Intervista all’autrice Manuela Norandini

Intervista all’autrice Manuela Norandini in merito al suo libro “Nel respiro dell’altro” edito Luoghinteriori Editore.

TRAMA

Esistono posti speciali, magici, in cui tutto può avere di nuovo inizio, anche più volte in una vita. Sono luoghi nostri da sempre, rifugi segreti dove sentirci protetti, lontani dalle paure, dagli obblighi, dagli insuccessi. Come quel balcone, dove la nostra saggia nonna ci insegnò a sorridere, con la raccomandazione di non smettere mai. Oggi, dove un tempo rifiorivano i colori della nostra infanzia tra gerani dai toni sgargianti, un filo che lega il passato al presente ci suggerisce di affacciarci verso la nostra nuova vita di adulti. Il destino, però, necessita sempre di una mano, urla di essere ascoltato. Per questo “Nel respiro dell’altro” è un romanzo che fa battere il cuore, una storia d’amore che ha bisogno di cure e attenzione per risplendere, come fanno i fiori più belli, sui balconi di certe case.

 

INTERVISTA

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  • Parlaci del tuo libro “NEL RESPIRO DELL’ALTRO”!

Nel respiro dell’altro è un romanzo che parla di sentimenti e della scoperta di sé stessi.

Carlo ha 35 anni, una bellissima compagna e dei genitori premurosi, ma sta attraversando il periodo più difficile della sua vita. Luana ha 29 anni e un passato complicato che la porta ad essere un disastro in ogni relazione. Il loro incontro scatenerà un susseguirsi di eventi che verranno raccontati da due prospettive differenti, quelle dei due protagonisti.

  • Come è arrivata l’idea?

L’idea nasce da una riflessione: quanto davvero possiamo dire di conoscere noi stessi?

Spesso sento dire che non si finisce mai di conoscere la gente, io dico che non finiamo mai di conoscere noi stessi. La vita ci propone nuove costanti sfide, situazioni inaspettate… e il più delle volte le affrontiamo come non avremmo mai immaginato, scoprendo una nuova parte di noi.

  • Ci spieghi come è nato il titolo? È arrivato prima o dopo la stesura?

Scelgo il titolo dei miei romanzi sempre dopo aver terminato la stesura. In questo caso mi è sembrato il “gioco di parole” più adatto a rendere l’idea di un legame profondo.

  • C’è un evento nel libro che hai particolarmente amato scrivere?

Ho amato scrivere l’incastro dei pensieri dei due protagonisti. La prospettiva dello stesso evento vista dai due punti di vista differenti.

  • Cosa ci dobbiamo aspettare da questa storia? Cosa volevi trasmettere?

Questa storia è un viaggio nei pensieri e nelle contraddizioni che fanno parte di ognuno di noi. Vuole sottolineate l’imprevedibilità degli avvenimenti, la scoperta di noi stessi, e quanto può essere diversa la prospettiva e la percezione di un avvenimento anche tra due che persone lo hanno condiviso.

  • Questo è il tuo primo libro? Che emozioni hai provato dopo aver messo la parola “FINE”?

Questo è il mio quarto libro e, come tutte le volte, scrivere la parola fine mi fa provare un misto di soddisfazione e nostalgia. Ogni volta in ogni caso resta un’emozione forte.

  • Quanto c’è di te nel libro?

C’è qualcosa di me in ogni libro che scrivo, non dico dove, non dico quanto, ma c’è!

  • Stai parlando a un lettore che ancora non ti conosce, perché dovrebbe leggerti?

Io scrivo di realtà ed emozioni. Penso che chi ama emozionarsi e immergersi in una storia in cui può trovare qualcosa di sé stesso o qualcosa che ha vissuto apprezzerà quello che scrivo.

 

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