Egon Leon Adolf Schiele

Egon Leon Adolf Schiele è da sempre una delle figure più affascinanti della storia dell’arte, è proprio di lui che parleremo in questo articolo, così da analizzare gli eventi principali della sua vita e l’influenza che essi hanno avuto sulle sue opere

Schiele, uno dei pupilli di Klimt, è stato uno dei maggiori artisti figurativi del primo Novecento, nonché esponente assoluto dell’espressionismo. La sua vita è circondata da un’aura mistica: un talento precoce che muore in età giovane, a soli ventotto anni. Nonostante la sua breve vita le sue opere sono numerosissime.

Il suo lavoro è noto per l’intensità espressiva, per l’introspezione psicologica e per la comunicazione del disagio interiore attraverso i suoi ritratti. I soggetti sono solitamente raffigurati nudi ad indicare il suo rapporto complesso con il sesso femminile, ma molti sono autoritratti. Nel suo complesso produttive troviamo anche poesie e sperimentazioni fotografiche.

Schiele nasce nel 1890 in una stazione ferroviaria a Tulin, vicino Vienna. Alla fine del XIX secolo la città è ricca di culture molto diverse e tra queste risaltano i movimenti indipendenti che ne minacciano la stabilità. La città era inoltre conosciuta come centro intellettuale grazie alle scuole di arte e scienze che la popolavano. L’infanzia dell’artista viene subito compromessa a causa della malattia mentale del padre e dalla sua precoce morte, esperienze che segneranno le sue opere , trasmettendogli un’immagine del mondo tetra e malinconica.

Alla morte del padre la sua custodia passò nelle mani del padrino ricco, suo zio, che tentò di indirizzarlo in una carriera nelle ferrovie, ma ben presto ne riconobbe un talento artistico. Cominciò a dipingere dapprima autoritratti producendone già un numero esorbitante.

Nel 1906 entra in accademia e comincia a studiare disegno e pittura, i suoi rapporti con la madre peggiorano, e non riconoscendosi negli insegnamenti classici e arcaici dell’accademia, ricerca ispirazioni nei Cafè dove invece riesce ad entrare in contatto con diversi artisti che riconosce come simili.

Studiando da solo egli comincia a crescere, infatti comincia anche a sperimentare diversi stili dell’epoca tra cui le avanguardie, per un periodo dipinge la natura all’aria aperta; periodo in cui le sue tele si colorano con tinte luminose applicate in modo antiaccademico.

Un incontro importante è sicuramente quello con Klimt, i due erano sicuramente accomunati dalla volontà di rappresentare i nudi e la sensualità maschile. Klimt si prodigò, inoltre, nel pagare gli esordi dell’artista affinché potesse tenere la sua prima mostra nel 1908. Già in quelle prime opere abbandona lo stile accademico lasciando spazio a quello personale dell’espressionismo. In questa mostra sono visibili sia ritratti e autoritratti, sia la fisicità del corpo che mette in risalto la sessualità e l’eroticità affiancata al tema della solitudine, ciò fa assumere al complesso una tensione emotiva.

Il vuoto nelle sue opere assume un carattere simbolico, esso vuole rappresentare il continuo conflitto tra vita  e morte che assilla l’essere umano. La tensione è sicuramente amplificata dall’utilizzo della linea incisiva e tagliente e dal valore autonomo assunto dal colore, visibile soprattutto negli acquerelli. In una mostra successiva egli esporrà un quadro che lo rappresenta con in un’inusuale frequenza, utilizzando lo specchio come mezzo per la ricerca del vero io.

La poetica dietro le sue opere e la prematura morte gli fanno assumere la forma dell’artista incompreso. La sua passione per le figure femminili viene subito messa in vista dall’artista, le sue modelle, però, solitamente erano donne con cui aveva stretto un forte rapporto emotivo, ad esempio in giovinezza era solito ritrarre sua sorella, nella quale osserva l’adolescenza sbocciare.

Schiele tarscorre un lungo periodo nella Boemia del sud dove affronta i temi di città, e il tema della morte, presente in tante sue composizioni. È lo stesso periodo in cui comincia a dedicarsi alla poesia dopo esserne stato affascinato per molto tempo, inoltre intreccia una relazione amorosa con Wally Neuzil, nonché sua modella in alcune delle migliori opere.

I due lasciano Vienna in cerca di ispirazione nella campagna: prima si stabiliscono nella città natale della mamma di Egon, ma gli abitanti di questa città li costringono ad andare via poiché non ne condividono lo stile di vita, essi infatti non erano sposati. Allora si trasferiscono in un paesino vicino alla loro città dove Schiele viene accusato di aver sedotto una giovane fanciulla, di non ancora quattordici anni. Viene perciò messo in prigione per un breve periodo, traumatico, in quanto il suo processo si rivelerà pieno di rischi. Alla fine dello stesso egli viene solo accusato di aver esibito pubblicamente delle opere definite pornografiche.

Deluso da questo episodio torna a Vienna, dove, aiutato dall’amico Klimt, riesce a ricevere numerose commissioni e  a partecipare a diverse mostre internazionali; ancora una volta i soggetti di questo periodo sono nudi, si tratta di ritratti e autoritratti, raffigurati in pose stravaganti, che tendono alla caricatura, per simboleggiare la morte dell’erotismo. I suoi tratti distintivi non cambiano.

Fu questo il periodo in cui pubblicò il “Diario di Carcere” un falso che vorrebbe essere una raccolta di annotazioni e lettere del pittore.

Nel 1914 entra a far parte della sua vita un’ultima modella, Edith Harms, che propone di inventare sua moglie in cambio di essere la sua unica musa ispiratrice, ovviamente facendo terminare il rapporto che Schiele intratteneva con Wally. Quest’ultima quindi viene lasciata che successivamente morirà al fronte come crocerossina, e sposa la nuova modella.

Questa situazione, il matrimonio, gli dina stabilità e serenità, ciò muta la sua ispirazione, nei suoi dipinti emergerà dunque una nuova forza anche per l’influenza delle opere di Hodler. Quando la sua fama si va accrescendo scoppia la prima guerra mondiale, che caratterizzerà la fine di un’epoca.

L’imminente crollo della potenza degli Asburgo viene rappresentata nel “Mulino” dove una struttura di legno è distrutta dallo scorrere impetuoso dell’acqua. Quando nell’anno successivo viene chiamato alle armi continua a dipingere, i soggetti di questo periodo erano principalmente ufficiali russi e interni di stanze. È comprensibile la trasformazione della concezione artistica di Egon, egli infatti si ricongiunge alla rappresentazione naturalistica.

Un trasferimento nel 1918 lo conduce al museo militare di Vienna, in questo periodo il suo mutamento di stile lo porta a ricevere un riconoscimento, partecipa pertanto alla mostra della Secessione Viennese, e tiene altre esposizioni di successo. La stabilità del periodo è riconoscibile in opere come “La Famiglia” dove c’è un tentativo di riunione tra i componenti del dipinti che però non riesce ad essere definitivo.

L’epidemia dell’influenza spagnola nello stesso anno raggiunse Vienna, la moglie di Schiele, incinta, contrae la malattia e muore. Durante l’agonia essa resta comunque la modella preferita dell’artista che non riuscendo a scampare al contagio, muore tre giorni dopo, a ventotto anni.

Stella Mazzone

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