Augusto e la nascita del Principato.

Torniamo anche alla rubrica “Un salto nella storia” curata da Giacomo Sabbatini, l’argomento di oggi è Augusto e la nascita del Principato.

Quando nacque, nel 63 a.C.,  Augusto ebbe il nome di Gaio Ottavio, tuttavia di solito fu chiamato Ottaviano, fino a quando nel 27 a.C. non ricevette il titolo di Augusto. Proveniva da una facoltosa famiglia di cavalieri (equites) e il padre, Gaio Ottavio, fu il primo della famiglia a diventare senatore. Dopo la sua morte l’allevamento dei figli ricadde sulla vedova Azia, che era nipote di Giulio Cesare. Fu proprio quest’ultimo ad iniziare il futuro imperatore alla vita politica, creandolo dapprima  pontifex, poi, quando ormai era dittatore, rendendolo partecipe del suo trionfo nel 46 a.C. e delle sue campagne in Spagna. Ottaviano si recò poi ad Apollonia, in Epiro, per completare gli studi accademici e militari e proprio qui apprese nel 44 a.C. dell’uccisione di Cesare ad opera di Bruto e Cassio. Nominato da Cesare figlio adottivo ed erede, appena tornato a Roma, Ottaviano dovette scontrarsi con  Marco Antonio, il più grande sostenitore di Cesare, che si era impadronito del patrimonio del  defunto dittatore. In seguito, per iniziativa di Cicerone,  il Senato fu indotto a rivestire Ottaviano di alte cariche e ad assicurargli appoggio contro Antonio, che fu sconfitto a Mutina e costretto a ritirarsi in Gallia. Poiché entrambi i consoli che comandavano le forze senatorie erano caduti in combattimento, il Senato attribuì ad Ottaviano uno dei posti vacanti, assieme al diritto di fregiarsi  del nome di Caio Giulio Cesare. Poiché l’atteggiamento del Senato continuava a mantenersi ostile in ogni caso, il 27 novembre del 43 a.C., Ottaviano raggiunse un accordo con Antonio e Lepido (che gli era succeduto nella carica sacerdotale). Accordo noto come Secondo Triumvirato, che conferiva loro poteri autocratici. Nell’anno successivo Cesare fu riconosciuto pubblicamente come dio (divus) dello stato romano e Ottaviano divenne “figlio di un dio”. Tuttavia nella successiva campagna contro i cesaricidi Bruto e Cassio, terminata a Filippi, in Macedonia, con la sconfitta e morte dei due, il cattivo stato di salute lo costrinse Ottaviano ad un ruolo subordinato rispetto a quello di Antonio. Nella spartizione amministrativa dell’impero che ne fece seguito, a Ottaviano fu assegnato l’Occidente e ad Antonio l’Oriente. Intanto nel 39 a.C. Ottaviano sposò Livia Drusilla, che gli rimase compagna per tutta la vita. Dopo che Agrippa, il brillante generale di Ottaviano, ebbe sconfitto Sesto Pompeo, egli inziò ad anteporre il titolo di imperator al proprio nome e condusse tre diverse spedizioni militari, una in Illiria, una in Dalmazia  e l’ultima nei confini precari dell’Italia nord-occidentale. Il  tutto inviando continue somme di denaro a Roma per l’abbellimento della città. Il futuro imperatore si diede anche molto da fare per eccitare le pubbliche proteste contro le donazioni di territorio romano fatte da Antonio a Cleopatra (divenuta sua amante) e, più in generale, favorì varie iniziative utili a macchiare la reputazione di Antonio. Nel 32 a.C. il triumvirato finì e, mentre la spaccatura tra i  due uomini si allargava, Antonio divorziò da Ottavia, sorella del rivale, rendendo anche note  al pubblico le concessioni fatte a Cleopatra.

Così Ottaviano dichiarò guerra, non ad Antonio, ma a Cleopatra, con la scusa che avesse violato la propria condizione di cliente. All’ inizio del 31 a.C. la flotta di Antonio rimase imbottigliata nel golfo di Ambracia e, quando tentò di uscirne, fu distrutta nella battaglia di Azio. Tuttavia Antonio e Cleopatra riuscirono a fuggire insieme ad un quarto delle loro navi, ma una volta riparati in Egitto si suicidarono. Dopo aver fatto uccidere anche il figlio di Cleopatra, Cesarione (la cui paternità veniva attribuita dalla regina a Cesare),  Ottaviano decretò l’annessione dell’Egitto all’Impero Romano. Il futuro principe si trovava ora a capo di circa cinquanta legioni, ma con una posizione insostenibile sotto il profilo istituzionale. Non bisogna infatti incorrere nell’errore di pensare che la nascita del principato coincida con il conseguimento del potere assoluto di Ottaviano. Infatti questo nuovo ordine venne definito da una serie di interventi e correzioni istituzionali, che videro il loro apice negli anni Venti del I secolo a.C. e si conclusero agli inizi del I secolo d.C. .  Il vantaggio di Ottaviano  su quelli venuti prima di lui, era quello di non avere più nessun rivale e di aver già governato l’Occidente  per dieci anni. Nel 28 Ottaviano fu nominato princeps senatus e nel gennaio del 27, il Senato gli conferì una serie di poteri e onori che costituirono una prima soluzione formale alla sua posizione, decretando anche il conferimento del titolo di augusto

Tra i poteri a lui conferiti vi erano l’imperium su quasi tutte le province e la tribunicia potestas, che garantiva il totale controllo della vita politica. Il notevole prestigio del principe all’interno dello stato si comprendeva  nell’acutoritas, che richiamava l’autorità del Senato e del pater familias e assieme al titolo di augusto sanciva la superiorità del personaggio su tutti gli altri esseri umani. Gli anni successivi del governo di augusto furono caratterizzati da continui interventi in ogni campo, sia istituzionale (per esempio la riduzione del numero di senatori da mille a seicento)  sia militare, con l’allargamento dei confini dell’impero e nuove imponenti costruzioni, come l’Ara Pacis, attraverso cui si celebrava la nuova Pax Romana. Una pace di cui si poteva godere grazie ad Augusto.  Importante in questi anni fu la pesante propaganda augustea, celebrata attraverso l’arte e le opere di grandi autori letterari, come Virgilio e Orazio. Propaganda volta non solo a enfatizzare il principe e la sua famiglia, ma anche a mascherare alcuni fallimenti, come quello di  Teutoburgo. Il 19 agosto del 14 d.C., dopo quarantuno anni di regno, Augusto morì, designando come suo successore il figliastro Tiberio (era infatti il figlio di primo letto di Livia, divenne erede ufficiale di Augusto dopo la morte dei nipoti), al quale lasciò un nuovo ordine, il Principato, che avrebbe caratterizzato il mondo romano per i successivi cinque secoli.

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