Intervista all’autrice Chiara Cruciani

Intervista all’autrice Chiara Cruciani in merito al suo libro “Non solo un’alba”.

TRAMA

Il racconto della vita di una giovane donna, il cui destino è stato condizionato dalla pandemia di Spagnola che ha trasformato la sua gioventù in un baluardo di emancipazione femminile. La voce narrante, intrigante e coinvolgente, racconta le esperienze realmente vissute dalla protagonista che si rincorrono in un turbinio di emozioni e grandi prove di coraggio. La pandemia di quest’anno 2020 ha risvegliato nell’autrice Chiara Cruciani la memoria di un periodo storico simile a quello odierno. Le difficoltà nell’affrontare la guerra, la perdita della libertà personale, i lutti e la ritrovata solidarietà tra gli esseri umani, fanno di questo racconto un esaltante inno alla vita e alla speranza. Tratto da una storia vera.

INTERVISTA

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“Non solo un’alba” è un romanzo biografico, narra la storia della mia nonna materna e le incredibili avventure che ha vissuto negli anni 30/40. Ha dovuto affrontare gravi lutti, viaggi in terre lontane e ha lottato con le unghie e con i denti per andare avanti a testa alta nonostante le difficoltà sul suo cammino. 

Luisa è ancora una bambina quando nel 1920 la tragica scomparsa del padre a causa dell’epidemia di Spagnola costringe lei, la mamma e le sorelle a lasciare la loro amata Puglia alla volta di Torino.

La città dove cresce e diventa una giovane donna. Torino farà da cornice all’amore appena sbocciato con Raffaele. L’uomo che chiede la sua mano deve però trasferirsi nelle colonie italiane a Mogadiscio. Così Luisa intraprenderà un lungo viaggio verso l’Africa, dove vivrà per diversi anni attraversando momenti molto difficili.  

  • Come è arrivata l’idea?

Io lavoro in sala operatoria e durante il periodo di lock-down, come molti, sono rimasta isolata dalla mia famiglia per prevenire il contagio. L’unico modo che avevo per stare vicino alla mia famiglia era parlare con loro telefonicamente. Un giorno, durante una di queste conversazioni, mia madre accennò ad un episodio accaduto a mia nonna quando era giovane e di come la febbre spagnola avesse cambiato la sua vita. Ne rimasi affascinata subito e cominciai a farle mille domande. Poi proposi a mia madre, che è casalinga e in zona rossa non poteva muoversi, di provare a scrivere una sorta di quaderno delle memorie perché quelle incredibili vicende sembravano quelle della protagonista di un libro. Mi rispose che un giorno o l’altro l’avrebbe fatto.  Ogni giorno mi raccontava un capitolo nuovo e pian piano tutta la storia prese forma, io nel frattempo prendevo appunti e, una volta terminata la storia, ho deciso di provare a scrivere nero su bianco tutto quello che avevo ascoltato. 

  • C’è un evento nel libro che hai particolarmente amato scrivere?

In realtà non c’è un evento che ho amato particolarmente, è stato emozionante rivivere la storia di nonna Luisa, immaginare i dialoghi dell’epoca, i luoghi e immedesimarmi al cento per cento con lei è stata un’esperienza indescrivibile. Ho amato scrivere ogni singola pagina di questo libro perché è stato come catapultarmi nel passato, nella vita di una donna che ho imparato a conoscere attraverso la mia penna. 

Ho fatto diverse ricerche per trovare materiale sul periodo storico in cui è ambientato il romanzo. È stato commovente leggere le testimonianze di persone rimpatriate sulle navi bianche dalle colonie italiane. È un frammento di storia di cui si parla poco e che si è voluto dimenticare perché ha fatto parte dei nostri fallimenti come nazione. Ma credo che, nel mio piccolo, aver puntato di nuovo la luce su questo aspetto possa suscitare l’interesse e la curiosità di molti soprattutto dei più giovani. 

