Intervista sul libro “Portami con te”

Intervista sul libro “Portami con te” di Ingrid Rivi disponibile su Amazon.

TRAMA

Lei era il suo attimo di pace nel bel mezzo della guerra.

Lui era in guerra con il mondo intero, ma non con lei.

A vent’anni Emily rimane orfana della sua famiglia, Cut invece, la famiglia ce l’ha, ma fa di tutto per allontanarsene. Non hanno niente in comune se non la passione per l’arte.
Tra le vie di Oberdan e il degrado del quartiere basso, le feste delle street jam, strofe di poesia sussurrate e bombolette spray: Emily e Cut si scopriranno complici.

Una tentazione pericolosa anniderà i cuori dei due giovani e scegliere non sarà così facile.

«Non esiste la parte giusta o quella sbagliata, esiste solo la parte nella quale decidi di stare, quella che fa per te.»



INTERVISTA

  • Ciao Ingrid! Parlaci di “PORTAMI CON TE”

Ciao Arianna, “Portami con te” è il mio ultimo romance contemporaneo uscito il 4 ottobre, è un libro diverso dai precedenti per il target di età dei protagonisti che si aggira intorno ai 20 anni. Si tratta del mio primo young adult, un’esperienza nuova e interessante per una come me a cui piace sperimentare.

  • Come è arrivata l’idea?

L’idea è nata parecchi anni fa, dopo aver letto un articolo di giornale che trattava di alcuni writer che dalla Spagna arrivavano in Italia in treno e durante il tragitto lasciavano traccia delle loro opere, la storia era pazzesca, ne rimasi subito affascinata e da lì è stato facile farsi trasportare dall’immaginazione e dare vita a Cut ed Emily.

  • Quale momento del libro è stato il più difficile da scrivere? Se c’è stato.

Il momento più difficile è stato l’estate scorsa, quando stavo rivedendo alcuni aspetti della trama di “Portami con te” e contemporaneamente mi sono ritrovata seguire l’uscita della trilogia fantasy del Tuath, temevo che non ce l’avrei fatta a fare tutto.

  • Ci parli un po’ dei tuoi protagonisti? Che tipi sono?

In “Portami con te” la storia si sviluppa soprattutto attorno ai due personaggi principali Cut ed Emily, una scelta insolita, dato che da sempre, nei miei libri, ho dato molto spazio ai personaggi secondari, ma in questo caso specifico la storia è davvero andata per la sua strada. Cut ed Emily insieme erano davvero forti e facevano scintille. Cut è un ragazzaccio dal cuore romantico, a volte irriverente, molto spesso fuori dagli schemi con una passione sfrenata per la poesia e per l’arte, Emily è una ragazza che è rimasta orfana e la sofferenza l’ha portata a chiudersi in sé stessa per non restare vittima del dolore. Non potevo pensare due personaggi così diversi… ma anche così uniti.

  • Cosa ci dobbiamo aspettare da questa storia?

E’ una storia fresca e frizzante, ambientata in una città immaginaria quella di Oberdan basata sulle regole di una società perbenista, ma che dovrà fare i conti con un quartiere (Il Quartiere Basso) dove vengono rispettate solo le regole della strada.

  • C’è un messaggio in particolare che volevi trasmettere al lettore?

Il messaggio che volevo trasmettere si può racchiudere in una frase, quella di Oscar Wilde che cito “Esistono due modi per non apprezzare l’Arte. Il primo consiste nel non apprezzarla. Il secondo nell’apprezzarla con razionalità.

  • Qual è il filo conduttore di tutta la storia?

Il filo conduttore della storia sono i murales e su quello che rappresentano per Cut: portare l’arte alla portata di tutti. Così mi piacerebbe riportare qui una citazione di Banski, chi meglio di lui potrebbe parlare di murales?

“L’arte che guardiamo è fatta da solo pochi eletti. Un piccolo gruppo crea, promuove, acquista, mostra e decide il successo dell’Arte. Solo poche centinaia di persone nel mondo hanno realmente voce in capitolo. Quando vai in una galleria d’arte sei semplicemente un turista che guarda la bacheca dei trofei di un ristretto numero.

Ci vuole del fegato, e anche tanto, per levarsi in piedi da perfetti sconosciuti in una democrazia occidentale e invocare cose in cui nessun altro crede, come la pace, la giustizia e la libertà.”

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