Intervista all’autrice Lea De Luna

Intervista all’autrice Lea de Luna in merito al suo libro “ON THE SEA”.

TRAMA

Le chiamano: “Gemelle”. Sono la Day Twin e la Night Twin, due enormi navi futuristiche che, affiancate, solcano i mari collegate da tre passerelle. Uniche superstiti della Grande Ondata che sommerse l’intero globo terrestre, ospitano a bordo l’ultima colonia umana vivente. Ma si può vivere in un’ intransigente società gerarchica all’interno di una realtà straordinariamente fantastica? Nel rigido mondo di bordo immaginato dall’ Autrice, tutto si muove tra duelli mozzafiato, sconcertanti verità, architettati complotti e un amore che, a causa delle divisioni sociali fra i sopravvissuti, non può dichiararsi tale. Attraverso gli occhi e le azioni dei personaggi, ingabbiati in schemi socialmente complessi, Lea ci accompagna in un contesto nuovo fatto di leggi severe, obbligo del rispetto e perenne emergenza. Riusciranno dunque i protagonisti ad affermare le proprie ragioni, quando tutto attorno a loro sembra impossibile? E il ribelle Ethan, Rigel della lega degli Antares, ce la farà a realizzare i suoi sogni di passione e libertà lì dove tutto è sotto lo sguardo di tutti?

INTERVISTA

Ciao Lea e benvenuta su Onlybookslover.it

  • PARLACI DEL TUO LIBRO: ON THE SEA

On the Sea: Orizzonte senza approdo è il primo volume di una trilogia fantasy distopica per un target young adult. Parla di una comunità nuova che, dopo la “Grande Ondata”, è sopravvissuta a bordo di due enormi navi crocieristiche futuristiche chiamate la Day Twin e la Night Twin. Queste sono legate tra loro da tre passerelle ed i passeggeri possono muoversi dall’una all’altra senza alcun problema. A bordo i circa 6000 naufraghi, tra organizzazioni ed equilibri sociali diversi dai nostri, complotti impensabili ed un amore clandestino, si troveranno a vivere un quotidiano scandito da leggi rigide e spesso troppo difficili da rispettare. Il tutto è sotto lo sguardo di tutti; fatto questo che peserà non poco al giovane, sedicenne Ethan, Rigel Antares e preferito del Kairos,( il primo cittadino delle Twins) che sperimenterà a sue spese il senso stesso di cosa è giusto fare rispetto a ciò che si desidera realizzare.

  • COM’È ARRIVATA L’ IDEA?

L’idea arrivò dall’osservazione giornaliera del mio primo gruppo danza: “I Sunlight”. Le loro dinamiche, gli amori, i litigi e la grande coesione formatasi tra tali ragazzi, sono stati per me fonte di grande ispirazione per la creazione di questo mio mondo, con tutti i suoi annessi e connessi. Nel tempo, poi, le esperienze da tutor di percorsi IEFP e di relatrice di corsi Oss hanno approfondito queste mie conoscenze a contatto diretto con le varie tipologie di dinamiche di gruppo, le piu’ disparate. Tutto ciò, successivamente, fuso alla mia grande passione per le navi da crociera, la vita in mare in generale, la storia e le leggende di bordo appartenenti alla Royal Navy inglese e all’interesse per l’uso delle armi bianche (di cui sono collezionista), hanno creato un enorme mix di elementi che, nutrito la mia fantasia, hanno dato vita ad una realtà nuova.

  • CI SPIEGHI COM’ E’ NATO IL TITOLO?

Cercavo da sempre un titolo d’impatto e significativo per quello che avevo scritto. Doveva risultare breve e conciso e così “sul mare” è diventato velocemente, per una migliore assonanza, “On the Sea”, che è il titolo dell’intera trilogia. Ci tenevo anche al sottotitolo che avrebbe poi dovuto esplicare meglio il primo tomo. All’ inizio era: “Storia di una comunità nuova”, ma risultava troppo descrittivo e freddo per una copertina. Così, insieme all’editore ed ai consigli di tanti amici, attraverso, oserei dire una seduta di brainstorming durata giorni, ci siamo ingegnati per dare un titolo che racchiudesse il senso della storia inerente solo al primo volume. Doveva essere “poetico”, senza per questo perdere la capacità di ciò che doveva star a comunicare.

  • È ARRIVATO PRIMA O DOPO LA STESURA?

