Brunelleschi uno degli iniziatori del rinascimento

Brunelleschi uno degli iniziatori del rinascimento è l’argomento di cui Stella oggi parlerà nel suo nuovo articolo di “APPUNTAMENTO CON L’ARTE”

Eccoci al sesto appuntamento con l’arte, spero che stiate tutti bene e che questa situazione si risolva al più presto. Prima di cominciare vorrei ricordare l’iniziativa dei musei, partendo dagli Uffizi di Firenze, che hanno messo a disposizione una visita interattiva delle proprie sale, per non fermare il forte messaggio che l’arte ci trasmette ogni giorno. Questa che abbiamo qui può essere intesa proprio come un’opportunità, una grande opportunità, ringraziamo il progresso per questo che grazie all’invenzione di internet ci permette di rimanere in contatto anche essendo lontani.

È proprio di progresso che voglio parlarvi oggi attraverso colui che oserei chiamare l’innovatore per eccellenza: Filippo Brunelleschi. Egli è uno degli iniziatori del Rinascimento italiano a Firenze, a lui si deve sicuramente l’invenzione della prospettiva lineare centrica, anche se il suo percorso comincia in qualità di orafo. La sua carriera “pubblica” comincia nel 1401 dopo aver partecipato al Concorso per la realizzazione della della porta nord del Battistero fiorentino di San Giovanni. Con la sua affermazione in ambito architettonico nasce la figura dell’architetto moderno, non solo protagonista della costruzione, ma anche, e soprattutto, della progettazione. La sua architettura può essere definita principalmente modulare, in quanto egli utilizza un modulo, un’unità ripetuta che permette il ricavare delle proporzioni, successivamente egli riprende l’utilizzo degli ordini architettonici e dell’arco a tutto sesto, simbolo del suo interesse nei confronti delle civiltà classiche, e il materiale che più utilizza è la pietra serena, poche volte usata singolarmente, nella maggior parte dei casi affiancata al marmo o all’intonaco.

Filippo, figlio di un notaio e coetaneo di Lorenzo Ghiberti, ebbe un’infanzia tranquilla, crebbe, infatti, in una famiglia agiata, però non imparentata con una famiglia nobile fiorentina che portava lo stesso cognome. L’educazione che gli fu impartita fu completa, comprendeva tutte le sette arti liberali, sia quelle umanistiche che quelle scientifiche (quadrivio e trivio), anche se mostrò maggiore interesse nelle scienze esatte, nella pittura e nella scultura, quelle che lo attraevano davvero. Il suo operare iniziò però in una bottega di orafi, di amici di famiglia, dove imparò anche a lavorare utilizzando la tecnica dello sbalzo, tecnica che prevede la lavorazione di un metallo in negativo così da ottenere una deformazione dell’oggetto in positivo.

Dopo aver terminato il suo apprendistato, si presentò a Pistoia, sotto le vesti di un orafo, e in tutte le sue opere della giovinezza è possibile notare una raffinatezza esecutiva, che pone in comunicazione il soggetto raffigurato con l’ambiente circostante mediante dei gesti e delle torsioni dei corpi. A questo periodo risalgono le statuette di Sant’Agostino e dell’Evangelista Seduto.

Come già detto, il punto cruciale della sua carriera è la partecipazione al concorso per la realizzazione della porta bronzea del Battistero, a Firenze. Gli viene chiesto di realizzate una formella rappresentante il sacrificio di Isacco. Esso doveva rappresentare la figura di Abramo, nell’atto di compiere il sacrificio sull’altare, e l’angelo, che indicava l’ariete da sacrificare al posto del giovane. Tutta la figura doveva essere conclusa con il gruppo dei due servitori e l’asino.

La scena fu divisa in due parti: nella parte sottostante furono posizionati i servitori con l’asino e in quella superiore la scena principale del sacrificio.

Secondo la tradizione il concorso fu vinto a pari merito da Brunelleschi e Ghiberti, che però rifiutò di lavorare con Filippo dicendo che i loro stili fossero completamente diversi. Il lavoro allora fu affidato a Ghiberti che completò da solo la porta del Battistero. La “vendetta” per il nostro giunse anni dopo, quando dopo aver cominciato insieme a Ghiberti la realizzazione per la cupola di Santa Maria del Fiore si diede malato, e una volta chiesto al suo collega di risolvere un problema presentatosi non seppe rispondere.

Da quel momento in poi la direzione dei lavori per la conclusione della realizzazione della tanto attesa cupola fu affidata a Brunelleschi.

