Una chiacchierata con Martina Della Ragione|Intervista

Abbiamo fatto una chiacchierata con l’autrice Martina Della Ragione che sarà presente sul blog per un bel po’ di tempo.
L’autrice di “La finca cubana” risponde alle nostre domande.

Martina Della Ragione
In foto: “La finca cubana” nella sua prima edizione
  • Ciao Martina, è un piacere averti nuovamente qui con noi. Oggi voglio farti qualche domanda sul tuo libro: La finca cubana. Ho saputo che avrà una nuova veste e un nuovo titolo, come ti fa sentire?<br />Ciao Arianna, ti ringrazio di cuore per lo spazio che mi concedi. Sono contenta di essere di nuovo con voi per condividere una bella novità. È vero, La Finca Cubana avrà presto una nuova veste: la pubblicazione da parte di una casa editrice. Di conseguenza, saranno apportati due cambiamenti principali. Il primo riguarda il titolo, che muterà per valorizzare aspetti della storia diversi rispetto a quelli che evoca il riferimento alla fattoria nell’isola di Cuba. Conoscendo tu bene il testo originale, sai che il filo rosso dell’intera narrazione è il rapporto/non rapporto tra la protagonista, Diana, e la figlia Alma, che cresce lontana da lei. Il nuovo titolo, dunque, rimanda all’importanza di tale legame, che permea ogni singola parola del racconto, scritto sotto forma di lettera aperta, in una stanza d’albergo con vista sui tetti di Bologna, la città in cui la bambina vive insieme alla famiglia adottiva. Il capoluogo emiliano, fa, quindi, da sfondo alle riflessioni di Diana, la quale, pur in un momento emotivamente complicato, trova la lucidità per ricostruire, tassello dopo tassello, il puzzle della sua vita, affinché la figlia, un giorno, quando i tempi saranno maturi, possa conoscere la storia della madre, una donna che, nonostante gli errori, l’ha amata sin da subito e continua a farlo, seppur da una posizione defilata. Sotto altro profilo, il titolo, potrebbe essere interpretato nel modo seguente. In particolare, a seconda della sensibilità individuale, non sarebbe sbagliato collegarlo al rapporto tra Diana e l’uomo con il quale ella condivide la genitorialità biologica, Enrique. Alla fine della lettera “a cuore aperto”, infatti, ci sarà un colpo di scena che farà capire come la protagonista, nonostante il corso degli eventi, non riesca a dimenticare la persona che ha riscaldato il suo cuore, seppur per una breve parentesi di vita. Non è pronta a perdonare, né a tornare sui suoi passi, che sia chiaro; tuttavia, con maturità, riesce a pensare alla soluzione migliore, non tanto per se stessa, quanto per l’eredità (soprattutto emotiva), lasciata dai nonni, che ha amato profondamente. Ella agisce, quindi, pensando alla “finca”, il rifugio che l’ha accolta per una serie infinita di estati, regalandole esperienze indimenticabili e, soprattutto, il riscatto emotivo. Il pregio di Diana, per lo meno per come ho cercato di dipingerla, è la capacità di mettere da parte la propria “convenienza”, sforzandosi di focalizzare l’attenzione sulle alternative migliori per tutti. Il tema è ricorrente e si rinviene, massimamente, nel suo approccio – a posteriori – con la figlia, una bambina che scoprirà serena in un contesto diverso da quello che Diana si era prefigurata. Ebbene, l’altro cambiamento cui ho accennato, riguarda la copertina. Quest’ultima, infatti, rispecchia gli elementi che in questa nuova edizione si intendono sottolineare. Anche qui, dunque, le luci sono puntate sulla protagonista. Bologna, è riconoscibile ed è importante, essendo il luogo in cui Diana viene colta dall’ispirazione e decide di raccontare se stessa. Si tratta di una cover che mi piace molto, forse addirittura di più di quella scelta per La Finca Cubana. Ciò che trovo carino è che riesce a compendiare in modo armonico il messaggio che vorrei veicolare con la ri-pubblicazione. L’isola di Cuba, in questa nuova edizione, parrebbe passare in secondo piano, è vero. Rimane, comunque, uno scenario importante per gli eventi. Questa volta, però, mi sono proposta di provare a lanciare sin da subito un messaggio chiaro al lettore (o, forse, più probabilmente, alla lettrice, che potrebbe sentirsi coinvolta in modo diverso in questo genere di narrativa): vorrei avere la possibilità di prenderti per mano e accompagnarti in un viaggio che parte dalla città di Bologna e giunge lontano, dove la penna della donna intenta a scrivere ti porterà. L’artista che ha realizzato la copertina, di cui in futuro, se sarà d’accordo, rivelerò il nome, ha saputo rappresentare al meglio il concetto che avevo in mente, avendo anche l’idea di posizionare il titolo dell’opera nel cielo, come per dire: affido a te le mie parole, che lascio sospese, sperando possano, prima o poi, trovare una collocazione. Quest’ultima, ovviamente, non potrebbe essere che nel cuore e nella vita di Alma, bambina nel momento in cui Diana scrive; con ogni probabilità, donna, quando entrerà in possesso del quaderno a cui la madre sta dedicando tanta attenzione. Come mi sento rispetto a questa nuova “avventura”? Indubbiamente sono felice e spero che, chi ha già letto il libro, vedendo la nuova veste che assumerà possa apprezzare la rivisitazione; auspico, invece, di incuriosire alla storia le persone che si sono sentite poco rappresentate dal gusto esotico della cover originale e da una sinossi formulata in modo meno esplicito rispetto a quella che sarà a breve.
  • La storia di Alma sarà diversa? Ci saranno delle modifiche testuali?
    La storia rimarrà invariata. Le modifiche testuali saranno minime. Quindi, la nuova edizione non si rivolgerà alle persone che hanno già letto La Finca Cubana, in quanto non ci saranno novità sotto il profilo contenutistico. Mi piacerebbe, di sicuro, avere dei pareri da chi conosce già l’opera, sulla copertina rinnovata e la diversa impostazione della sinossi.
  • Essendo stato scelto da una casa editrice, hai accettato subito o avevi qualche dubbio?
    Ho ragionato a lungo su quale fosse la scelta migliore da prendere. Essendo rimasta soddisfatta dell’esperienza di self publishing, sono stata assalita da mille dubbi, lo ammetto. Alla fine, però, in un certo senso, mi pare di aver pensato al “bene dell’opera” affidandola a “mani più esperte” delle mie. Facendo tesoro dei feedback ricevuti in quasi un anno di pubblicazione, ho affidato il lavoro di rivisitazione della grafica, mettendo in luce gli aspetti che hanno incuriosito i lettori de La Finca Cubana. Mi è sembrato un modo per ringraziarli del tempo che hanno dedicato alla storia di Diana e all’affetto inaspettato che ho ricevuto. Il testo originale sarà ancora disponibile nei principali store on line per tutta l’estate, sia in versione e-book che cartacea, poi, si vedrà.
  • Cosa ti aspetti dalla nuova versione?
    Quello che mi aspetto dalla nuova edizione de La Finca Cubana è di attirare l’attenzione di un pubblico diverso da quello che è stato incuriosito dal libro originario. E poi, a prescindere da tutto, mi piacerebbe rinsaldare il legame con i lettori “precedenti”, lanciando un messaggio forte e chiaro: scrivo per voi e ogni cenno che ricevo, per me, ha molta importanza. Spero di aver tenuto tutto ciò che mi avete fatto presente in debito conto nella nuova copertina. Aspetto i vostri pareri!
  • Cosa ti aspetti dalla pubblicazione con CE?
    Vedo la pubblicazione con la casa editrice come l’inizio di un’esperienza che mi dia la possibilità di parlare con spirito nuovo di un testo che ha già compiuto una parte del suo percorso.
  • Ci puoi svelare il nuovo titolo e la casa editrice in anteprima in questa intervista?
    Con piacere! Il titolo sarà: Sempre dentro di me. La casa editrice: CTL.
  • Ci saranno versione e-book e cartaceo?
    Per ora abbiamo pensato solo alla versione cartacea. Di certo, valuteremo anche la possibilità di creare l’ebook.
  • Cosa diresti ai lettori che hanno già letto la “vecchia” Finca cubana? Consigli comunque di leggerlo? Perché?


