A cosa deve mirare un buon editing?

A cosa deve mirare un buon editing? Ce lo spiega Daniela Merola nella sua rubrica “A tutto editing”.

A cosa deve mirare un buon editing?
Shallow DOF, focus on editor and nib of pencil.

Solo ed esclusivamente alla ricerca della qualità del testo.

Dopo che si è scritto un testo il lavoro di editing risulta determinante. Lo stesso autore si renderà conto di aver commesso molti errori una volta riletto il testo e quindi l’editing diventerà indispensabile. Relazionarsi con l’autore di un testo è fondamentale per l’editor perché costui deve entrare nella mente dell’autore e capire quali sono le finalità e gli obiettivi che l’autore vuole raggiungere, deve capire a cosa punta l’autore per il suo testo. L’editor invece punterà solo alla qualità. Quindi l’autore e l’editor insieme mireranno alla qualità del testo senza mai stravolgerlo o riscriverlo. Tutto ciò non si chiamerebbe editing. Quando l’autore affida il proprio testo ad un editor deve sapere che serve solo per migliorarlo e per far emergere la qualità in esso contenuta. A volte è necessario risistemare intere frasi e chiarire alcuni concetti. L’editing è un lavoro di cesello che non va d’accordo con la fretta, con l’approssimazione, con l’incompetenza e con gli autori presuntuosi.

Chi scrive deve convincersi che si può sempre migliorare. La volontà di migliorarsi è infatti alla base dell’editing e di un buon rapporto tra autore e editor. Correggere diventa una occasione di crescita per entrambi.

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