Parliamo di empatia

Parliamo di empatia nel nuovo articolo dedicato alle “pillole di psicologia” della dottoressa Simona Bennardo.

 

Parliamo di empatia

Per il nostro appuntamento con le pillole di psicologia, dopo aver parlato di affettività, dedichiamoci ad un altro concetto molto delicato ma che richiama una gran bella capacità: l’EMPATIA.

Vediamo insieme di cosa si tratta.

Innanzitutto, la parola deriva dal greco ed è composta da “en-“,  che significa dentro, e da “pathos”: sofferenza o sentimento e indicava – nel teatro greco – il rapporto emozionale di partecipazione che legava l’attore al suo pubblico.

Proprio così: con il termine empatia intendiamo quindi la capacità di sentire dentro di noi quello che sta provando l’altro, o anche di intuirne gli stati d’animo in determinate e specifiche situazioni. Grazie a questa capacità possiamo gioire dei risultati di un familiare, esultare per un successo di un amico e sentirci in sintonia con la tristezza di chi sta vivendo un momento difficile.

Questa capacità attiene anch’essa al nostro mondo interiore e soprattutto all’intelligenza emotiva: una competenza che riguarda una specifica parte del nostro cervello: il cervello rettiliano.

Riconoscere le proprie e altrui emozioni è infatti il primo passaggio indispensabile per stabilire una connessione con l’altro, grazie a questa nostra capacità di comprendere i bisogni, gli stati d’animo, le coloriture emotive.

Pensate all’importanza di questo aspetto nelle relazioni, nell’affettività, nell’amicizia, nella comprensione, ma non solo. Pensate a quanto può far piacere incontrare un medico empatico, che riesce a capire come vi sentite e a guidarvi nella diagnosi, o a un capo autoritario ma anche competente empaticamente: capace cioè di comprendere come vi possiate sentire in seguito a decisioni aziendali importanti o a fatti di vita che vi hanno travolto.

Riuscire a comprendere come possa sentirsi l’altro quando è triste, in seguito a una perdita o alla chiusura di un legame affettivo o per contro: riuscire a festeggiare un successo, sentirsi parte di un gruppo sul lavoro, capire profondamente le ragioni di un collega (anche se non siamo d’accordo con il suo pensiero!). Condividere un momento bello o brutto, un sentimento allegro o triste con un’altra persona è quella parte di condivisione e di comprensione dell’altro che ci consente di avere relazioni profonde, di vivere rapporti significativi, di innamorarci e di sviluppare contesti armoniosi intorno a noi. Certo, il meccanismo dell’empatia può risultare faticoso e a volte rischia di farci sentire travolti dalle emozioni degli altri, ma una buona capacità di sentire l’altro include anche una capacità di pensiero e di comprensione della situazione, senza dimenticarci che quello che sentiamo è il frutto di emozioni che l’altro ci ha fatto provare raccontandoci di sé. Insomma: è sempre importante utilizzare anche una parte cognitiva per non farsi travolgere dalle situazioni!

In un mondo pieno di conflittualità e competitività sembrerebbe davvero molto importante valorizzare questo aspetto: la comprensione empatica ci aiuterebbe infatti a dialogare e comunicare meglio, a risolvere i conflitti, a sentirci maggiormente vicini gli uni agli altri e ad affrontare e risolvere tante situazioni importanti della nostra vita!

Per saperne di più: Ascolto attivo ed empatia. I segreti di una comunicazione efficace – Daniele Trevisani

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