L’ansia in pillole di psicologia

Nuovo articolo con l’ansia in pillole di psicologia scritto da Simona Bennardo.

 

L'ansia in pillole di psicologia

“Leggeva con ansia che a stento le permetteva di capire, mentre l’impazienza di sapere ciò che diceva la frase successiva le impediva di cogliere il significato di quella che aveva sotto gli occhi”
– Jane Austen

Amici e amiche della rubrica Pillole di Psicologia, chissà quante volte vi siete detti: “che ansia!” sentendovi sommergere da una serie di percezioni allarmanti.

Come avrete capito, oggi vorrei parlarvi dell’ansia, quella sensazione di allarme che ci attanaglia in alcune specifiche situazioni o in particolari momenti della nostra vita.

Innanzitutto dobbiamo dire che si tratta di un’emozione assolutamente sana e normale, che in alcune situazioni – per esempio prima di un esame, o di un incontro importante: insomma in una situazione in cui ci sentiamo agitati – si attiva proprio per segnalarci un potenziale “pericolo”. Ci suggerisce implicitamente quindi di stare attenti e di valutare con attenzione gli elementi dell’ambiente che ci circonda per capire di quale tipo di pericolo si tratti e come reagirvi.

La parola ansia deriva dal latino angere ossia “stringere”; in effetti è esattamente così che ci sentiamo e la sensazione di disagio che si avverte e la sensazione di costrizione che si percepisce e di incertezza sul futuro sono parte del quadro ansioso.

L’ansia, va detto, è uno stato caratterizzato da sentimenti di paura e di preoccupazione non necessariamente connessi, almeno apparentemente, ad alcuno stimolo immediato specifico, diversamente dalla paura che presuppone un reale pericolo percepito lì, in quel momento. Quindi ricapitolando: è vero che in certe situazioni è assolutamente normale sentirsi agitati, ma sarà altrettanto importante non farsi prendere ulteriormente dall’agitazione e lasciare quindi che l’emozione si amplifichi, trasformandosi in qualcosa di più intenso o peggio, in un attacco di panico. Valutiamo, respiriamo (soprattutto non dimentichiamoci di respirare!) e pensiamo a quali siano le motivazioni per cui ci sentiamo agitati. Siamo al nostro primo colloquio di lavoro?
E’ normale essere ansiosi, quindi cerchiamo di pensare a tutti i buoni motivi per cui siamo lì e a tutte le nostre buone qualità da proporre nel corso del colloquio. Benissimo fare qualche esercizio di meditazione sul respiro e per i meno abituati alle pratiche di meditazione o mindfulness, va benissimo effettuare qualche respiro concentrandosi sull’aria che entra e che esce e sul movimento della pancia durante la respirazione.

Quindi ricordiamoci che l’ansia è normale e fisiologica: prima di un evento, o anche in previsione di un evento futuro, questa emozione si attiva per segnalarci di “stare attenti”: l’ansia anticipatoria quindi ci potrebbe consentire di prepararci ad hoc ad un colloquio importante o all’evento che tanto ci preoccupa. Insomma: come tutte le emozioni è importante conoscerla e imparare a utilizzarla come un segnale utile che il nostro corpo ci manda. Il nostro corpo ci parla, molto più spesso di quanto non ci sembri: ascoltarlo è importante!

Ovviamente non stiamo parlando di fobie specifiche, attacchi d’ansia, attacchi di panico o di un disturbo d’ansia, condizioni per le quali è importante un consulto con uno psicologo-psicoterapeuta – i più indicati sono i terapeuti con specializzazione cognitivo-comportamentale – per valutarne intensità, frequenza e durata e approntare insieme un piano terapeutico.

Per approfondire:  Braconnier A., “Piccoli o grandi ansiosi? Come trasformare l’ansia in una forza”, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2003

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