di una bomba e il crollo di un palazzo, tra le urla di una madre che ha perso un figlio e il tramestio di piedi che corrono verso un riparo

Trovare le parole per descrivere questa storia non è facile.
Mi sono ritrovata catapultata nelle vite di Nora, Brando, Rocco e molti altri ragazzini che con gli occhi dell’innocenza hanno lottato e vissuto situazioni terribili.
Vite diverse tra loro ma tutte con una cosa in comune: la guerra, la mancanza di cibo, il voler fare di tutto per sopravvivere.
È questo che ha intrecciato le loro strade portandoli tutti su quel treno maledetto, la forza di trovare qualcosa per sfamarsi e sfamare la propria famiglia.
Loro così come altre centinaia di persone spinte dalla disperazione.

“Le malombre” sono ombre nere e orribili che schiacciano la piccola Nora.
La tormenteranno, la terrorizzeranno.
Sono ovunque e le ritroveremo in ogni scorcio di vita che soffia via.

La bellezza di questo libro è che racchiude un evento vero che a me personalmente era sfuggito e sono stata molto felice di conoscere.
La storia è ambientata a Napoli e dintorni, una Napoli distrutta dalle bombe e piena di persone impaurite.
Il mistero del treno che non giunse mai a Potenza è stato così raccontato.
Ci viene data una visuale amara e non poteva essere altrimenti.

Mi è piaciuto molto il fatto che ogni titolo del capitolo fosse in realtà l’inizio del capitolo stesso che poi prosegue.

Consiglio? Ovviamente sì.
Consiglierò sempre libri che parlano di periodi storici come la guerra, non si finisce mai di imparare da certe cose.
Perché ci sono stati molti errori che l’uomo ha commesso e che non possiamo permetterci che si ripetano.

Ci sono cicatrici così profonde che il tempo non riesce nemmeno a scolorire, figurarsi a cancellare

Arianna

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