Il pozzo del castello di Himeji in Giappone

Morgane ci parla de: Il pozzo del castello di Himeji in Giappone nel suo nuovo articolo sulle Leggende Gotiche.

In Giappone la cultura sui fantasmi fa assumere loro forme differenti, ci sono spettri morti all’improvviso che non hanno avuto il tempo di trovare pace perché sono stati uccisi o magari si sono suicidati, oppure ci sono spettri femminili che sono stati maltrattati e che sono accomunati dal desiderio di vendetta.

Il castello di Himeji in Giappone è un’antica costruzione in legno ben conservata che sorge in posizione elevata rispetto al centro della città dal quale prende il nome e che si trova a circa 50 chilometri dalla città di Kobe.

Il castello è chiamato anche dell’airone bianco per via del candido rivestimento di gesso ed è sovrastato da una caratteristica torre che sti staglia per 45 metri sull’orizzonte.

La storia a cui è legata risale al XVII secolo quando il governo della Shogun locale commissionò la torre.

Ai piedi di questa si trova il pozzo del castello, che era ubicato vicino al cancello del suicidio e non era un caso.

Infatti in questo caso il pozzo non serviva per portare l’acqua ma per lavare il sangue dei suicidi.

Oggi è noto come il pozzo di Okiku,una bella donna che lavorava al castello e che era la domestica preferita di un grande signore.

Da domestica molto devota la donna cominciò a provare qualcosa di più e arrivò a desiderare di essere amata dal suo signore.

Quando per caso udì alcuni servitori ordire un piano per rovesciarlo, ucciderlo e usurpare il castello, la poveretta informò subito il suo padrone ma sfortunatamente il traditore riuscì a fuggire e visto che il piano era stato sventato dalla donna, il servo le giurò vendetta.

E la trovò un giorno che la ragazza era intenta ad occuparsi di dieci piazzi da collezione a cui il signore teneva molto.

Il traditore riuscì a far sparire uno dei piatti e naturalmente i sospetti caddero subito su Okiku, che fu processata e giudicata colpevole del reato.

Come se non bastasse il signore di cui era profondamente innamorata e a cui aveva salvato la vita concesse al traditore riabilitato di torturare la poveretta con torture sessuali umilianti e orripilanti.

Alla fine il cadavere della ragazza fu gettato nel pozzo e da lì la sua anima non trovò pace, il suo spirito cominciò a infestare il pozzo e alle prime ore dell’alba la sua voce svegliava il suo antico padrone contando i piatti preziosi a lui tanto cari e urlando e gemendo prima di arrivare al numero dieci.

Tale tortura sconvolse la salute mentale dell’uomo che nel frattempo aveva anche scoperto l’innocenza della giovane donna

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