Intervista a Simona Bennardo

Oggi pubblico l’intervista fatta a Simona Bennardo, autrice di “la corsia dei veicoli lenti” che trovate su AMAZON

 

Intervista a Simona Bennardo
  1. Ciao Simona e benvenuta su onlybookslover.it, partiamo dal tuo libro “ la corsia dei veicoli lenti” e dal titolo, che significato ha per te?

Ciao a tutti e grazie a onlybookslover per l’ospitalità. Il mio ultimo libro “La corsia dei veicoli lenti” racconta la storia di una psicologa (io) che si imbatte in una diagnosi inaspettata di tumore al seno. Da quel momento la vita cambia radicalmente e le priorità si invertono: avevi organizzato una giornata di appuntamenti in studio per i tuoi pazienti e proprio in quel giorno fissano la risonanza magnetica? Il tuo amato e importante lavoro passa in secondo piano: corri a fare la Risonanza e sposti tutti i tuoi pazienti in un altro giorno. Oppure: avevi un corso di aggiornamento cui ti eri iscritta mesi prima versando fior di caparre, prenotando volo e albergo? Lo salti, se proprio in quel periodo devi fare l’intervento o lo hai appena fatto e devi stare 30 giorni a riposo assoluto. Così il titolo è la metafora del percorso: mentre tutti continuano a correre nelle proprie vite, chi si imbatte in un tumore deve sapersi fermare, deve riuscire a rallentare, cambiare ritmo e priorità. Ed è così che mi sono sentita io: vedevo tutti sfrecciare mentre andavo lenta lenta, e con un’altra priorità: vivere e guarire!

  1. So che il libro è autobiografico, come è arrivata la decisione di voler mettere su carta tutto ciò che hai provato e di dargli una vita?

All’inizio non volevo proprio scrivere di quello che stavo vivendo: dicevo “non vorrò mai scrivere di questa cosa brutta: voglio scrivere un altro libro giallo!”. Poi però ho cambiato idea e mi sono motivata nel corso delle terapie, quando leggevo pubblicazioni ad hoc: libri scritti da donne che avevano attraversato il mio stesso iter (per esempio: i libri di Francesca Del Rosso, il libro di Anna Savini “Buone ragioni per restare in vita”) perché queste letture mi hanno aiutato davvero tanto. Così solo a un certo punto del mio percorso ho pensato di scrivere e condividere la mia storia: da quel momento ho iniziato a scrivere giorno per giorno quello che mi succedeva. Mi piace pensare che molte persone leggendo il mio “diario di bordo” possano trovare un conforto, un sollievo o almeno qualche risposta alle numerose domande che inevitabilmente arrivano.

  1. Cosa volevi trasmettere con queste pagine?

Con queste pagine volevo trasmettere forza, energia ma forse ancor di più: il coraggio. Volevo condividere la mia esperienza, invitando chi legge a non rinunciare necessariamente alla vita, a divertirsi, a viaggiare, anche a lavorare. Ma cercare di andare avanti, certo magari rallentando e fermandosi in alcuni momenti, ma senza per questo privarsi delle cose che ci fanno stare bene. E poi volevo raccontare dei medici meravigliosi che mi hanno guidata passo dopo passo, operata, medicata nel corpo e nell’anima, che mi hanno spiegato sempre bene tutto e mi hanno aiutato a capire quello che stava succedendo e come affrontarlo al meglio. Volevo raccontare dell’amore e degli affetti, indispensabili ingredienti per la guarigione, in qualunque percorso di malattia.

  1. Ci parli un po’ di te? Come è arrivata la passione per la scrittura?

Premetto che nel mio lavoro capita spesso di scrivere articoli o libri, per cui con la scrittura ho sempre avuto un ottimo rapporto.  Però ad un certo punto ho avuto voglia di qualcosa di diverso e mi sono incuriosita dei corsi di scrittura che si andavano organizzando nella mia città. Ho iniziato con un corso sul racconto, poi sulla biografia, poi sul romanzo… insomma: mi sono appassionata e li ho frequentati tutti! L’incontro poi con Andrea Di Gregorio, il mio maestro di scrittura creativa e con Luisella Pescatori, la mia dolcissima e bravissima editor, hanno completato il percorso.