  • Ci parli un po’ dei tuoi protagonisti? 

La protagonista che parla in prima persona è Luisa, la mia nonna materna. Purtroppo è venuta a mancare quando ero solo una bambina e non ho mai potuto sentire questo racconto con la sua voce ma ho pensato che fosse una storia da condividere. Luisa è una donna forte, moderna e intraprendente che deve affrontare grandi prove di coraggio e diversi ostacoli durante la sua vita.  

C’è Raffaele, l’uomo che le cambia completamente la vita e che diventa suo marito. 

Per aiutarla nelle faccende domestiche Luisa decide di assumere un ragazzo indiano di nome Aalok che, dopo aver portato un po’ di scompiglio negli equilibri coniugali, si rivelerà un prezioso aiuto nella vita della protagonista.

Sulla nave diretta a Mogadiscio conosce Francesca e Lorenzo una coppia che le rimarrà a fianco nei momenti più difficili e con cui instaura un rapporto di amicizia dopo che l’uomo la salva da una situazione di pericolo.

Vincenzo, invece, entra nella sua vita in punta di piedi, è un uomo incredibile, le grandi difficoltà che si presentano sul suo cammino lo accomunano a Luisa, nascerà un amore difficile, sincero e inaspettato.  

  • Cosa ci dobbiamo aspettare da questa storia? 

Questa storia è assolutamente autentica. Prima dicevo che credo sia una storia da condividere. Pensando a questa espressione nasce un sorriso: la prima cosa che mi viene in mente, come a molti, sono i social. Abbiamo perso, purtroppo, la capacità di ascoltare, di guardarci negli occhi e di condividere le nostre storie, se non dietro lo schermo di un cellulare. 

Questo libro vuole essere un modo per tornare ai tempi in cui ci si sedeva a tavola e i nonni ci raccontavano storie di guerra, di amori e di sentimenti autentici. Quell’amore fatto di attese, di sguardi e di parole sussurrate davanti ad un tramonto (o un’alba). 

Viene descritta la guerra, l’avventura, il viaggio, la perdita di persone care e la rivincita sul proprio destino.

Questo racconto è un inno alla vita e alla speranza, quella che non ci deve mai abbandonare. Luisa ci mostra come è possibile affrontare le difficoltà sempre a testa alta. 

  • Ci elenchi anche le tue precedenti pubblicazioni o se hai dei progetti futuri?

“Non solo un’alba” è il mio primo romanzo. Al momento sto lavorando ad un nuovo progetto: un romanzo completamente diverso, si tratta di un racconto con personaggi e luoghi di fantasia. 

  • Un autore/autrice che ti sta particolarmente a cuore e perché.

In realtà non c’è un autore preferito. Mi piace leggere vari generi e vari autori e farmi trascinare, dalla storia, dalla prosa più che dall’autore. Spesso non ricordo i nomi degli scrittori e quando scelgo un libro mi faccio guidare dalla curiosità per il contenuto e non per chi lo ha scritto. Ci sono autori di cui ho amato alcuni romanzi e invece sono rimasta delusa da altri. Se dovessi farti un elenco di libri che mi sono piaciuti starei qui fino a domani!! 

  • Stai parlando a un lettore che ancora non ti conosce, perché dovrebbe leggerti?

Credo che leggere sia come viaggiare, estraniarsi dalla vita frenetica di ogni giorno e ritagliarsi un momento in cui si può essere altrove, si può diventare qualcun altro e si possono vivere grandi avventure. Penso che un buon libro, per essere definito tale, debba lasciarci qualcosa, un’emozione, un ricordo, un pensiero. 

Scrivere per me è stata una scoperta, un modo per esteriorizzare i sentimenti e una valvola di sfogo in un momento difficile. Spero di aver trasmesso l’emozione che ho provato mettendo nero su bianco la storia di nonna Luisa e spero di continuare a scrivere storie che lascino qualcosa di positivo in chi le legge.  

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