Anja la segretaria di Dostoevskij

Anja la segretaria di Dostoevskij è un libro così affascinante la cui presenza dovrebbe diventare fondamentale nelle librerie di ogni lettore amante della storia o dello scrittore russo.

Anja la segretaria di Dostoevskij

Scritto da Giuseppe Manfridi ed edito dalla Lepre Edizioni

TRAMA

“Un inno alla letteratura e all’amore” Claudio Strinati, presentazione al premio Strega 2020 – “Una superba ricostruzione d’epoca… un affresco che incanta” IODonna 4/12/2019 – Anja, la segretaria di Dostoevskij racconta l’incontro tra Dostoevskij e la giovane stenografa che sposerà. Siamo a Pietroburgo nel 1866. Lo scrittore, ultracinquantenne, è afflitto dall’epilessia e reduce dall’aver firmato un contratto capestro col suo mefistofelico editore, che loimpegna a consegnare un nuovo romanzo nell’arco di un mese. In caso contrario perderà i diritti su tutte le sue opere passate e future. Consigliato dagli amici, si rivolge a una scuola di stenografia che gli mette a disposizione la migliore delle sue allieve: Anja Grigor’evna, una graziosa adolescente curiosa del mondo, che ha ereditato dal padre la passione per la letteratura. Fra i due, in ventisei giorni, nascerà un amore estremo a dispetto dello scandaloso divario di età. Anja rimarrà la fedele custode dell’opera di Dostoevskij fino alla propria morte, avvenuta trentasette anni dopo quella del marito.

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RECENSIONE

E come potrei mai, io, accomodarmi in tutto ciò? In mezzo a loro!
Prender posto in una corte di fantasmi!
Come potrei riuscire a trovarvi un minimo spazio senza disturbare le abitudini di chi ha a cuore una cosa sola: tenersi ben stretto il privilegio di poter fare letteratura in solitudine?

Anja

Inizio così, con questo primo estratto che ho avuto premura di incidere nella mia mente come punto di partenza in questa avventura.
Anche se, situandosi a pagina 128, la lettura era già partita da un pezzo.

Credo che un libro di questo tipo debba essere sfogliato con dolcezza, letto con parsimonia, con delicatezza.
Sapete perchè dico così?
Perchè Giuseppe Manfridi ci apre le porte al cuore di una ragazzina ancora adolescente, una ragazzina che viene scelta per stenografare il libro di uno dei più grandi autori russi: Fedor Dostoevskij.
“E allora?” direte voi.
E allora io vi rispondo, se entrate nella vita di qualcuno, anche se tra le pagine di un libro, dovete averne cura come fosse la vostra.
Sfiorarla senza fare troppa pressione.
Accogliere ogni parola così com’è, ogni avvenimento per quel che è, ogni emozione, che sia turbolenta o meno, come la vivono i nostri protagonisti.

Dostoevskij non è un insegnante, lui è uno scrittore.
Per lui le parole non sono ferme in sé stesse, ma foriere d’altre parole.
Meccanismi in funzione.

Anja

Faccio quasi fatica a parlarvene, fatica perchè capita poche volte nella vita di trovare uno di quei libri considerati “il libro giusto”, libri che ti entrano nel cuore, che ti fanno innamorare follemente, che vorresti non finissero mai.
E quindi, proprio per questo motivo, quasi non trovo le parole per dirvi quanto sia speciale.
O forse già lo sto facendo cercando di trasmettervi queste emozioni.

Il libro è strutturato in modo che capiamo ogni piccolo particolare di come è stata la vita di una piccola Anja, che in realtà è Anna ma il nostro Fedor ha dato lei questo soprannome e la chiamiamo tutti Anja.
Entriamo nella sua famiglia, nel dolore della perdita di un padre amante, tra le altre cose, dello scrittore russo in questione.
Ma entriamo anche nella vita e nel dolore del nostro Dostoevskij, del suo passato difficile e dei brutti scherzi che la vita gli dona anche nel momento in cui Anja si presenta alla sua porta.

“Bastano ventisei giorni per trasformare un’adolescente in una moglie?”

Riporto questa frase che trovate anche sul retro della copertina.
Perchè ventisei giorni?
Perchè ventisei sono i giorni che serviranno allo scrittore per scrivere il suo libro, ventisei giorni di angosce, ansie, paure, scenari inaspettati.
E quanto è affascinante entrare nella mente di uno scrittore che sta dando vita a una storia nonostante tutte le difficoltà del caso?
E quanto è meraviglioso vedere una complicità accrescere nonostante la differenza di età dei due protagonisti?

 

Oggi non cammina a passo spedito (quante volte l’abbiamo già vista avviarsi così), ma corre, corre a rotta di collo, e non perchè sia in ritardo, ma perchè vi sono mete che vanno raggiunte in fretta, poichè vanno raggiunte subito.

Concludo dicendovi che no, non ho mai letto nulla di Dostoevskij prima di questo libro e ringrazio di non averlo fatto perchè entrare prima in queste due vite mi ha fatto capire quanto io abbia voglia ora di saperne di più, di immergermi negli altri suoi romanzi.

E sapete quale sarà il prossimo?
“IL GIOCATORE”
Perchè?
Leggetelo, scopritelo da soli.

Io ora chiudo il libro, lo ripongo nel reparto dei libri del cuore nella mia libreria e lascio a voi la voglia di scoprirlo e di farlo vostro.

Arianna

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