  • Ci riassumi, brevissimamente, il significato della storia di Alma?Alma, in realtà, è la destinataria della lettera che Diana scrive in preda a sentimenti contrastanti dopo averla vista di sfuggita all’uscita di una scuola elementare. Quando, in un futuro ipotetico, Alma avrà l’occasione di leggere le parole che la madre le ha rivolto, in un tentativo, che definirei garbato e disperato al tempo stesso, e prenderà carta e penna per formulare una risposta da spedire dall’altro capo dell’Oceano, come Diana stessa le suggerisce, allora sì che la sua personalità verrà fuori e con essa, il significato della sua storia. Per quanto riguarda, invece, il messaggio sotteso alle vicende che riguardano Diana, penso che la sensibilità individuale, come sempre, giochi un ruolo fondamentale. Dal mio punto di vista, posso dire che, seppur la storia non sia tra le più leggere, dovrebbe riuscire a mettere in luce un’evoluzione della protagonista: da bambina e ragazza costretta a “navigare a vista” e a contare solo sulle sue forze, nonostante intorno, quanto meno “sulla carta” sia circondata da varie persone, a donna non certo risolta, ma abbastanza matura da compiere alcune scelte razionali. Una di queste è quella di farsi da parte in nome del sentimento, perché amare davvero, a volte, può imporre di rimanere a guardare.
  • Infine volevo chiederti, cosa rende speciale il tuo libro?
    Questa, Arianna, è una domanda alla quale trovo difficile rispondere e che preferirei lasciare ai lettori. Una cosa che mi sento di dire è che spero risalti l’umanità con la quale ho cercato di mettere in scena quello che potrei definire “un dramma”, specchio di situazioni reali. Da ultimo, mi auguro possa essere valutato positivamente il tentativo di caratterizzare geograficamente la storia, trasportando il lettore in due mondi diversissimi: quello di Zocca, incastonata sull’Appennino Emiliano, su cui si staglia l’ombra della più famosa rockstar italiana, e quello di Cuba, il rifugio dell’anima di Diana. Grazie ancora per lo spazio!

    Arianna Venturino
    https://www.onlybookslover.it/

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