Morgane ci parla dell’isola dell’orrore di Poveglia – Venezia nel nuovo articolo sulle leggende gotiche.
Poveglia è una piccola isola della laguna Veneta, unica macchia di imperfezione in mezzo a tanta bellezza, tanto che le onde che ne lambiscono le coste portano spesso via resti di ossa umane…
Con la prima epidemia di peste bubbonica in Europa, a Venezia il numero di morti e moribondi si fece intollerabilmente alto, tanto che i cadaveri si accumulavano ed il fetore era opprimente.
Era perciò necessario prendere delle misure drastiche così le autorità locali decisero di usare Poveglia come un vero e proprio lazzaretto per ammalati e cadaveri.
I corpi venivano portati sull’isola e scaricati in fosse profonde oppure bruciati su immensi roghi.
Chi mostrava i primi segni di malattia, veniva trascinato via dalla propria casa con urla strazianti e portato nell’isola dove veniva gettata nelle fosse dei cadaveri in decomposizione dove venivano lasciate morire di agonia.
Il suolo dell’isola combinato con i resti carbonizzati dei cadaveri ha formato uno strato di cenere vischiosa sul terreno che al calore del sole si secca dando vita ad una polvere sottile che penetra nei polmoni quando sollevata dal vento.
Parte dell’isola quindi è composta da resti umani e ad oggi l’isola è evitata dai pescatori vista la elevata possibilità di tirare su le spoglie di qualche cadavere.
Nel 1922 sull’isola fu costruito un ospedale psichiatrico, qui i pazienti cominciarono a riferire di vedere i fantasmi della peste e sentire dei mormorii che uscivano dalle pareti.
Questi racconto tuttavia non vennero presi in considerazione perché le persone erano mentalmente instabili.
Fu quando il medico che lo gestiva cominciò a vedere le vittime della peste e tentò il suicidio che l’ospedale venne chiuso anche per i trattamenti a cui erano sottoposti i pazienti e da allora l’isola è rimasta disabitata. I gemiti e le urla che provengono da essa sono insopportabili e l’unico sprovveduto che ha tentato di visitarla si è sentito urlare “vada via e non torni mai più”.
Benedetta Giovannetti nata a Firenze nel 1978 dove vive fino al 2012, laureata in giurisprudenza sviluppa fin da piccola una passione per la scrittura ereditata da suo nonno, ha pubblicato il suo primo libro nel 2012 ed un secondo dal titolo Per notti senza riposo a maggio del 2019, tra una ricerca di lavoro ed una scorpacciata di libri da leggere spera di riuscire a pubblicare tutti gli altri romanzi che ha in sospeso nel suo Mac.
Collaboratrice per la rivista Fulldassi Megazine e donna di Fiori e con Onlybookslover.it ha anche un sito dove vende gioielli creati al 90% da lei.
Si avvicina al mondo delle fate e della magia grazie alle storie dei suoi nonni e ai numerosi romanzi fantasy che legge ma sono le pietre ad attrarla fin da piccola tanto poi da iniziare a studiarle e ad abbinarle per creare gioielli… Da lì in poi studia anche i vari solstizi e le fasi lunari per applicarle al meglio sulle pietre che usa e che propone alle clienti…
I suoi colori preferiti sono il viola e il nero e sogna di riuscire a guadagnarsi da vivere scrivendo.