Sono poi una accanita lettrice di libri gialli, in particolare ho letto tutti i libri di Patricia Cornwell e adoro Alessia Gazzola, Rosa Teruzzi e Romano De Marco. Diciamo che in Italia ci sono molti bravi scrittori che apprezzo particolarmente. Alcuni  ho avuto anche la fortuna di conoscerli personalmente!

  1. Hai scritto altri libri oltre questo, ce li riassumi?

Pubblicazioni scientifiche a parte, finora ho scritto “Il piano di volo delle libellule” un ebook pubblicato con StreetLib, che ho scritto per avvicinare le persone al concetto di percorso psicologico e di psicoterapia. Poi ho pubblicato “La vendetta mi renderà felice” con la casa editrice Il Seme Bianco, successivamente edito da Emersioni con il titolo “Un nome schedato” che è un romanzo giallo che ha per protagonista una psicologa e la sua migliore amica alle prese con uno strano omicidio. Poi ho scritto il “Controdecalogo” edito da New Press con alcune mie compagne del corso di scrittura creativa: Roberta Ganzetti, Carla Negretti, Marialuisa Barbera e Gerarda Veneroso. In questo libro ciascuna di noi riprende ciascuno dei comandamenti e li ambienta in tempi diversi, dandone una lettura alternativa e adattata ai tempi attuali. Poi è arrivata la disavventura con il tumore al seno e la pubblicazione de “La corsia dei veicoli lenti”, sempre edito da Emersioni.

  1. C’è un genere che non scriveresti mai e uno invece che vorresti sperimentare?

Per il momento posso dire di non aver mai pubblicato una raccolta di racconti, e forse un giorno vorrò sperimentare una pubblicazione di questo genere: mi intriga l’idea di lavorare ad un progetto del genere, soprattutto amando io la scrittura in capitoli brevi e ricercando uno stile scorrevole.

Al contrario, un genere che non scriverei mai è il fantasy ma non perché non mi piaccia, tutt’altro: non mi sento molto abile nel raccontare una storia del genere, non la sento nelle mie corde, mentre ne apprezzo molto di più la lettura.

  1. Cosa ne pensi dell’auto pubblicazione?

Il piano di volo delle libellule è stata la mia unica esperienza di autopubblicazione, peraltro devo dire nel complesso positiva.L’importante è trovare  una piattaforma agevole dalla quale pubblicare il libro ed eventualmente fare le dovute correzioni e aggiustamenti (cosa che in casa editrice è un po’ più complicata, anche se hai un editor che ti affianca): nel caso del mio ebook la distribuzione è ottima e ultimamente è in vendita anche il cartaceo su ordinazione e questo ha completato l’offerta di vendita.

  1. Ultima domanda, immagina di parlare con un lettore, cosa diresti per consigliargli il tuo libro?

Direi che il mio libro non delude le aspettative: ha un ritmo scorrevole, mai pesante ed è piuttosto ironico, nonostante l’argomento. Volevo parlare chiaro e senza misteri di quello che mi è successo, quindi se si cerca di un libro sincero e trasparente, che parli del percorso che una diagnosi di tumore al seno comporta, qui si trovano risposte e pezzi di vita vera. E soprattutto direi che è un libro per tutti: molti lettori di sesso maschile che lo hanno letto, mi hanno confidato di aver trovato nel libro preziosi suggerimenti per stare vicino a chi stava compiendo quel percorso; molte lettrici di sesso femminile si sono commosse e ritrovate nei diversi passaggi. Pare poi che nessuno si sia annoiato, anzi: pare che si siano tutti commossi e divertiti. Ed era proprio quello che volevo!

Grazie per il tuo tempo Simona, ti auguro tutto il meglio!
Grazie a te Arianna, per la tua disponibilità e sensibilità.


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