Recensione del libro “La mamma si è addormentata”

Recensione del libro “La mamma si è addormentata” di  Romy Hausmann edito Giunti Editore.

TRAMA

Era solo una ragazzina di quindici anni quando è stata condannata per un crimine atroce, di cui si è sempre dichiarata innocente. Adesso Nadja è una donna adulta e ha ormai scontato la sua pena. Non chiede altro che una vita normale, e quel lavoro anonimo come assistente in uno studio di avvocati sembra l’unico modo per tenere a bada gli incubi e il panico che la assale all’improvviso. Un’esistenza grigia e ripetitiva che però la fa sentire protetta. Ma un giorno, inaspettatamente, la morte rientra di nuovo nella sua vita. Laura, la moglie del suo capo, l’unica persona che le abbia mai dimostrato amicizia, ha commesso un tragico errore, un errore che è finito nel sangue. Adesso potrebbe perdere tutto: suo marito, sua figlia, le sue sicurezze. Nadja sa bene che cosa significhi. Ma sa anche che aiutarla la renderebbe sua complice. Mentre si dirige nei boschi dello Spreewald con un carico inquietante nel bagagliaio della macchina, non può certo immaginare che quel luogo popolato di oscure leggende diventerà teatro di una caccia spietata. Qualcuno sta cercando di trascinarla in un gioco perverso e Nadja capirà ben presto che il suo passato sanguinoso potrebbe fare di lei la vittima perfetta. O l’assassina perfetta.

RECENSIONE

Quando ho terminato la lettura di “La mamma si è addormentata” ho voluto rifletterci un po’ prima di fare una recensione a caldo.

Inizialmente avevo qualche perplessità in quanto non riuscivo bene a immergermi nella storia, ho faticato un po’ per sentirmi coinvolta e questo è avvenuto da circa metà libro.
Il libro interseca dei capitoli in cui la protagonista è Nadja e dei capitoli in cui vi sono delle lettere che ci raccontano un pochino, passo per passo, qualche pezzo del suo passato.
Poi vi sono dei capitoli che vedono protagonista la morte di un’altra donna e i misteri celati al suo interno.

Mi sarebbe piaciuto avere anche qualche scena in cui, quando vi è il fatidico evento drammatico, vi è l’intervento di qualcuno che indaga sul caso, in realtà qui l’autrice si concentra maggiormente su Nadja, Laura e le turbolenze psicologiche che ruotano tutto intorno al mistero della protagonista che si porta dietro dal suo passato, una protagonista fragile e complessa in cura psicologica.

Nel complesso è stata una bella lettura, il mio giudizio è positivo anche se non mi ha convinta al 100%, forse appunto per il fatto che non sono riuscita a trovare quel trasporto che mi consente di entrare in empatia con i personaggi.
So che l’autrice ha scritto anche “La mia prediletta” ma per me è stato il primo approccio con la sua penna.

Mi sento di consigliarlo a chi cerca una lettura in cui il lato psicologico è protagonista e in cui l’inquietudine spesso colpisce il lettore.

Arianna

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