“Al centro del mondo” di Alessio Torino

Oggi recensisco “Al centro del mondo” di Alessio Torino per Mondadori

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"Al centro del mondo" di Alessio Torino

Damiano Bacciardi vive con Nonna Adele, il nonno chiuso in un antico silenzio e Zio Vince, detto il Gorilla, a Villa la Croce, che nel borgo poco distante è stata ribattezzata “Villa dei Matti”, lungo uno stradone che si muove nel cuore delle colline marchigiane. Il miele dei Bacciardi, “la manna”, è celebre perché fa ingravidare le donne, così come è leggenda la quercia a cui si è impiccato il padre di Damiano e che è tornata a far foglie dopo dieci anni. Damiano è un ragazzo scosso da accessi violenti di malessere e segnato da una vitale ansietà: sente la natura, sente il volo delle rondini, il brusio delle api, il rotolio delle stagioni, e sa riconoscere la presenza del Demonio e il male degli uomini. Zio Vince trama per vendere la proprietà a gente che viene da lontano e Damiano se li immagina tutti con la faccia demonica di Trump che ha visto in televisione. Damiano sa di dover difendere Villa la Croce, di dover difendere la memoria della sua sgangherata famiglia e la bellezza talora limpida, talora mostruosa e selvatica, della natura in cui è cresciuto accompagnato da incubi, deliri e ventate di struggente dolcezza. Nonna Adele muore e la prospettiva di vendere si fa sempre più concreta: a quel punto Damiano obbedisce a un impulso sempre più convinto e quando, ultimi, arrivano “gli olandesi” e provano a farla da padroni, un disegno di riscatto si incide come la ramaglia di un albero, potente e severo, nella sua coscienza.

RECENSIONE


Una lettura sicuramente spiazzante e particolare quella di “Al centro del mondo” perchè se da un lato troviamo la bellezza della natura e delle api, dall’altro troviamo metafore associate ad essa ben più inquietanti.
Come la quercia che viene associata al demonio per un evento che ha spezzato una vita.

Sono rimasta colpita per più e più volte perchè la narrazione non mi ha lasciata un attimo tranquilla.
È stato un susseguirsi di eventi e di sensazioni abbastanza “tragiche” specialmente dal punto di vista del protagonista principale, Damiano, che con il suo carattere mi ha sconvolto ancora di più sul finale, sicuramente inaspettato.

Ogni protagonista è un vero e proprio personaggio, alcuni particolarmente odiabili, come Zio Vince che vuole a tutti i costi liberarsi di Villa La Croce.
Ma ognuno di loro di fondamentale importanza nel corso della storia.

Il messaggio che ho colto da queste pagine è stato quello di non fermarsi troppo all’apparenza di una villa circondata dalla natura e di una famiglia che ha prodotto per anni un miele chiamato miracoloso, perché dietro vi possono scorrere sentimenti ed eventi molto più burrascosi di quanto possiamo pensare.
E questo sicuramente la popolazione lo aveva capito già quando avevano iniziato a chiamarla “Villa dei matti”.

Purtroppo non sono riuscita ad entrare in sintonia con la storia, ho faticato un po’ a concluderla ma l’ho fatto perché ogni libro merita di essere letto e di essere capito.

Ho apprezzato molto il personaggio della Nonna Adele che con il suo animo gentile mi ha fatto alleggerire le altre situazioni più spiacevoli e malevole.

Consiglio comunque questa lettura a chi apprezza le narrazioni forti e con risvolti spiazzanti perché sicuramente non vi lascerà un attimo tranquilli e l’oscurità del demonio descritto da Damiano vi entrerà sotto pelle facendovi venire spesso i brividi!
Sono certa che molti di voi lo ameranno!

Arianna

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