LA MACEDONIA DA REGNO A IMPERO

LA MACEDONIA DA REGNO A IMPERO E L’UNIVERSALITÀ ELLENICA nel nuovo articolo di “Un salto nella storia” con Giacomo Sabbatini.

 

Dopo la guerra del Peloponneso,  in Grecia si affermò l’egemonia spartana, che però venne rapidamente meno, così come rapidamente meno vennero le fortune di Tebe, affermatasi come grande potenza fra Sparta e Atene, intorno al 360 a.C. . Intanto però i persiani, sfruttando le rivalità elleniche, poterono ristabilire il controllo sulla Ionia. La cultura greca del IV secolo rispecchiò straordinariamente questa crisi e l’irrequietezza derivate da un così profondo travaglio. Proprio in questo clima, si ebbe dai margini del mondo greco un’azione che in breve tempo portò a riunire la Grecia sotto un’unica corona. Ne fu protagonista Filippo II, re di Macedonia. La Macedonia, abitata da uomini di lingua greca, aveva  iniziato ad affermare la sua importanza storica intorno al 1000 a.C., conservando gli arcaici tratti delle  monarchie greche. Temporaneamente assoggettata ai Persiani,  aveva recuperato la sua autonomia a seguito dei falliti tentativi di questi ultimi di espandersi in Grecia, mentre durante la guerra del Peloponneso aveva parteggiato prima per Sparta e poi per Atene. Le divisioni e i conflitti del mondo greco offrivano diverse possibilità ad una potenza unita e organizzata come la Macedonia, che iniziava infatti ad intromettersi  in quel mondo. Dopo la sua affermazione nel 359, Filippo II tra il 357 e il 338, attraverso una lunga serie di conflitti, tra i quali è importante ricordare la battaglia campale  di Cheronea, riuscì a imporre il suo predominio sulle città greche e le loro leghe, entrando addirittura nell’anfizionia delfica e divenendone arbitro. L’idea di superare con l’istituzione di un potere comune le varie divisioni tra le poleis, si era fatta strada al loro interno e veniva a contrastare con le tendenze di mantenimento del regime delle stesse, delle quali furono campioni Demostene e Isocrate. Non si trattava comunque di un concetto di nazione ellenica, che non nacque neppure allora ed era estraneo a Filippo. Il re macedone, pur nella sua logica egemonica, guidò una politica di concordia tra greci e il suo popolo, facendo addirittura decidere nel 337 da un’assemblea ellenica, la guerra ai persiani, concepita come esperienza per consolidare la recente unificazione greca sotto la corona macedone. 

L’anno seguente però Filippo fu assassinato e gli succedette il figlio Alessandro, destinato ad un breve regno, dal 336 al 323 a.C., ma protagonista di un’azione storica che ne fece una figura eminente nella storia del mondo e rendendolo noto come Alessandro Magno, ovvero “ il grande”.  Alessandro, nato nel 356, fu  allievo Aristotele, massimo esponente della cultura ellenica e mondiale, ed ereditò dal padre la forza militare della Macedonia, notevolmente potenziata, sostituendo l’ordinamento e la tattica oplitica con la formazione della falange. Ereditò anche il progetto della guerra persiana, mai iniziata dal padre, alla cui alternativa rimaneva solo una forte imposizione del potere regio. Al di là delle numerose ragioni di carattere economico e delle condizioni di divisione in cui si trovavano le popolazioni persiane,  questa guerra aveva una giustificazione oggettiva: sgombrare l’orizzonte greco da un’ombra sempre minacciosa. L’impresa di Alessandro riuscì oltre ogni aspettativa, in soli dieci anni ( 333,323 a.C.) il giovane re, dopo aver vinto la guerra e conquistato l’intera Persia,si spinse fino all’India e alle soglie del mondo tibetano, costruendo uno dei più vasti imperi che la storia abbia mai conosciuto e fondando città come Alessandria d’Egitto, destinate a diventare grandi centri culturali nel millennio successivo . 

Tuttavia questo impero non resse alla sua scomparsa e i suoi generali( i diadochi) se lo contesero e divisero, dando luogo ad una travagliata e instabile costellazione di potenze, mentre la Grecia tornava ad essere autonoma sulla base dei sistemi di leghe fra le città, ma senza mai uscire dalla crisi di fondo che la conquista macedone aveva sedato. Con la fine dell’Impero però, non finirono, ma anzi cominciarono, gli effetti delle imprese di Alessandro, dando al mondo greco uno straordinario collaudo del suo patrimonio di cultura e civiltà, su una scena storica più ampia e rendendo il giovane re macedone una figura leggendaria, destinata ad influenzare la mentalità dei grandi personaggi della storia fino ai giorni d’oggi.

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