Intervista all’autore Lamberto Cenicola

Intervista all’autore Lamberto Cenicola in merito al suo libro “I sette giudici dell’estinzione”.

TRAMA

Un’antica confraternita segreta, l’Ordine dei Rosacroce, è custode di una verità che con la spada e ancor più con l’ingegno difende strenuamente da secoli. Una verità ereditata da un perduto popolo, quello degli Harappa, che in un lontano passato dimorò nella valle dell’Indo situata nell’odierno Pakistan. I suoi proseliti, i Cavalieri in spirito, si trincereranno attorno a essa chiudendosi a difesa del fiore della vita, simbolo questo della divina perfezione e con essa dell’equilibrio armonioso degli opposti. Tutto pur di evitare il ripetersi dell’orrore, l’Apocalisse delle Apocalissi, che già in passato si era abbattuto sul mondo e che fu tale da estinguere un popolo intero. Perché fra tutte è proprio la condotta umana, sempre più macchiata di ogni scellerato crimine, la principale nemica di se stessa.

INTERVISTA

  • Ciao e benvenuto su onlybookslover.it.
    Parlaci del tuo libro “I SETTE GIUDICI DELL’ESTINZIONE”!

Ciao, grazie per l’invito.

È difficile incastrare il mio romanzo in un unico genere. Sicuramente posso dirti cosa non è: non è né un romance né tantomeno un fantasy. Alla base de “I sette giudici dell’estinzione” vi è infatti un’approfondita attività di ricerca rielaborata, filtrata e anche un po’ distorta dalla mia immaginazione. Un connubio fra reale e finzione che mi porta a definire “I sette giudici dell’estinzione” una sorta di fanta-documentario.

La storia è spaccata in due dimensioni temporali.

Vi sono dei salti in varie epoche del passato in cui viene data voce ad antichi popoli e a controversi personaggi del calibro di Giordano Bruno, Newton e Dante, tanto per citarne alcuni.

E poi vi è la narrazione ancorata al presente dove vengono riprese le vicissitudini di un gruppo di persone impegnato a sventare una grave minaccia che sta per abbattersi sul mondo intero e che proprio in quel lontano e vicino passato affonda le sue radici.

Ovviamente questi due binari tenderanno a scontrarsi tra loro.

Ho cercato di dare al romanzo un’impronta sia storica sia fantascientifica anche se sostenuta dal ritmo incalzante e ansiogeno tipico di un thriller.

  • Come è arrivata l’idea?

L’idea è un po’ il riflesso delle mie letture e della mia vocazione un po’ apocalittica. Lungi da me essere fra chi, terrapiattisti e complottisti vari, aspetta con impazienza la fine del mondo, sono comunque affascinato dallo studio di quei fenomeni che potenzialmente potrebbero avere un profondo impatto sulla nostra vita. La possibilità che un asteroide colpisca la Terra, o che un supervulcano erutti all’improvviso, come anche gli stravolgimenti climatici in atto, ci ricordano quanto siamo fragili. Una consapevolezza che dovrebbe spronarci a proteggere quanto di così delicato ed effimero abbiamo.  In altre parole dobbiamo godere della vita e imparare a rispettarla ogni singolo giorno.

  • Ci spieghi come è nato il titolo? È arrivato prima o dopo la stesura?

Il titolo è nato mentre scrivevo il romanzo. All’inizio doveva essere “I giudici dell’estinzione”. Tuttavia visto il ruolo chiave giocato nella trama dal numero sette, simbolo della perfezione intesa quale unione tra divino e terrestre nonché del continuo filosofeggiare, ho deciso di dargli l’importanza che meritava.

  • Nel tuo libro si parla di apocalisse e confraternite, hai preso ispirazione da qualcosa in particolare o è tutto frutto della tua immaginazione?

Come ho anticipato prima, la principale fonte di ispirazione de “I sette giudici dell’estinzione” è la realtà stessa. Molti fenomeni descritti nel romanzo sono reali come reali sono a volte anche i dialoghi dei personaggi del passato. Per esempio riprendere Giordano Bruni e vestirlo dei suoi veri panni, dargli la sua vera voce ed entrare nel suo pensiero è stata una delle cose più difficili da me riscontrate nello scrivere questo romanzo. Ciò premesso, l’immaginazione ha comunque fatto il suo lavoro. Da brava sarta è andata a cucire tutti questi elementi fra loro per creare una storia di fantasia.

  • Questo è il tuo primo libro? Se no, ci parli anche degli altri?

No, è il secondo. Il mio romanzo d’esordio è uscito sempre nello stesso anno e si intitola “La verità – Il ciclo dell’eterna fine”. L’impalcatura è grossomodo la stessa anche se il primo è molto più corposo e ha una serie di note che, riportate a piè di pagine, consentono a quei lettori più curiosi di affacciarsi e approfondire diversi misteri della vita.

  • Il genere Thriller ti ha sempre appassionato?

Sì e molto. Mi piace la tensione, adoro i continui colpi di scena, ma soprattutto impazzisco per quei finali che ribaltano tutto ciò in cui si è creduto arrivando alle ultime pagine. 

  • C’è un messaggio che volevi trasmettere con questa storia?

Soltanto chi non giudica non teme di essere giudicato. È una massima a cui sono giunto scrivendo questo romanzo. Non bisogna mai lasciarsi imprigionare in alcuno schema soprattutto se imposto dalla stereotipata etichetta di un pregiudizio.

  • Un autore/autrice che ti sta particolarmente a cuore e perché.

Il mio idolo è James Rollins. Ho letto tutti i suoi romanzi. Mi hanno emozionato ma anche insegnato tanto, cosa che a mio parere dovrebbe sempre fare un romanzo.  Mi piace inoltre che un romanzo parta dall’analisi di un mistero e che con il proseguo della storia approdi a una soluzione dell’enigma a metà strada tra lo scientifico e il fantasioso. Leggendo i meravigliosi romanzi del Rollins mi sono sentito anche io un po’ esploratore. Altro mio autore preferito è sicuramente Howard Phillips Lovecraft. Lo adoro a tal punto che l’ho voluto omaggiare aggiungendo in alcune scene di entrambi i miei romanzi un pizzico del cosiddetto horror lovecraftiano.

  • Stai parlando a un lettore che ancora non ti conosce, perché dovrebbe leggerti?

Se sei appassionato di misteri e se alla ricerca di una scossa adrenalinica, se l’indagine scientifica ti intriga e non disdegni cimentarti in un viaggio nel tempo, se hai voglia di meditare su alcuni aspetti della vita e non hai il preconcetto di dare tutto per scontato, allora questo è il romanzo giusto. 

You may also like