Deluso dall’esito del concorso decise di recarsi a Roma in compagnia dell’amico Donatello, con cui voleva studiare l’antico. Questo viaggio fu una tappa importante per la carriera di entrambi. Infatti entrambi trassero molta ispirazione da tutti i resti che potettero osservare nella città. La coppia, sempre alla ricerca di pezzi storici fu rinominata “quella del tesoro”. Infatti si pensava scavassero pur di ritrovare i tesori sepolti. Il viaggio a Roma, però, fu concluso in solitudine: Donatello tornò a Firenze, per aiutare il Ghiberti nella realizzazione della formella per la porta del Battistero, mentre Filippo rimase a Roma, pagandosi gli alloggi lavorando come orafo. In questo periodo io suo interesse si spostò dalla scultura all’architettura, egli cominciò una ricerca delle proporzioni e delle tecniche di costruzione antiche attraverso l’osservazione di antichi edifici Romani. Brunelleschi tornò a Firenze e forse seguirono dei ritorni a Roma, che però non furono mai documentati. Egli, a Firenze, ricevette diverse commissioni, tra queste quella del cantiere di Santa Maria del Fiore.

Prima della realizzazione di diversi edifici per cui è stato reso celebre, a Firenze, la sua attività fu quella di scultore, che proseguì, anche se in piccola parte, anche dopo la realizzazione di tali edifici. Delle sue sculture ricordiamo sicuramente una Maddalena, che doveva essere conservata nella basilica di Santo Spirito, ma che non ci è mai giunta a causa di un incendio, e il Crocifisso, conservato nella Chiesa di Santa Maria Novella.

Si crede che il Crocifisso di Brunelleschi fosse stato una risposta al Crocifisso definito troppo “contadino” di Donatello. Mentre quest’ultimo coglieva Cristo nel momento dell’agonia, quello di Brunelleschi era basato su una grande gravitas, attraverso uno studio preciso delle proporzioni del corpo, ottenuto grazie all’osservazione dell’antico che caratterizzava il suo operato. Esso infatti è perfettamente inscrivibile in un quadrato, dato che la misura delle braccia è perfettamente uguale all’altezza della figura.

Al protagonista del nostro appuntamento di oggi e al suo fidato amico, Donatello, fu anche richiesto di realizzare due statue di decorazione per la nicchia di Orsanmichele. Mentre la tradizione vuole che Brunelleschi rifiutò il suo incarico lasciando libero spazio al suo collega, la critica recente attribusice una delle due statue al nostro, proprio perché sono riconoscibili dei tratti in comune con la sua opera dell’età giovane: il sacrificio di Isacco.

L’invenzione principale attribuita a Filippo Brunelleschi fu quella della proiezione a punto unico di fuga, che successivamente è stata definita il simbolo del Rinascimento italiano. Sicuramente in età giovanile Filippo ricevendo nozioni di ottica è stato anche avviato allo studio della prospectiva, anticamente intesa come il calcolo delle distanze o delle lunghezze paragonandole a dimensioni note, che approfondita attraverso studi successivi, è stata definita come la intendiamo noi oggi, cioè un metodo di rappresentazione del mondo in modo illusionicamente reale.

Già dal primo decennio del XV secolo, Filippo, aveva ricevuto incarichi dalla Repubblica di Firenze, per la costruzione i per la ristrutturazione di fortificazioni militari. Successivamente egli comincia a studiare il problema della Cupola di Santa Maria del Fiore, Infatti, egli era stato consultato già diverse volte per la costruzione del Duomo. Dopo la realizzazione del tamburo, che avrebbe sostenuto la cupola, largo 42 metri con dei muri spessi 4 metri, gli fu chiesto un progetto per la realizzazione della cupola più grande della storia dai tempi del Pantheon. Sarebbe stato impossibile realizzare una struttura che non sarebbe crollata sotto il peso esagerato del legno se non fosse stata introdotta una lanterna per alleggerire il tutto. La costruzione della cupola fu conclusa dal nostro dopo aver partecipato e poi vinto un concorso. Si trattava di una cupola autoportante, formata da due strutture sovrapposte, quella interna reggeva quella esterna, è attraverso l’intercapedine tra le due strutture che si può raggiungere la lanterna, costruita solo dopo aver vinto un secondo bando per la sua realizzazione.

Successivamente realizzò altre opere pubbliche e altre chiese. Tra le opere pubbliche ricordiamo sicuramente Lo Spedale degli Innocenti, realizzato sotto commissione della corporazione della Seta, un brefotrofio, il primo edificio costruito secondo i canoni Classici. Tra le chiese ricordiamo La chiesa di San Lorenzo, costruita per volontà di Giovanni de’ Medici, padre di Cosimo il Vecchio, con la annessa Sacrestia Vecchia, dove è tutt’oggi conservata la tomba del committente. All’interno della struttura è possibile riconoscere l’utilizzo classico del modulo.

Brunelleschi muore a Firenze nella notte tra il 15 e il 16 aprile 1446, lasciando al suo erede, un figlio adottivo, una casa ed una somma in denaro.

Anche oggi abbiamo concluso il nostro appuntamento e non posso che darvi appuntamento al prossimo!

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