Il titolo della trilogia è arrivato sotto forma di “illuminazione notturna” già dopo lo scrivere dei primi capitoli. Il sottotitolo, invece, “Orizzonte senza Approdo”, è stato confermato poco prima del si stampa.

  • C’ È UN EVENTO NEL LIBRO CHE HAI PARTICOLARMENTE AMATO SCRIVERE?

Sinceramente no! Ho amato scrivere On the Sea di pagina in pagina, anche quei capitoli che mi hanno dato più problemi a causa delle tante ricerche, poiché, benchè sia una storia distopica, ho cercato sempre di tenere stretto il trait d’ union con il nostro presente quotidiano. A bordo vi sono delle realtà che, ad oggi, già si sperimentano, basti pensare ai nuovi motori per le navi a funzionamento termo idro dinamico all’ autonomia per una sussistenza che si sta cercando di creare a bordo delle astronavi nello spazio. Ovviamente alcune scene come quelle con i delfini, beh…  avevo un immenso piacere nel narrarle. Praticamente ero lì con loro.

 

  • COSA CI DOBBIAMO ASPETTARE DA QUESTA STORIA?

L’essere catapultati da subito a bordo delle Twins, il vivere quotidianamente sui ponti di queste sentendosi parte della storia; “appartenere” a tale realtà divisa in tre leghe con la sue simbologie le sue leggi, le sue divisioni. Vivere attraverso una partecipazione fatta di condivisione di sensazioni ed emozioni in un mondo che sta per affrontare un profondo cambiamento… cambiamento che poi è insito in ognuno di noi…quello legato alla crescita, a rompere i legami con ciò che è certo e sperimentare invece ciò che si reputa giusto. Vivere le proprie paure in vista di un fine più alto.

  • COSA VOLEVI TRASMETTERE?

I messaggi sono diversi ma il principale resta quello dell’importanza del gruppo dei pari, soprattutto quando si affronta l’adolescenza. Il vivere contesti sani dove all’interno c’è coesione e condivisione sincera, basata su bei principi, è fondamentale. Bisogna sempre ricercare un’interazione che aiuta ad imparare al meglio come approcciarsi alla vita, alle sue difficoltà e fallimenti che, a volte, ne possono derivare.

Ma On the Sea è anche lanciare una sfida, un amo per una riflessione netta: ci può essere una via di mezzo tra il profondo rigidismo che vige a bordo ed il netto lassismo che, spesso, fa da padrone nel nostro concreto reale?

  • QUESTO E’ IL TUO PRIMO LIBRO? CHE EMOZIONI HAI PROVATO DOPO AVER MESSO LA PAROLA FINE?

Si, è il mio primo libro e per concludere tutta la storia me ne mancano altri due.

In effetti non ho mai messo la parola fine ad On the Sea sin al giorno del sì stampa, dove ancora facevo piccole correzioni, aggiungevo particolari. Il mio cuore ha detto: “E’ finito” solo quando l’editore Franco Di Mauro, proprietario della casa editrice free omonima, in una sera particolarmente calda di novembre, me l’ha portato stampato in sala di danza, dove stavo tenendo una lezione. Voleva farmi una sorpresa e ci riuscì a pieno.  Vedermelo di fronte mi fece commuovere. Per la prima volta realizzai che uno dei miei più grandi desideri aveva preso forma, era divenuto una bella realtà.

  • IL GENERE DISTOPICO TI HA SEMPRE AFFASCINATO?

Sono letteralmente un’amante del genere fantasy e di quello distopico tanto che la mia tesi di laurea in psicologia sociale era improntata sul fenomeno di Harry Potter. Ne ho letti tanti e lo continuo a fare ininterrottamente. Amo ritagliarmi del tempo per la lettura ed in esso evadere dalla realtà attraverso la fantasia.

  • STAI PARLANDO AD UN LETTORE CHE ANCORA NON TI CONOSCE, PERCHE DOVREBBE LEGGERTI?

Il grande Umberto Eco diceva che solo chi leggeva aveva modo di vivere più vite! Io sto offrendo una realtà diversa a chi cerca di “staccare un pò la spina” dal proprio tran tran quotidiano. Propongo, attraverso la narrazione di un mondo creato dalla fantasia, spunti di riflessione per la vita vera di tutti i giorni; un contesto dove tante novità possono farne da padrone per spunti di osservazioni e di maturazione.

 

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