Elizabeth Giulia Grey| Intervista

Oggi intervistiamo l’autrice Elizabeth Giulia Grey, il suo libro è già su in PREORDER su Amazon.
Biografia autrice

 

Elizabeth Giulia Grey
In foto l’autrice.

Ciao Elizabeth e benvenuta su onlybookslover.it . Spiegaci brevemente la tua ultima pubblicazione.

Ethan – L’angelo del silenzio è un romanzo che tratta il complesso tema dell’autismo, ma lo fa in modo indiretto, attraverso gli occhi di chi vive quella sindrome di riflesso, la combatte, la subisce, a volte la accetta, ma spesso la respinge. Gli alti e bassi dei famigliari dei soggetti autistici sono la norma, ma spesso non vengono percepiti da chi osserva, non nella loro estrema complessità: io ne ho voluto dare un piccolo affresco. Piccolo, appunto. Senza alcuna velleità di costruire uno scenario che rappresentasse in pieno la realtà, infatti, ho romanzato la storia per darle una sfumatura romantica e positiva, pur cercando di non perdere mai di vista la serietà dell’argomento. Ci sono vari livelli di disturbo dello spettro autistico: per motivi narrativi e funzionali, ho scelto un grado lieve, in modo che ciò che mi premeva, ovvero il senso di speranza, fosse percepibile dalla prima all’ultima pagina.

Ethan – L’angelo del silenzio è infatti una storia di autismo, ma è anche e soprattutto un percorso per i protagonisti verso la rinascita e il perdono.

Che cosa ti ha ispirato per scrivere questo libro?

L’ispirazione è venuta poco per volta, frutto di continue osservazioni, riflessioni e domande che la crescita di un figlio comporta. Come genitore bisogna mettersi in gioco sotto molti punti di vista, dimenticare ciò che si è imparato e imparare tutto di nuovo. Raccontare una storia, seppur romanzata e con sfumature tragiche, è stata la logica conseguenza di questo processo.

C’è stato un momento in cui hai pensato “ora mollo tutto e nemmeno lo finisco”?

Sì. Non che sia una novità, anzi, mi è capitato con tutti i romanzi che ho scritto. Con questo, tuttavia, è accaduto in modo esponenziale. Ci ho impiegato solo tre mesi a scriverlo, ma poi ci sono voluti tre anni per sistemarlo e per decidermi a pubblicarlo. In questo lasso di tempo, congiunture particolari della mia vita hanno avuto un ruolo determinante: mi sono ammalata, mi sono curata e sono guarita. Le forze mentali per affrontare una nuova pubblicazione, di conseguenza, sono tornate poco per volta. Ora sono pronta. Spero solo che i lettori finiranno per apprezzare il mio lavoro.

Il tuo libro ha una tematica forte, importante. Come mai hai scelto un tema così particolare e delicato?

Ho scelto la tematica dell’autismo perché volevo affrontare un argomento e una sindrome spesso demonizzati senza cognizione di causa e trattarne gli aspetti più delicati e meravigliosi, dandone un quadro che fosse almeno un poco confortante. Dall’autismo non si guarisce (perché l’autismo non è una malattia), però le cure appropriate possono consentire ai bimbi affetti da tale disturbo di migliorare sensibilmente fino al punto di prendere il loro posto nella società. È la speranza che mi ha guidata e spero di essere riuscita a imprimerla nelle mie pagine. 

Cosa volevi trasmettere con questa storia?

Volevo trasmettere il senso di meraviglia che si prova di fronte a progressi insperati e soprattutto instillare la speranza.

Quanto c’è di te in questo libro?

In questo romanzo ho messo tutta me stessa. Ci sono io come mamma, come donna, come scrittrice e lettrice. Più ancora che in tutti gli altri miei libri, qui ci sono le mie emozioni, dalla prima all’ultima.

Se dovessi consigliarlo a un lettore, cosa gli diresti?

Gli direi di lasciarsi trasportare dalla storia senza preconcetti, di immergersi nel mondo di Kate e Philip senza pretendere da loro la perfezione, di accettare le loro debolezze e i loro sbagli. Pur nella finzione, ho cercato di costruire personaggi che fossero il più possibile realistici e cosa c’è di più realistico delle nostre mancanze e dei nostri difetti?

 

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