“I divoratori” di Stefano Sgambati

Oggi recensisco “I divoratori” di Stefano Sgambati edito Mondadori.

"I divoratori" di Stefano Sgambati
"I divoratori" di Stefano Sgambati

Non è una serata come le altre nel prestigioso Palazzo Senso, ristorante gourmet dell’Hotel Principe di Savoia di Milano. I piatti concepiti dallo chef Franco Ceravolo, monumento della gastronomia italiana, atterrano con grazia sui tavoli finemente apparecchiati, trasportando i clienti in un universo sensoriale stroboscopico impossibile da dimenticare. Ma nell’aria serpeggia una strana eccitazione e tutti gli occhi sono puntati verso il centro della sala, lì dove siede “una creatura di perfezione impossibile, ancestrale, l’uomo più bello che si sia mai visto”. È Daniel William King, stella assoluta di Hollywood, accompagnato dalla sua bellissima moglie: la coppia di attori più ammirata, invidiata e fotografata del momento, ville da copertina, premi internazionali, figli naturali e figli adottati, ricchezza, successo e due volti assicurati per cifre che basterebbero a pagare un Pollock da Sotheby’s: una grandiosa famiglia tradizionale. Condividere con loro il tempo e lo spazio di una cena non è un’opportunità o un colpo di fortuna, ma una responsabilità, un peso capace di cambiare le carte in tavola. A scoprirlo, loro malgrado, saranno Elena e Saverio – che stanno trascorrendo un avventato weekend insieme dopo essersi incontrati al funerale di una comune amica -, Giordano e Frida – uno stimato professore universitario e una sua lettrice di trent’anni più giovane – e un gruppo oscenamente rumoroso, seduto più in fondo, in disparte – la grottesca famiglia del maître, che grazie a una soffiata del figlio non si è fatta sfuggire l’occasione di osservare da vicino Mr e Mrs King. Durante il pasto, mentre in cucina e agli altri tavoli si consumano cattiverie, epifanie e piccoli traumi, al tavolo dei due divi si svolge la scena madre, perché nel cervello dell’attore più bello del mondo, all’oscuro dello sguardo altrui e lontano dalla liturgia dello spettacolo, si annida da tempo un minuscolo seme di follia, “una specie di fungo, una macchia che comincia ad allargarsi” e che devierà senza scampo le traiettorie delle vite di ciascuno dei protagonisti.

"I divoratori" di Stefano Sgambati

È davvero tutto come ci viene mostrato?
La vita perfetta di un cantante, un attore, un qualunque personaggio pubblico?
La famiglia amorevole e ammirata, la dedizione al lavoro, la realizzazione di un sogno?

Inizio con queste 3 domande che mi sono posta durante tutto il corso della lettura e che è stato per me punto di riflessione su questo romanzo.

Ci troviamo davanti a un romanzo ambientato in un unico luogo, ovvero il Palazzo Senso, ristorante gourmet dell’Hotel Principe di Savoia di Milano.
Non è però una serata come le altre.
Come leggiamo dalla trama, al ristorante cena il signor King e signora, lui attore super acclamato e lei di una bellezza e sfrontatezza unica nel suo genere, si potrebbe descrivere come “la donna con lo sguardo di ghiaccio” perchè basterebbe un solo sguardo per congelarti.

Ci ritroveremo dunque a fare un viaggio nella vera realtà che vive il nostro attore, ci verranno raccontate le sue emozioni e i suoi punti di vista che, fidatevi, non sono così rosei come sembra.

Tutto ciò avviene sotto gli occhi di altre persone con vite altamente complicate.
Ci sono Elena e Saverio, Giordano e Frida e la famiglia pazza e sconsiderata di uno dei camerieri che urla e ride senza mezze misure in un ristorante lussuoso in cui certe scene non dovrebbero nemmeno verificarsi.

Tutte queste persone percorreranno tutti i problemi che hanno nella loro vita e con se stessi.
Si può chiamare un vero e proprio viaggio emozionale che si presenta in modo diretto e senza mezzi termini.

 

Avrebbe distrutto il giocattolo preferito del mondo in modo irrimediabile.
Il tempo avrebbe poi lavorato al suo posto e con il tempo lo avrebbero dimenticato.

Questa citazione la riporto perchè è tra quelle che mi ha colpito maggiormente e che mi ha portato poi alla riflessione di cui vi accennavo prima.

Uno stile di scrittura forte, audace, sicuro, quello dello scrittore Sgambati che ci fa intraprendere questo viaggio con la curiosità di saperne sempre di più.

Consigliatissimo!

Arianna

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