“Il freddo dell’inferno”

Recensione del libro “Il freddo dell’inferno” di Sarah Elisabeth Burns. L’autobiografia di una ragazza che cerca di combattere un mostro.

“Il freddo dell’inferno”

Sarah aveva tutto ciò che una bambina potrebbe desiderare: la vita le sorrideva e il suo futuro pareva raggiante. Ma a tredici anni, qualcosa è successo. Un mostro terribile si è insinuato nella sua mente, compromettendo forse irreparabilmente non solo la sua esistenza, ma anche quella di coloro che la circondavano. Questo mostro si chiama anoressia nervosa o, come la identifica Sarah, Ana. La più mortale fra le malattie mentali. Un mostro che obbliga Sarah a correre per ore al freddo, per potersi concedere un biscottino dopo cena. Un mostro che le impone di fare le scale, mentre sua nonna sta morendo in un letto di ospedale. Un mostro che causa pianti, urla, dolore, sofferenza e che sovrasta ogni altra cosa. Da dove viene questo mostro? Può essere sconfitto? A queste domande Sarah cerca di rispondere, scegliendo di aprirsi al mondo e di raccontare la sua storia: un viaggio fatto di vittorie e ricadute, di lacrime e risate, di reparti di neuropsichiatria e di voli oltreoceano. Una storia che non trova una conclusione: Sarah ha ora diciannove anni, porta ancora le ferite sulle braccia ma è arricchita del bagaglio di esperienze che ha vissuto e dalla consapevolezza che ha raggiunto. E tutto questo deve darle la forza di andare avanti, di prendere in mano le redini della sua vita e spezzare una volta e per tutte le catene della paura.

“Il freddo dell’inferno”: la recensione

Leggere “Il freddo dell’inferno” è stata dura.
La storia di Sarah l’ho sentita fin dentro le ossa, l’ho guardata in volto e l’ho presa per mano cercando di darle conforto.
Alla fine del libro l’ho abbracciata e le ho detto “Sei forte, non mollare, ricorda chi sei e il percorso che hai fatto”.

Questa è l’autobiografia di una ragazza che ha sofferto di anoressia nervosa e che ne racconta tutto il percorso, da quando ha iniziato a soffrirne ad oggi.
Una brutta bestia che si è insinuata nella sua mente e che non sa come far uscire.
Sarah si sente piccola di fronte a un mostro così grande. Si sente impotente e non si rende conto di ciò che le succede finchè non succede.
Un libro che racconta la vita di Sarah, i suoi alti e bassi, le sue paure e le sue fragilità.
Un libro da trattare con rispetto, sensibilità, dolcezza.

Ho sentito una fitta al cuore durante tutte le 400 pagine di lettura. Impossibile rimanere impassibili davanti a emozioni così forti.
Mi sono sentita stupida per tutte le volte che ho odiato me stessa e ho ritrovato un po’ di me in lei, seppur due vite e due storie completamente differenti.

Una forte testimonianza, un grido di dolore che strazia.
Non ci sono motivazioni valide che vi spingano a NON leggere questo libro. Una lettura di questo tipo è da fare, è da fare per capire il dolore che si cela negli occhi di un’altra persona, è da fare per renderci conto di cosa accade quando non tolleriamo noi stessi o il nostro corpo.

Ringrazio Sarah per aver scritto e raccontato la sua storia e per avermi dato l’onore di custodirla. Lo farò con cura.

Arianna

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