Intervista all’autrice Sarah Elisabeth Burns in merito al suo libro “Il freddo dell’inferno”.
IL LIBRO
Sarah aveva tutto ciò che una bambina potrebbe desiderare: la vita le sorrideva e il suo futuro pareva raggiante. Ma a tredici anni, qualcosa è successo. Un mostro terribile si è insinuato nella sua mente, compromettendo forse irreparabilmente non solo la sua esistenza, ma anche quella di coloro che la circondavano. Questo mostro si chiama anoressia nervosa o, come la identifica Sarah, Ana. La più mortale fra le malattie mentali. Un mostro che obbliga Sarah a correre per ore al freddo, per potersi concedere un biscottino dopo cena. Un mostro che le impone di fare le scale, mentre sua nonna sta morendo in un letto di ospedale. Un mostro che causa pianti, urla, dolore, sofferenza e che sovrasta ogni altra cosa. Da dove viene questo mostro? Può essere sconfitto? A queste domande Sarah cerca di rispondere, scegliendo di aprirsi al mondo e di raccontare la sua storia: un viaggio fatto di vittorie e ricadute, di lacrime e risate, di reparti di neuropsichiatria e di voli oltreoceano. Una storia che non trova una conclusione: Sarah ha ora diciannove anni, porta ancora le ferite sulle braccia ma è arricchita del bagaglio di esperienze che ha vissuto e dalla consapevolezza che ha raggiunto. E tutto questo deve darle la forza di andare avanti, di prendere in mano le redini della sua vita e spezzare una volta e per tutte le catene della paura.
Intervista all’autrice Sarah Elisabeth Burns
Ciao Sarah e benvenuta su onlybookslover.it
- Parlaci del tuo libro “IL FREDDO DELL’INFERNO”!
Il freddo dell’inferno tratta della mia battaglia contro l’anoressia, la più mortale tra le malattie mentali con cui convivo da ormai sette anni.
È dunque un libro autobiografico ma è anche molto di più di questo: la mia storia si intreccia con molte altre, persone come me ma anche molto diverse, persone come tutti voi che, magari, leggendo il mio libro potranno rispecchiarsi, imparare, capire… è un libro che va amato e odiato. Leggendolo, scoprirete perché.
- Come è arrivata l’idea?
Ho sempre amato scrivere e trovo terapeutico tenere un diario di sfogo. Un giorno ho pensato “e se questo diario potesse diventare più di un diario?”
Non sono l’unica persona al mondo con questo problema: magari qualcuno potrebbe trarre beneficio dal leggere le mie parole, sentirsi meno solo, sentirsi compreso. O semplicemente pensare “ma allora non sono l’unico ad essere matto!”
Ho voluto rompere il muro del silenzio, aprirmi al mondo e raccontarmi senza filtri, confutando pregiudizi e stereotipi, per far comprendere a tutti cosa significa davvero soffrire di un disturbo alimentare.
- Ci spieghi come è nato il titolo? È arrivato prima o dopo la stesura?
Fino all’ultimo minuto il titolo era un altro. “Il freddo dell’inferno” è stato una sorta di colpo di fulmine, dopo aver visto l’immagine che sarebbe diventata la copertina. Una ragazza avvolta da un velo trasparente … per proteggersi? Per nascondersi? Per scaldarsi?
La risposta a questa domanda spetta al singolo lettore.
Il titolo è una sorta di ossimoro: la parola inferno è spesso associata a “fiamme”, “bruciare” ecc, espressioni che denotano un calore soffocante.
Invece io ho scelto il termine opposto. Perché l’anoressia è sì un inferno, ma un inferno che mi ha fatto patire il freddo anche d’estate, tremare in solitudine, al buio, col solo calore delle lacrime che bagnavano le mie guance. Un inferno gelato da cui sono determinata ad uscire una volta per tutte, affrontando le mie paure e correndo diretta verso le fiamme della vita.
Ma questo inferno che ho passato, non lo voglio dimenticare, anzi. Voglio usarlo per trasformare una mia debolezza in un punto di forza, voglio usarlo per avvertire gli altri, per dare testimonianza, per aiutare chi come me si trova in quel buco oscuro.
Per citare Pirandello, “trarre dalla disgrazia il massimo profitto”.
- C’è un evento nel libro che hai particolarmente amato scrivere?
Sicuramente scrivere delle routine estenuanti di esercizio che facevo mi ha fatto riflettere molto ed è stato un atto davvero liberatorio. “Mai più” è ciò che penso, rileggendo quei capitoli.
Cosa ci dobbiamo aspettare da questa storia? Cosa volevi trasmettere?
In una parola, speranza.
La mia storia è fatta di innumerevoli ricadute, dalle quali però ho sempre deciso di rialzarmi ed è proprio questo il messaggio che voglio trasmettere: non arrendetevi mai, perché domani è un nuovo giorno e potrà essere migliore, se siete voi a renderlo tale.
Tutti abbiamo, dentro di noi, la capacità di risalire dal fondo del più profondo degli abissi, solo che qualcuno se lo dimentica, o preferisce ignorarlo, perché è più facile star lì, a piangersi addosso, aspettando un eroe che venga a salvarci. Ma dobbiamo essere noi stessi a salvarci, trovare la forza di risalire verso la luce.
Del resto il sole non cessa mai di brillare, nemmeno di notte: basta cambiare prospettiva, uscire dalla propria comfort zone, affrontare le proprie paure, salire su un aereo e andare dall’altra parte del mondo. Ed ecco, è ancora giorno!
E questo non bisogna mai dimenticarlo. Anche se si stanno passando le pene dell’inferno, da qualche parte, probabilmente più vicino di quanto si pensa, esiste ancora il paradiso.
- Questo è il tuo primo libro? Che emozioni hai provato dopo aver messo la parola “FINE”?
È il mio primo libro pubblicato, anche se per dir la verità ne ho iniziati parecchi ma mai terminati.
Mettere la parola fine è stata una sensazione indescrivibile, anche se le emozioni più forti le ho provate quando mi sono ritrovata per la prima volta il mio libro, col mio nome, con le frasi che avevo scritto io, in mano.
Era come veder concretamente, tangibilmente realizzarsi uno dei miei sogni più grandi.
Ho pianto dalla commozione e per una volta ho potuto dire di essere davvero fiera di me stessa.
Ce l’ho fatta! Quelle tre parole non hanno mai avuto significato più potente.
- Quanto c’è di te nel libro?
C’è tutto. Il libro parla di me, della mia vita, delle persone che mi sono state accanto. Parla delle mie vittorie e delle mie sconfitte, di pianti e delle risate, dei momenti di sconforto e debolezza più totale alternati ad attimi di felicità pura e sincera.
Questo libro è il mio percorso di crescita, il mio viaggio alla scoperta del mondo, le battaglie contro i miei mostri interiori.
Questo libro sono io.
- Stai parlando a un lettore che ancora non ti conosce, perché dovrebbe leggerti?
Per comprendere, per aiutare, per essere aiutato, per continuare a sperare.
Il mio libro è uno dei tanti, io sono una fra tanti, ma in questo libro si trova qualcosa che non sempre tutti hanno: la sincerità.
Ho deciso di prendere la penna in mano e raccontare senza filtri la realtà che ho vissuto e se le mie parole riescono a toccare anche solo una persona, io sono contenta.
Sono Arianna Venturino creatrice del blog onlybookslover.it
Promuovo autori e realizzo grafiche editoriali.