Intervista a Valentina Luberto

VALENTINA LUBERTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BIOGRAFIA VALENTINA LUBERTO

Ho iniziato a scrivere quello che non riuscivo a disegnare e a disegnare un giorno in cui non ho trovato le parole. Sono continuamente alla ricerca di nuovi canali per esprimere la mia creatività e ho la consapevolezza che, per quanti ne troverò, ce ne sarà qualcuno che avrò perso o che non riuscirò a scoprire. L’esigenza di continua ricerca mi accompagna da sempre, dagli studi in filosofia, alla curiosità per l’arte e per la comunicazione visiva. Ricerco ciò che si cela oltre il visibile, probabilmente è per questo che anche nella scrittura spesso rappresento il tratto surreale, mi piace pensare che oltre ciò che vedo si nascondano tante inaspettate possibilità. Ho una forte attrazione verso l’animo umano e provo una profonda tenerezza per i personaggi buffi. Il mio desiderio più grande è che chi visiti il mio mondo riconosca, in ciò che lo anima, qualcosa che gli appartenga nonostante gli sembri, a prima vista, distante da sé.

Pubblicazioni:

In bilico. Storie di animali terrestri, Musicaos Editore [coautrice]

Sghembestorie, Lettere Animate Editore

Cuore confuso al cioccolato fuso, Lettere Animate Editore [racconto breve]

L’amore è miope, Pub Gold


1) Ti sei mai cimentata in altri generi?

Attualmente ho scritto due raccolte di racconti “Sghembestorie”, Lettere Animate Editore e “L’amore à miope”, collana Policromia di Pub Gold Editore e sono di due generi diversi, la prima predilige racconti surreali e la seconda umoristico grotteschi, tendenzialmente sono questi i generi in cui ritrovo maggiormente a mio agio, ma, siccome la vita è piena di sorprese, ecco, è possibile che in futuro sperimenti anche altro. Non mi precludo alcuna strada.

2) Il tuo autore preferito?

Ho da sempre un debole per Calvino, Svevo e Dostoevskij, per indicare, invece, autori più recenti, potrei citare Paul Auster, Diego De Silva, Stefano Benni, Erri De Luca… mi fermo qui, perché altrimenti riempirei tutto lo spazio con un numero infinito di nomi; sono una lettrice curiosa, quindi, sempre alla scoperta e riscoperta di vecchi e nuovi scrittori.

3) La tua scrittura si ispira a qualche scrittore in particolare?

No, anche se credo che, inevitabilmente, le mie letture mi abbiano, in qualche modo, anche indirettamente influenzata. Ho sempre cercato e cerco sempre di sviluppare un modo tutto mio di raccontare, di riuscire ad ascoltare la mia voce e pensare che la riconoscerei tra mille; è un intento per cui bisogna lavorare tantissimo, ma fatica e sfide non mi intimoriscono e sono sempre pronta ad accoglierle in modo propositivo.

4) Quanto tempo dedichi alla scrittura?

Negli ultimi tempi, molto poco poiché sono sopraggiunte delle esigenze nel quotidiano che occupano maggiormente il mio tempo, ad ogni modo, per me scrivere è e deve essere un piacere, quindi, è un’attività a cui dedico tempo tutte le volte che ne sento il bisogno perché, in questo modo, riesco sempre a trarre dei benefici, oltre che la gioia di creare con le parole qualcosa che prima non c’era.

5) Come arriva l’ispirazione?

All’improvviso, anche nei luoghi e nei tempi più impensati. Solitamente a seguito di una cosa che vedo e che mi colpisce o di qualcosa che ascolto, talvolta anche solo una parola; altre volte, sopraggiunge un ricordo oppure c’è una melodia, un rumore, un’intuizione sonora che mi porta altrove e, in quell’altrove, c’è la visione da cui nascerà ciò che scriverò.

6) Da quanto tempo scrivi?

Da quasi dieci anni, ho iniziato a farlo sul mio blog “Sghemberie” dove fissavo dei brevi pensieri, giocavo con le parole e le immagini. La scrittura di veri e propri racconti, invece, risale al 2010, quindi sono nove anni. Oddio, tutte le volte che lo dico mi sembra tantissimo e, siccome scrivere è una cosa che è arrivata per caso, senza che io avessi mai nemmeno pensato sarebbe potuto accadere, mi sembra ancora più incredibile che sia successo.

7) Come hai iniziato?

Con un concorso nazionale di scrittura a cui era associata una community molto fervente in cui ho sperimentato il confronto e la crescita a seguito della critica costruttiva. Successivamente, alla fine di questo concorso, alcuni di noi hanno pensato che sarebbe stato bello continuare a scrivere e confrontarci, così, abbiamo creato un gruppo segreto di scrittura su Facebook. Questo gruppo mi ha dato modo di crescere in un ambito in cui ero a digiuno e che scoprivo, giorno dopo giorno, mi piacesse e incuriosisse sempre di più.

8) Ti occupi di altro nella vita?

Il desiderio di chi scrive è quello di potersi mantenere così; la realtà, purtroppo, ti riporta all’impossibilità di farlo, quindi scrivere, per me e in questo momento, resta una passione.

9) Stai già lavorando a qualche altro libro?

Al momento ho delle idee che spero di tradurre in storie molto presto.

10) Cosa ne pensi del mondo dell’editoria?

Non credo di possedere le competenze per dare una risposta esaustiva. Posso dirti quello che mi auguro, ovvero che si dia sempre più spazio a voci nuove e che non si abbandoni mai l’idea di cercarle per trovarne qualcuna che abbia quella tonalità che, forse, ancora non è mai stata ascoltata.

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