Intervista a Giulia Martani

Giulia Martani, classe 1984, vive a Mantova ed è laureata in Giurisprudenza.
Ha esordito con la raccolta di racconti noir “Nero ma non troppo” (Sensoinverso, 2011). Nel 2012 è uscito “Benzina”, il suo primo romanzo: si tratta di un libro di denuncia che affronta l’attuale problematica del bullismo tra i banchi di scuola, in particolare quello al femminile, un fenomeno particolarmente subdolo poiché “sommerso”.
Successivamente ha pubblicato la favola illustrata “La gatta che si credeva una bambina” (Edigiò, 2012).
Nel 2013 ha visto la luce “Angelo del fango” (Il Rio), un romanzo breve che tratta diverse tematiche, quali il disagio giovanile, i rapporti tra genitori e figli, la crisi economica e la disoccupazione, ma anche il grande desiderio di riscatto di questa sfortunata generazione.
“La praticante” (Il Rio, 2015) è un libro a metà strada tra la commedia nera e il legal thriller e punta i riflettori sulla condizione dei giovani precari in Italia.
“Bamboli: gufetti e scherzetti” (Silele Edizioni, 2017) è una storia illustrata, una favola moderna semplice, ma istruttiva, che narra le disavventure di due pestiferi pupazzi a forma di gufo.
La sua ultima pubblicazione, la commedia “Addio al glutinato” (StreetLib, 2018), affronta con ironia e umorismo le vicissitudini di una giovane donna che scopre di avere delle intolleranze alimentari e si trova costretta a rimettere in discussione non solo la sua dieta, ma soprattutto la vita sociale e di coppia.


Ti sei mai cimentata in altri generi?

Prima di “Addio al glutinato”, che è una commedia ironica, ho scritto diverse opere noir, un romanzo drammatico e due favole illustrate per bambini. Non ho quindi un genere “predefinito”, amo scrivere di tutto ciò che mi emoziona, senza preclusioni, sentendomi libera di poter spaziare da un argomento (e stile) all’altro.

Il tuo autore preferito?

In questo periodo sto divorando gli psicothriller di Wolf Durne. Tra gli autori italiani i miei preferiti sono Donato Carrisi e Niccolò Ammaniti.

La tua scrittura si ispira a qualche scrittore in particolare?

Non direttamente, ma sicuramente leggere molti libri aiuta a crearsi uno stile e permette di ampliare il proprio lessico.

Quanto tempo dedichi alla scrittura?

Dipende dal periodo e da quanto tempo libero riesco a ritagliare per la mia passione, in base agli impegni lavorativi e personali…mai quanto vorrei, quindi!

Come arriva l’ ispirazione?

L’ispirazione arriva all’improvviso e nel momento più inatteso, come i temporali estivi. Può scaturire da un episodio della vita quotidiana, da una notizia di cronaca, da un discorso tra amici, una vicenda particolare di cui ho sentito parlare…qualsiasi cosa possa stimolare la mia fantasia e creatività.

Da quanto tempo scrivi? Come hai iniziato?

Non saprei dire quando ho iniziato, già da bambina amavo scarabocchiare su ogni foglio di carta a mia disposizione, disegnando fumetti o scrivendo brevi storie. Durante il periodo del liceo ho partecipato a concorsi letterari per racconti brevi, ottenendo la pubblicazione su alcune antologie, un primo incoraggiamento a continuare su quella strada.

Il mio libro di esordio è stato “Nero ma non troppo” (2011) una raccolta di racconti noir. L’anno successivo ho dato alle stampe il mio primo romanzo, “Benzina”, un libro a me particolarmente caro per la tematica che affronta, a dir poco attuale e drammatica: il bullismo tra i banchi di scuola, in particolare quello al femminile, a mio avviso il più subdolo e pericoloso. Successivamente ho pubblicato la favola illustrata “La gatta che si credeva una bambina” (2012).

Nel 2013 ha visto la luce “Angelo del fango”, un romanzo breve che tratta diverse tematiche, quali il disagio giovanile, i rapporti tra genitori e figli, la crisi economica e la disoccupazione, ma anche il grande desiderio di riscatto di questa sfortunata generazione.

“La praticante” (2015) è un libro a metà strada tra la commedia nera e il legal thriller e punta i riflettori sulla condizione dei giovani precari in Italia.

L’anno scorso è uscita la favola moderna “Bamboli: gufetti e scherzetti” una storia illustrata semplice, ma istruttiva, che narra le disavventure di due pestiferi pupazzi a forma di gufo.

La mia ultima pubblicazione è la commedia “Addio al glutinato” (2018).

Ti occupi di altro nella vita? Nella vita mi occupo di Comunicazione, lavoro come PR per un’azienda.

Stai gia lavorando su qualche altro libro? Sì, ho un paio di progetti in mente e un nuovo romanzo in cantiere, che dovrei iniziare a breve.

Cosa ne pensi del mondo dell’editoria?  E’ una realtà complessa, nella quale non è facile emergere. Oggi tutti hanno la possibilità di pubblicare un’opera, grazie al self publishing: l’offerta è quindi vastissima, ci sono più scrittori che lettori. La piccola e media editoria fatica a fronteggiare le innovazioni portate dal mondo digitale e dai social network. Il web e gli ebook hanno inevitabilmente strappato larghe fette di pubblico al mercato cartaceo, a partire dai lettori più giovani.

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