Intervista all’autrice Valentina Morpurgo

Intervista all’autrice Valentina Morpurgo in merito al suo libro “La casa delle cose celate”.

TRAMA

Di una madre dovresti ricordare il profumo, gli abbracci, il sorriso. Da una madre ti aspetti la sicurezza di una guida forte. Di mamma ce n’è una sola. Morgana ama osservare lo scorrere del mondo, che fluisce insieme alla sua fantasia. Ha una sensibilità spiccata, eppure dentro di sé macera un passato che non riesce a portare a galla. Affinché i ricordi non la facciano più soffrire, aveva deciso di seppellirli, di lasciarli andare in balìa del tempo e della vita. Eppure certi incubi sono ricorrenti, certe ansie asfissianti. Morgana decide così di sottoporsi a delle sedute di ipnosi regressiva per riappropriarsi di quella vita passata che ha allontanato e che è rimasta sepolta nel suo cuore e nella sua memoria. Queste sedute la aiuteranno a comprendere meglio se stessa e gli altri, ad accettare l’amore, ma soprattutto a trovare la forza di mettere insieme i tasselli mancanti di quel gigantesco puzzle chiamato vita e fare fronte a verità in cui non avrebbe mai pensato di imbattersi.

INTERVISTA

  • Ciao e benvenuta su onlybookslover.it.
    Parlaci del tuo libro “LA CASA DELLE COSE CELATE”!
    Come è arrivata l’idea?


    Buon giorno a tutti. L’ispirazione per questo libro è arrivata all’improvviso, guardando la ricostruzione televisiva di alcuni crimini familiari accaduti in America diversi anni fa. Diciamo che l’idea è partita da lì e piano piano ho iniziato ad ampliarla mentalmente.
  • Ci spieghi come è nato il titolo? È arrivato prima o dopo la stesura? Richiama la storia?

    Il titolo del libro è arrivato circa a metà stesura della bozza. Cercavo qualcosa che richiamasse il contenuto ma che allo stesso tempo invogliasse il possibile lettore futuro.
  • C’è un evento nel libro che hai particolarmente ODIATO e uno AMATO scrivere?

    Ho amato questa scrittura dalle prime parole. Quasi tutto il romanzo è fluito senza particolari ostacoli nonostante lo abbia scritto in più periodi a causa degli impegni lavorativi. Non è facile conciliare la scrittura con il quotidiano se di mestiere non fai lo scrittore.
  • Cosa ci dobbiamo aspettare da questa storia? 

    Aspettatevi un thriller soft, un giallo dove gli ingredienti “erotismo” “amicizia” e “dinamiche familiari” si amalgamano perfettamente.
  • Questo è il tuo primo libro? Che emozioni hai provato dopo aver messo la parola “FINE” alla storia?

    Questo è il mio secondo romanzo. Precedentemente ho pubblicato La Porta Socchiusa una storia che parla di donne e violenze psicologiche domestiche.
    Ho in attivo anche un paio di collaborazioni in due raccolte di racconti.

    Il momento in cui scrivi le ultime parole del romanzo è magia allo stato puro, almeno per me. È un cerchio che mentre si chiude, da vita a un nuovo cerchio, il lungo percorso di rilettura e correzione delle bozze. Trovo molto più faticosa questa seconda fase. 
  • Come mai hai scelto di scrivere questo genere? Ti ha sempre affascinata?

    Mi sono resa conto di non prediligere un genere nello specifico. Mi sento portata a raccontare storie, inventate sì ma tratte sempre dagli ambienti che visito, dalle esperienze che vivo, dalle relazioni sociali con cui mi confronto quotidianamente, dall’osservazione di infiniti particolari che mi circondano. Non so ancora a quale genere apparterrà il prossimo romanzo. Ciò che invece so già è che ieri, andando a Firenze in treno, sono stata ispirata dalla vista di un uomo che leggeva rilassato in un vagone il cui treno era fermo accanto al mio. Potrebbe essere una storia d’amore? Ancora non lo so. 
  • Un autore/autrice che ti sta particolarmente a cuore e perché.

    Jojo Moies e Meghan March senza ombra di dubbio. Nonostante io impazzisca per i thriller psicologici, quando la pressione lavorativa è le incombenze quotidiane non danno tregua, queste due scrittrici mi regalano leggerezza, libertà e momenti magici. Tutti dovremmo avere un piccolo spazio pregno di questi ingredienti dove poter staccare la spina mentale, in caso di bisogno. 
  • Stai parlando a un lettore che ancora non ti conosce, perché dovrebbe leggerti?

    A tutti voi che ancora non mi conoscete, non me la sento di elogiarmi ed elogiare il mio lavoro ma se avete letto l’intervista fino a questo punto, siete già in possesso di informazioni utili che possono portarvi o meno all’acquisto e alla lettura di questo lavoro. 

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