La Basilica di San Pietro

La Basilica di San Pietro è l’argomento che tratterà oggi Stella con la sua rubrica “Appuntamento con l’arte”.

Eccoci qui al terzo “Appuntamento con l’arte”, oggi sono qui con un tema particolare non un autore con tutte le sue opere, bensì un’opera con tutti i suoi autori: La Basilica di San Pietro, il simbolo della città di Roma e dei cattolici di tutto il mondo.

Pochi sanno che il suo nome ufficiale è “Arcibasilica papale maggiore di San Pietro in Vaticano” che fa da coronamento alla monumentale piazza San Pietro. Tuttavia la Basilica non è la cattedrale della diocesi romana: tale ruolo spetta invece alla Basilica di San Giovanni in Laterano. Essendo comunque cappella pontificia, essa è in solenne funzione in occasione delle celebrazioni papali (Natale, Pasqua, riti della Settimana Santa, proclamazione dei nuovi Papi, funerali di quelli defunti, apertura e chiusura dei Giubilei, canonizzazione dei nuovi santi…).

La costruzione dell’attuale basilica fu avviata nel 1506 sotto papa Giulio II e conclusa nel 1626 sotto papa Urbano VIII, anche se la piazza antistante fu conclusa nel 1667. Circa un secolo Dopo furono ritrovati i disegni della ricostruzione della basilica fatta costruire precedentemente dell’imperatore Costantino I. Essa sorgeva su una necropoli dove, la tradizione cristiana vuole che sia stato seppellito Pietro, il primo apostolo di Cristo, dopo la sua crocifissione. L’aspetto della precedente Basilica lo possiamo solo immaginare grazie ad alcune raffigurazioni artistiche. La struttura, formata da cinque navate coperte da capriate lignee, è stata, nei secoli, arricchita con preziose opere d’arte. I lavori di ristrutturazione e della basilica cominciarono nel 1450 sotto Papa Niccolò V: la basilica costantiniana, sopravvissuta a saccheggi e incendi, doveva conservare la struttura architettonica e subire delle modifiche a parte absidale, con l’aggiunta di un coro. Il progetto fu affidato a Bernardo Rossellino. I lavori cominciarono presto, ma dopo la morte del papa, furono interrotti. La costruzione effettiva della nuova basilica fu avviata nel 1505 sotto il papa Giulio II, forse spinto da Michelangelo e dalla sua volontà di dare un contorno al mausoleo che aveva concepito per la sua morte. Il progetto fu affidato a Bramante, dopo aver accolto progetti dai maggiori artisti dell’epoca, tra cui Giocondo che ne propose uno ispirato alla Basilica di San Marco a Venezia, da dove proveniva. Il dibattito che si svolse in quel periodo era basato sul voler costruire un edificio a pianta centrale, idea condivisa dagli architetti della Curia. Bramante non lasciò un solo progetto per la basilica, una sua idea prevedeva la pianta a croce greca e una cupola emisferica. Tale progetto è desumibile sia da una medaglia che da un disegno dal quale è percepibile la ricerca dell’equilibrio, simbolo che il rinascimento si diradava anche nella Chiesa. Molto nel progetto di Bramante era ispirato all’architettura romana antica, partendo da cupola in cemento ispirata a quella del Pantheon. Altri riferimenti provengono direttamente dell’architettura rinascimentale fiorentina.

La volontà di mantenere la costruzione di Rossellino costituì la rinuncia da parte del papa e di Bramante al progetto predetto. I due però non rinunciarono alla costruzione di quattro pilastri che avrebbero sorretto la cupola. Per avviare il suo progetto, Bramante fece distruggere la parte presbiterale della preesistente basilica, e per questo fu rinominato “maestro ruinante”. Ciò provocò polemiche che si protrassero anche dopo la morte del papa ed ebbero un ruolo fondamentale anche nella nascita della riforma protestante.

A Bramante seguì Raffaello Sanzio e dopo la sua morte subentrò come primo architetto Antonio da Sangallo. Tutti gli architetti e i rispettivi aiutanti presentarono progetti per il completamento della basilica, il che aprì un lungo dibattito. Quasi tutte le soluzioni, tranne una che sceglieva la pianta centrale, prevedevano un ritorno alla pianta basilicale (corpo longitudinale e tre navate). Dopo una ripresa di lavori, il sacco di Roma fermò la concretizzazione di questi progetti. Sotto papa Paolo III Sangallo riprese i lavori realizzando un modellino ligneo sul quale illustrò nei minimi dettagli il suo disegno. Il suo progetto era la sintesi perfetta tra il progetto di Bramante e quello di Raffaello.

Alla direzione dei lavori subentrò Michelangelo, ormai settantenne. Non propose mai un progetto definitivo per la basilica, ma era sicuramente contrario a quello di Sangallo, giudicato poco luminoso. Michelangelo avviò il cantiere in diversi punti della basilica così da costringere i suoi successori a continuare il suo lavoro. Il fulcro del progetto era la cupola, ispirata a quella di Santa Maria del Fiore a Firenze, portata a termine da Giacomo della Porta.

Dopo la possibile indizione di un concorso, di cui non si hanno documentazioni, sotto Papa Clemente VIII, il completamento della basilica fu affidato a Carlo Maderno. Come previsto dal Papa la basilica doveva basarsi sulla coesione delle navate longitudinali e del corpo centrico, ma con l’elezione di Papa Paolo V venne abbandonato quel progetto per procedere con quello di Michelangelo a pianta centrale con un nuovo corpo longitudinale. Il progetto di Michelangelo fu ulteriormente alterato all’avvio dei lavori nel 1608: la pianta fu ricondotta a croce latina, in modo che potesse contenere più fedeli, trasformando la chiesa in uno strumento di culto di massa. Maderno avviò anche la costruzione della facciata, e a lavori conclusi, per volontà di Papa Paolo V, vennero aggiunti due campanili laterali. I lavori di questi ultimi furono interrotti ben presto. Così facendo le torri finirono per aumentare le dimensioni orizzontali della facciata, facendola apparire sproporzionata.

 

La questione dei campanili fu ripresa da Gian Lorenzo Bernini, ma all’inizio della costruzione si manifestarono problemi statici che decretarono la sospensione dei lavori e l’abbattimento di quanto costruito fino a quel momento. Bernini, autore della piazza antistante alla Basilica, provò ulteriormente a slanciare verso l’alto la costruzione attraverso delle trasformazioni.

Nel 1615 fu demolito il muro divisorio tra la vecchia basilica e quella nuova, e l’anno dopo numerose maestranze lavorarono all’apparato decorativo: anche in questo ambito Bernini e i suoi aiutanti ebbero un ruolo fondamentale.

La basilica fu consacrata il 18 Novembre 1626 da Papa Urbano VIII. Per lui fu anche realizzata, per il suo sepolcro, una statua in bronzo somigliante a quella di San Pietro.

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