Intervista: Andretta Baldanza

Ciao lettori, conosciamo meglio ANDRETTA BALDANZA

Andretta Baldanza è nata a Milano in un anno non meglio specificato dello scorso millennio, è laureata in Scienze Politiche e lavora part time in una grande azienda online. Ha un marito pignolo, due figli scatenati, una casa disordinata e due gatti pigri. Il suo più grande talento è il gioco del Tetris, che le consente di incastrare alla perfezione tutti gli impegni e di ritagliarsi anche qualche momento per la scrittura. Moglie devota, madre perplessa e massaia francamente imbarazzante, scrive con la passione agitata e disorganizzata di una nerd che ha sempre “16 anni dentro”. Pubblicare un romanzo è sempre stato il suo sogno, fin da giovanissima. La dileggia The Vikings Chronicles  è il suo primo lavoro.


Ti sei mai cimentata in altri generi?

Ciao a tutti.
Al momento al mio attivo ho un romance storico ambientato in terra vichinga (una dilogia, veramente) ed un romance con delle sfumature sci-fi e gialle ambientato a Edimburgo. Normalmente, se posso, preferisco non limitarmi alla trama romantica, inserendo piuttosto le vicende personali ed emotive dei personaggi all’interno di trame che abbiano anche altre caratteristiche ed un filone narrativo che prescinde dalla storia d’amore tra i protagonisti. Tuttavia, la passione non manca mai!

Il tuo autore preferito?

I miei autori preferiti sono Stephen King e JK Rowling. Lo so, non c’entrano niente col romance e con le cose che scrivo, ma entrambi hanno uno stile impareggiabile, fluido, perfetto, e un modo di caratterizzare i personaggi che quando arrivi alla parola fine, ti sembra che siano i tuoi vicini di casa che conosci da una vita.  Li trovo semplicemente sublimi, entrambi. Poi naturalmente Jane Austin ed Emily Bronte.

La tua scrittura si ispira a qualche scrittore particolare?

In realtà, spero di no… nel senso che cerco di costruirmi uno stile personale, senza imitare nessuno. Tuttavia c’è una scrittrice che rappresenta per me una sorta di faro nella notte, specialmente per quanto riguarda le scene erotiche o sensuali. Si tratta di Diana Gabaldon, autrice di una saga storico-romantica senza pari.

Quanto tempo dedichi alla scrittura?

Tutto il tempo libero che ho, e quindi purtroppo non molto. Ho un lavoro, un marito, due figli… perciò gli impegni non mi mancano. Cerco di ritagliarmi almeno un’oretta ogni giorno, ma non sempre riesco. Nel weekend va un po’ meglio, ma sono comunque ben lontana dalla perfezione.

Da quanto tempo scrivi?

Da sempre. Ho ancora tutte le mie Smemoranda, dove scrivevo dei veri e propri horror-romance… ovvero le mie (dis)avventure di ragazzina 🙂  Senza la valvola di sfogo della scrittura, probabilmente non sarei sopravvissuta all’adolescenza!

Come hai iniziato?

Non mi ricordo di un tempo in cui “non” mi piacesse scrivere. L’ho sempre fatto: diari prima, piccoli racconti poi e ora romanzi. Ci sono trame che mi girano in testa da quando avevo 14 anni e che prima o poi magari scriverò. Ho rivisitato alcune fiabe famose, riscrivendole dal punto di vista di un altro personaggio o inserendo elementi inesistenti nella favola originale, per mio puro divertimento e passatempo. Anche The Viking Chronicles, è nato così: doveva essere un racconto di una decina di pagine su come una schiava bellicosa fa breccia nel cuore di un duro guerriero vichingo durante il viaggio che compiono per tornare verso il paese di lui. Solo che proprio in quel periodo, guarda un po’ il caso, ho conosciuto alcune donne che sarebbero poi diventate colleghe, le quali mi hanno non solo spiegato che esisteva una cosa chiamata self publishing, ma anche punzecchiata ed istigata  ad andare avanti con la trama. E così ho fatto.

Come arriva l’ispirazione?

Di solito nei momenti meno opportuni. Già. Sono una donna poco organizzata e molto disordinata e l’ispirazione non poteva essere nulla di diverso. Mi vengono in mente le cose più strane nei momenti più impensabili, magari ascoltando una canzone o sentendo un profumo, cose del genere. Qualcosa che mi provochi un’emozione di qualche tipo. Poi, magari dopo settimane, due idee si collegano tra loro e inizia a prendere forma qualcosa che potrebbe, forse, un domani, diventare una trama.

Ti occupi di altro nella vita?

Si, lavoro part time in una grande azienda online e cerco di dare una mano come posso alla società sportiva per la quale gioca il mio figlio minore. Rugby, non calcio. Sono per la palla ovale.

Stai già lavorando su qualche altro libro?

In verità, si. Sto scrivendo una storia molto diversa da quella vichinga, ambientata a Edimburgo ai giorni nostri. Un uomo misterioso, un vecchio delitto, un’assassina, un Highlander di rara bellezza… non voglio svelare troppo per il momento, ma questi sono gli ingredienti principali.

Cosa ne pensi del mondo dell’editoria?

Penso di essere ancora molto inesperta per poter esprimere giudizi di qualunque tipo. Io ho cominciato come autrice self e ho avuto la fortuna che i  miei romanzi piacessero ad un editore, che ora li distribuisce. Ho avuto soddisfazioni su entrambi i fronti e quindi mi considero fortunata. Il mondo dell’editoria penso sia come tutti gli altri ambiti: c’è il bello e il brutto come ovunque. Ho conosciuto persone straordinarie, amiche inseparabili e insostituibili, così come ho visto invidie e cattiverie. Resta comunque il mio sogno, e il mondo in cui vorrei muovermi sempre di più da ora in avanti.

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