Intervista all’autrice Lucilla Ferretti

Intervista all’autrice Lucilla Ferretti riguardo al suo libro “Senza più esitare: un’ipocondriaca a Parigi”.

TRAMA

Ero messa male, veramente male. Improvvisamente un giorno d’estate, mentre stavo facendo una nuotata al mare sperimentai il primo attacco di panico. Ero al largo e mi accorsi che non riuscivo più a nuotare. Pensai che sarei sicuramente annegata. Riuscii a tornare a riva con un espediente, ma quello fu solo l’inizio. A seguire arrivò la paura dell’aereo, del treno, dei tunnel in autostrada, della metropolitana, degli ascensori e infine la paura della paura di un attacco di panico. Il mio campo d’azione si restringeva sempre di più, soffocandomi. Per me che amo tanto viaggiare, significava scivolare in una prigione dalla quale era impossibile evadere perché le mura erano invisibili. Dopo anni di passaggi inconcludenti e dispendiosi da uno psicologo all’altro, finalmente mi venne un’idea: lasciare tutto e trasferirmi a Parigi. Perché Parigi? Così d’istinto, forse perché l’amavo prima ancora di innamorarmene. Così è iniziata la mia avventura.

INTERVISTA

  • Ciao e benvenuta su onlybookslover.it.
    Parlaci del tuo libro!
    Come è arrivata l’idea?

Appena arrivata a Parigi ho avuto la sensazione che quell’esperienza mi avrebbe veramente cambiata e d’istinto ho iniziato a tenere traccia di tutto quello che facevo di interessante, dei posti che visitavo e delle persone curiose che incontravo sul mio cammino. Sentivo che stavo raccogliendo materiale per farne qualcosa, ma l’idea di mettere tutto nero su bianco e scrivere un libro,  è arrivata verso la fine; in una calda giornata di Luglio mentre mi trovavo a Montparnasse

  • C’è un evento nel libro che hai particolarmente amato scrivere?

Sono due: l’incontro con il ragazzo russo alla fine di una lunga ed estenuante mattinata alla scoperta del Viaduc Des Arts. Ero stanca da morire, ma felice . Ero in quella fase in cui si è talmente stanchi fisicamente da non esserlo più eppure, al limite delle mie forze mentali, cercai di parlare un po con questo ragazzo russo che si stava godendo la sua prima volta a Parigi e moriva dalla voglia di fare conversazione. Mi sono davvero divertita a scrivere quell’episodio.

Non potrei non citare il racconto di quando approdai per la prima volta al Generator Hostel. Fu una serata magica, in cui mi ritrovai sul tetto a godere dello spettacolo di Parigi illuminata di notte mentre ero circondata da persone provenienti da tutto il mondo. Tutti mi raccontarono la stessa cosa. Avevano lasciato tutto e stavano girando il mondo per concedersi il tempo di ritrovare se stessi. Non mi sono mai sentita così viva in vita mia e ricordo che mentre lo scrivevo stavo rientrando in quello stato mentale di assoluta beatitudine.

  • Ci parli un po’ dei tuoi protagonisti? 

Non avrei potuto fare tutto quello che ho fatto senza la guida di Laura, la ragazza italiana che incontrai non appena arrivata e che è rimasta la mia amica più cara per tutto il periodo in cui ho vissuto lì. La maggior parte di quello che ho imparato su come sopravvivere alla città lo devo a lei. 

Sento di dover parlare anche dell’uomo-piazza, chiamato così perché aveva l’abitudine di invitare tutti a casa sua. Considerava il suo appartamento come un luogo sempre aperto alla comunità di viaggiatori. Dava le sue chiavi a chiunque. Non ho mai incontrato una persona così aperta mentalmente. Era un Italiano e l’incontro con lui ha colorato la mia esperienza di vita lì. Anche se non ne parlo moltissimo nel libro, ma lui c’era sempre con questa apertura mentale e generosità quasi infantile.

Ma il vero protagonista è il ragazzo cinese. Di lui parlo spesso e volentieri e ho raccontato di come sia stato la pietra miliare del mio anno vissuto a Parigi. Non era con me. Lui era in Italia, ma la sua presenza era talmente forte e ingombrante che per me era come fosse lì. Mi ha supportato all’inizio del percorso e in generale mi rendeva più sicura di me stessa.

  • Cosa ci dobbiamo aspettare da questa storia? 

Un racconto di vita vera, raccontata senza nessun filtro, senza voler compiacere per forza. Non mi sono risparmiata. Mi sono spogliata di ogni sovrastruttura mentale per rispetto verso il lettore. Inoltre aspettatevi un diario di viaggio e un racconto di riscatto dalla paura. Il libro è a metà tra un resoconto della scoperta della città, nei suoi angoli meno conosciuti e un racconto di riscossa personale, sulla paura. E’ un libro che è come uno schiaffo perché mostra la fragilità psicologica in tutta la sua crudezza, ma che dimostra anche quanto forte possa essere il desiderio di vincerla.  

  • Ci elenchi anche le tue precedenti pubblicazioni o se hai dei progetti futuri?

Questo è stato il mio primo libro pubblicato. Per ora nel cassetto ho un racconto, ma aspetterò a pubblicarlo. Lo farò quando sarò certa di essere pronta.

  • Un autore/autrice che ti sta particolarmente a cuore e perché.

Oriana Fallaci su tutti. Ho letto tutti i suoi libri e ogni volta mi stupisco di come qualcuno possa scrivere così bene. A volte, leggendo delle pagine, ho pianto. Altre volte invece ho sottolineato e riportato tutti i termini desueti che ho trovato. Di lei amo la sua personalità così spigolosa, scivolosa. E’ stata una donna capace di farsi amare e odiare. Era ruvida e vera e questo suo essere traspare in tutto ciò che ha scritto. Era capace di uno spirito d’analisi del suo tempo sensibile ma allo stesso tempo disincantato. Oriana Fallaci è stata la mia guida e tuttora la mia insegnante.

  • Stai parlando a un lettore che ancora non ti conosce, perché dovrebbe leggerti?

Il mio tasto dolente. Se c’è una cosa nella quale io sono veramente scadente, quella è la promozione di me stessa. 

Perché dovresti leggermi? Nel mio libro non troverai storie d’amore confezionate a meraviglia per farti sognare una vita da film. Ne troverai episodi piccanti di incontri appassionati. Troverai un diario onesto di una donna che ha scoperto di essere tale un pò tardi e che ha deciso di mettersi alla prova da sola. Scoprirai anche che dietro passi coraggiosi si celano momenti di sconforto, quei momenti che il mondo di oggi vuole cancellare. Io invece di cancellare sottolineo nel libro fino a che punto di miseria psicologica si può arrivare prima di compiere qualcosa di coraggioso perché le persone che hanno cambiato la storia, che hanno fatto cose che noi invidiamo, in fondo hanno solo deciso di attraversare la soglia delle proprie paure, sfidandosi. Ecco. Io ti sfido!

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